Piace la cedola hi-tech

Il comparto sta diventando sempre più interessante per chi va a caccia di dividendi. Ma le società hanno soldi anche per fare acquisizioni. 

Marco Caprotti 26/03/2013 | 11:08
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La speranza di ricchi dividendi e la possibilità di vedere acquisizioni stanno tenendo vivace il settore tecnologico. L’indice Msci del comparto nell’ultimo mese (fino al 25 marzo e calcolato in euro) ha guadagnato il 5,5%, portando a +6,7% la performance da inizio anno.

“Se diamo un’occhiata ai bilanci delle 10 società hi-tech più grandi del mondo ci accorgiamo che, in totale, hanno a disposizione circa 250 miliardi di dollari in cash”, spiega Grady Burkett, responsabile della ricerca sui titoli tecnologici di Morningstar. “Si tratta di una potenza di fuoco non indifferente, che può essere utilizzata per portare avanti delle acquisizioni o per rendere un po’ di valore agli azionisti. Tenere ferma una cifra del genere, infatti, non porta nessun vantaggio”.

Acquisizioni e dividendi
Sul fronte delle acquisizioni è bene non aspettarsi grandi colpi. “La strategia, in questo momento, è quella di andare a caccia di piccole realtà che permettano alle società più grandi di aumentare il proprio portafoglio di prodotti”, continua l’analista di Morningstar.

Decisamente più interessante la questione delle cedole. “Le aziende che tradizionalmente pagano buoni  dividendi hanno qualche problema”, dice Burkett. “Un esempio sono i finanziari: le banche hanno stretto i rubinetti per aumentare le loro riserve (e negli Stati Uniti chi ha ottenuto l’aiuto federale prima di staccare una cedola deve chiedere il permesso al governo, Ndr). Questo ha reso sempre più difficile andare a caccia di aziende che diano buoni rendimenti. Le società del comparto tecnologico, invece, sono ricche, stanno crescendo e adottano nuove politiche di remunerazione dei soci. Tutte caratteristiche che le rendono interessanti per i cacciatori di dividendi”.

Un esempio dell’interesse per questo tipo di investimento si è visto il mese scorso quando un hedge fund ha denunciato Apple per impedirle di richiedere il permesso degli azionisti prima di emettere azioni privilegiate (che non danno diritto di voto ma pagano cedole più alte). Il fondo speculativo preferirebbe che l’azienda di Cupertino creasse i nuovi titoli da distribuire, pro quota, ai soci attuali, senza dovere aspettare l’ok dell’assemblea. Un sistema più veloce per permettere agli azionisti di mettere in tasca qualcosa prima che la crescente concorrenza metta sotto pressione i guadagni di Apple. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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