Gestori, 2016 ancora azionario

L’indice di sentiment, calcolato da Morningstar, mostra un maggiore ottimismo per i mercati sviluppati. Piazza Affari è tra le preferite. Poche opportunità tra i titoli governativi tedeschi e americani.

Sara Silano 16/12/2015 | 10:29
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Scenario positivo per i mercati azionari e negativo per gli obbligazionari. Per i primi sei mesi del 2016, i gestori, interpellati da Morningstar nell’ultimo sondaggio, condotto all’inizio di dicembre tra le principali case di investimento che operano in Italia, sono convinti che l’equity possa ancora apprezzarsi, anche se ci sarà grande volatilità.

Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (MIISI), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa), su un orizzonte di sei mesi, conferma le precedenti previsioni, in particolare per quanto riguarda le Borse dei paesi sviluppati e del Giappone, che si avviano a chiudere il 2015 in progresso.

Eurolandia, ripresa più forte
A dicembre, l’indice MIISI sulle Borse del Vecchio continente è sceso a 65,73 punti, ma rimane ampiamente in territorio positivo. L’area euro si conferma tra le preferite dai gestori, nonostante le ultime decisioni della Bce abbiano deluso e la zona sia vulnerabile a shock interni ed esterni (geopolitici ed economici). Gli ultimi dati macro hanno mostrato un rafforzamento della ripresa e, secondo gli analisti di Morningstar, la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) nel 2016 sarà compresa tra l’1,5 e il 2%.

Il sentiment sull’Italia è ancora più ottimista (MIISI a ridosso dei 68 punti), dopo il buon andamento di Piazza Affari nel 2015 (+16,21% il Ftse Mib al 9 dicembre). I gestori confidano sul proseguimento delle riforme e sul completamento di quelle strutturali più urgenti che impattano sulla crescita e l’occupazione.

Wall Street, più ottimismo
L’indice MIISI su Wall Street rimane volatile. Dopo essersi avvicinato a uno scenario di neutralità a novembre, è risalito a dicembre, superando i 57 punti. L’economia statunitense appare in buona salute e dovrebbe continuare a crescere nel 2016 grazie alla domanda domestica. Il graduale rialzo dei tassi di interesse, insieme all’incremento dell’inflazione, dovrebbe mettere fine ai timori di stagnazione.

Tokyo, economia zoppicante
Il MIISI sull’indice Nikkei 225 scende da 64,5 a 62,64 a dicembre. Il 2015 è stato un anno difficile per l’economia, che fatica a intraprendere la via della crescita duratura. Il nuovo anno presenta ancora delle criticità, che richiederanno ulteriori interventi di politica monetaria e fiscale.

Emergenti affaticati
Sale appena sopra lo scenario neutrale, a 52 punti, il sentiment sui mercati azionari emergenti. Le previsioni di un collasso delle economie in via di sviluppo sono state smentite, ma rimangono dei rischi. Secondo le stime di Morningstar, il Pil dovrebbe crescere del 4,4% nel 2016, poco più di quest’anno. Il dollaro-forte e l’aumento dei tassi negli Stati Uniti rimangono la principale incognita per gli investitori.

Scenario negativo per i titoli di Stato
A dicembre, il sentiment sui prezzi dei titoli governativi tedeschi e americani scende sotto i 40 punti, segnalando uno scenario più negativo dei mesi scorsi. Il segmento appare costoso, soprattutto negli Stati Uniti, dove l’economia si muove verso la piena occupazione, aumenta la fiducia per un ritorno dell’inflazione al livello-obiettivo del 2% e la politica monetaria è sulla via della normalizzazione. A dicembre si ridimensionano le attese sulle quotazioni dei BTp decennali italiani e delle obbligazioni emergenti. In generale, i gestori si attendono una maggiore volatilità e privilegiano i corporate bond e gli emerging in valuta forte.

Dollaro più forte
A dicembre, l’indice MIISI sul rapporto di cambio tra euro e dollaro è risalito a 44,26 punti, un livello che non vedeva da aprile. Il biglietto verde potrebbe ancora apprezzarsi nei confronti della moneta unica, ma in modo più graduale rispetto al 2015. Il fattore trainante sarà la divergenza nelle politiche monetarie della Fed e della Bce.

MIISI - dicembre 2015

Hanno partecipato al sondaggio, condotto tra l’1 e il 9 dicembre, 17 gestori e strategist delle principali case di gestione e intermediazione operanti sul territorio. I partecipanti appartengono alle seguenti società:, Aletti Gestielle, Amundi Sgr, CFO sim, Columbia Threadneedle Investments, Decalia AM, Ersel AM, Ethenea Indipendent Investors, Exane Derivatives, FIA AM, GAM (Italia) Sgr, Investitori Sgr (Allianz Group), La Financière de L’Echiquier, M&G Investments, Sella Gestioni Sgr, Syz AM, Union Bancaire Privée.

Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI)
Il Morningstar Italy Investment Sentiment Index (MIISI) è un indice di sentiment elaborato dal team locale di analisti di Morningstar. È basato su un questionario inviato ogni mese alle principali case di gestione e intermediazione italiane ed estere alle quali viene chiesta una previsione a sei mesi sui principali mercati azionari, obbligazionari e valutari. In particolare, gli intervistati devono esprimere il loro livello di confidenza rispetto a tre scenari di mercato (in crescita, stabile e in discesa). I risultati vengono aggregati al fine della costituzione dell’indice. I segmenti sono dieci: mercati azionari europei, italiano, statunitense, giapponese e emergenti; titoli di stato decennali tedesco, statunitense, italiano e debito emergenti; cambio euro/dollaro. Per ciascun segmento il valore massimo è 100 (certezza della crescita del mercato) e il valore minimo è 0 (certezza del ribasso). La base è 50, che indica una posizione neutrale o di mercato stabile.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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