Il nuovo volto dell’Europa dei fondi

Il boom degli obbligazionari muta gli equilibri. Gli investitori rischiano, ma si fidano solo dei marchi familiari.

Sara Silano 31/01/2013 | 14:27
Facebook Twitter LinkedIn

La crisi del debito ha cambiato il panorama dell’industria europea dei fondi. Il reddito fisso ha registrato un boom senza precedenti nel 2012, con flussi in entrata per 176,5 miliardi di euro, pari a dieci volte il risultato realizzato tra il 2007 e il 2011. Il dato emerge dal Morningstar asset flow report di dicembre, nel quale si legge anche che i comparti a lungo termine (azionari, bilanciati e obbligazionari) hanno raccolto 204,6 miliardi l’anno scorso, lasciandosi alle spalle il terribile 2011 (-58,6 miliardi).

La mappa del rischio
Per l’Europa dei fondi è un fatto nuovo, dal momento che in passato i flussi erano più o meno equamente distribuiti tra obbligazioni e azioni. Non lo è per l’Italia, dove gli investitori sono stati storicamente più propensi a scegliere il reddito fisso, e neppure per gli Stati Uniti, dove il cambiamento è cominciato nel 2007. La svolta è accentuata dalla tipologia di strumenti preferiti dai risparmiatori: non i titoli di stato, che non sono più percepiti come privi di rischio e hanno rendimenti bassi, ma gli high yield, i bond emergenti e societari.

Per i fondi azionari il boccone è davvero amaro da mandare giù, perché sono diventati il fanalino di coda della raccolta, sorpassati dai bilanciati, che sono l’altra storia di successo del 2012. Nel quarto trimestre i flussi sono tornati positivi (+13,7 miliardi, di cui 7 solo a dicembre), ma non sono stati sufficienti per riportare il saldo in nero e l’anno si è concluso a -6,8 miliardi. Per contro, i comparti di allocation hanno ricevuto 29,7 miliardi netti, con i prudenti e flessibili che hanno preso la fetta più grossa.

AllianceBernstein insegue Pimco
Nel reddito fisso, gli investitori hanno scelto gli asset più rischiosi ma sono rimasti ancorati ai marchi familiari, che probabilmente danno maggiori sicurezze in tempi incerti. Secondo le statistiche Morningstar, il comparto più popolare è stato il clone europeo del Pimco total return gestito da Bill Gross, che ha un rating Gold. Al secondo posto, si è collocato l’AB American income portfolio, che nel quarto trimestre ha messo a dura prova il primato di Pimco.

Chi ha perso il treno
Sul comportamento degli investitori, tuttavia, hanno pesato le emozioni. Uno dei fondi più popolari negli anni scorsi, il Templeton global bond, ha ricevuto richieste di riscatto per 1,7 miliardi, provenienti da chi è rimasto deluso dalla performance del 2011. Gli analisti di Morningstar hanno confermato il rating Silver, convinti della bontà dell’approccio del gestore, Michael Hasenstab, pur avvertendo sempre gli investitori dei rischi legati a scelte molto attive. In effetti, chi ha mantenuto i nervi saldi dopo il magro 2011, nell’ultimo anno è stato premiato. Ironia della sorte, le sottoscrizioni sono tornate alla fine del 2012 a rally inoltrato, dimostrando ancora una volta quanto sia difficile cercare di indovinare i momenti giusti per entrare ed uscire da un fondo.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures