Italia, alla fine si tira il freno

Dubai, Grecia e Spagna (oltre ai dubbi sul 2010) penalizzano anche il Belpaese.

Marco Caprotti 21/12/2009 | 13:39
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L’Italia frena sul finale. L’indice Msci del Belpaese nell’ultimo mese (fino al 21 dicembre e calcolato in euro) ha perso il 3,8%, portando a +14,9% la performance da inizio anno. E, per una volta, non è riuscita a restare al traino del resto d’Europa, il cui paniere, sempre negli ultimi 30 giorni, si è lasciato dietro l’1,4%.

Va ricordato tuttavia che per la penisola (come per il resto del Vecchio continente) si è trattato di settimane decisamente volatili e turbolente, caratterizzate dalla sfiorata bancarotta di Dubai (che ha rimesso in allarme le Borse internazionali), dalla crisi della Grecia e dagli allarmi sulla situazione spagnola lanciati dalle agenzie internazionali di rating. Tutti elementi che hanno finito per pesare sulla performance di Piazza Affari in un momento in

cui gli operatori si preparano a un 2010 che, i più ottimisti, definiscono incerto.

A dare un po’ di pepe agli acquisti ci ha pensato la politica, quando la Camera ha approvato la privatizzazione dell’acqua (decreto sul quale il governo ha posto la fiducia). A Piazza Affari hanno corso le utility, soprattutto le società idriche. Bisogna comunque ricordare che l’effetto del decreto Ronchi non è così immediato. La norma, infatti, prevede che la partecipazione pubblica nel capitale delle società idriche scenda, al 30 giugno 2013 al 40%, per poi diminuire ulteriormente al 30% nel 2016. Si prevedono, quindi, futuri riassetti azionari.

L’inizio dei lavori per la costruzione del ponte sullo Stretto, ha fatto viaggiare anche Impregilo. Il cantiere doveva essere inaugurato ufficialmente il 23 dicembre anche se la cerimonia slitterà per permettere al premier, Silvio Berlusconi di partecipare. Entro la fine dell’anno, comunque, cominceranno i lavori in Calabria, come ha detto il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci.

In Borsa ci sono state giornate positive per Luxottica e Bulgari. La spinta a questi titoli è arrivata dai dati americani sulle vendite al dettaglio migliori delle attese. Soprattutto in vista dei risultati dello shopping natalizio. Fa bene a questi comparti anche la Cina. La crescita del Paese asiatico è continuata nel terzo trimestre: il Pil è salito dell'8,9% grazie a un piano considerevole di rilancio che ha causato un boom dell'edilizia, una fiammata in Borsa e una ripartenza dei consumi delle famiglie.

La piazza finanziaria italiana è stata anche interessata da alcune manovre speculative che hanno toccato soprattutto le blue chip. Grande interesse è stato registrato per le azioni Fiat, dopo che sono rimbalzati rumor su un possibile interessamento della cinese Chery (che ha smentito) per lo stabilimento di Termini Imerese. Acquisti anche su Telecom Italia, dopo che l’amministratore delelgato, Franco Bernabè, ha sottolineato come non ci sia alcuna ipotesi di Opa da parte di Telefonica e che il gruppo investirà 3 miliardi nella banda larga.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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