Elezioni/5 – Eni, Enel e Telecom ai raggi X

Abbiamo chiesto agli analisti di Morningstar di valutare le partecipate dal Tesoro in vista delle prossime elezioni. Ecco le loro previsioni su Eni, Enel e Telecom Italia.

Francesco Lavecchia 21/02/2013 | 17:03
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Le prime considerazioni riguardano i gruppi energetici italiani partecipati dallo stato, ovvero Eni ed Enel, nelle quali il Ministero del Tesoro detiene una quota di poco superiore al 30%. Stephen Simko, analista di Morningstar, definisce la presenza dello Stato nel capitale sociale di Eni come un ostacolo all’efficiente funzionamento del Cane a sei zampe, a causa del conflitto tra gli interessi pubblici e quelli privati degli investitori. In merito alla possibilità che l’avvicendamento alla guida del Ministero dell’Economia possa avere delle ripercussioni nella gestione dell’azienda afferma: “Fatta eccezione per un possibile innalzamento della pressione fiscale, non credo che questo possa avere ripercussioni sull’operatività dell’azienda,” e a tal proposito cita l’esempio francese: “La stessa cosa è avvenuta con Total. La gestione della società non ha subito nessun cambiamento dopo l’elezione di Francois Hollande a Presidente della repubblica.”

Il dopo Scarono è nel segno della continuità
Relativamente ai rapporti con i paesi africani e alla Russia, Simko esclude che con la nomina del nuovo amministratore delegato, che il prossimo anno prenderà il posto di Paolo Scaroni, i rapporti con questi paesi possano subire variazioni significative: “L’unico mandato che dovrà rispettare il prossimo ad di Eni è quello di continuare a trovare nuove giacimenti di greggio, produrre petrolio e garantire all’azienda italiana utili elevati. In quest’ottica sia l’Africa che la Russia contineranno ad essere strategiche. Eni è un’importante fonte di reddito per il governo italiano e sono sicuro che qualsiasi forza politca andrà al potere non cercherà di interferire nella sua gestione.”

Per quanto riguarda la raccomandazione che darebbe agli investitori, Simko dice: “In questo momento le quotazioni di Eni sono sostanzialmente in linea con la nostra stima del prezzo obiettivo, ecco perchè la mia raccomandazione è quella di mantenere un atteggiamento prudente in attesa di prendere posizione sul titolo solo dopo un suo ulteriore deprezzamento”.

Enel, pro e contro
Con Mark Barnett (Morningstar) abbiamo affrontato le questioni legate a Enel, partendo dall’eventualità che il prossimo governo possa cedere la sua partecipazione: “Di questo si è discusso anche in passato, ma è una eventualità che potrebbe realizzarsi soprattutto nel caso in cui il peso delle forze politiche più radicali in Parlamento sarà molto rilevante,” afferma Barnett, che poi aggiunge: “La presenza dello Stato in Enel ha dei pro e dei contro. Se da una parte fa emergere il problema del conflitto di interessi con gli azionisti, dall’altra gioca un ruolo strategico nelle relazioni con aziende di paesi esteri e garantisce una regolamentazione del settore della distribuzione di energia assai conveniente per il gruppo italiano.”

Come risollevare i margini di Enel
Ragionando, invece, su quali possano essere le variabili che potrebbero incidere sulla valutazione del titolo Enel, Barnett sottolinea che: “Uno dei maggiori ostacoli alla profittabilità di Enel è rappresentato dagli elevati costi per la fornitura di gas naturale. L’azienda italiana dipende dalle importazioni da Algeria e Russia e i contratti con i fornitori algerini e con Gazprom sono oggettivamente molto penalizzanti”. In quest’ottica propone due possibili interventi: “Rinegoziare i contratti o investire in nuove fonti di approviggionamento per migliorare i margini di profitto. Questo potrebbe incidere in maniera significativa sulla valutazione del prezzo obiettivo del titolo, al quale al momento è assegnato un rating di quattro stelle (ovvero una raccondazione di estendere la posizione)”.

Tlc, lo strano caso italiano
L’ultimo capitolo sulle società partecipate dallo stato è dedicato a Telecom Italia, il cui titolo è analizzato da Allan Nichols. Provando a immaginare quali potrebbero essere gli interventi nel settore delle telecomunicazioni da parte del nuovo governo, Nichols sottolinea una negativa peculiarità del mercato: “L’Italia rappresenta un caso unico in Europa per la mancanza del mercato della Tv via cavo, anche se questo potrebbe essere ricondotto alla presenza nella politica del primo azionista del gruppo Mediaset, Silvio Berlusconi. Se è vero che l’apertura al mercato dalla Tv via cavo significherebbe per Telecom Italia l’ingresso di nuovi competitor, è altresì vero che questo potrebbe rappresentare una nuova risorsa per l’azienda. Esso, infatti, contribuirebbe ad una minor regolamentazione delle sua attività e ad un allargamento del mercato pubblicitario, del quale anche Telecom Italia potrebbe trarre vantaggio”.

Buy su Telecom Italia
Proseguendo nel confronto con gli altri mercati europei, Nichols aggiunge: “A differenza di quanto avviene in altri paesi, dove gli esecutivi stanno provvedendo alla separazione tra le attività del segmento di telefonia fissa e quelle di telefonia mobile, in Italia si è parlato molto del possibile riacquisto, da parte dello Stato, della rete telefonica di Telecom Italia”. Con riferimento all’impatto che questa operazione avrebbe sulla valutazione del titolo, Nichols puntualizza: “Non credo che il prossimo governo, qualunque esso sia, possa avere le risorse finanziarie per un acquisizione di questo tipo. Non è possibile, tuttavia, quantificare l’effetto che questa potrebbe avere sulla valutazione, in quanto tutto dipenderà dalla natura dell’accordo e dai riflessi che questo potrebbe avere sul bilancio e sui flussi di cassa. Al momento, il mercato sconta fortemente il titolo Telecom Italia e la mia raccomandazione è quella di comprare”.

 

In questi giorni Morningstar pubblicherà una serie di articoli nei quali gestori, economisti e docenti illustreranno gli scenari del dopo voto.

Leggi i precedenti articoli, ai seguenti link:

- Elezioni/4 – Alla larga dalle banche
- Elezioni/3 - Senza euro non c’è futuro
- Elezioni/2 - L’Europa ci guarda
- Elezioni/1- Fiscal compact al sicuro

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Enel SpA6,25 EUR0,13Rating
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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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