Morningstar promuove l’Ipo di Ferrari

Gli analisti valutano positivamente la quotazione del Cavallino e giudicano vantaggioso acquistare le azioni del Lingotto, che ora sono scambiate a un tasso di sconto del 30% rispetto al nostro fair value.

Francesco Lavecchia 11/06/2015 | 12:41
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Il semaforo verde per il debutto in Borsa scatterà a ottobre, ma gli analisti di Morningstar suggeriscono di prendere posizione sul titolo del Lingotto per assicurarsi le azioni di Ferrari. FCA collocherà sul mercato il 10% delle sue partecipazioni (pari al 90% del capitale sociale dell’azienda di Maranello) mentre le altre saranno distribuite tra i suoi azionisti. Gli investitori possono quindi assicurarsi le azioni del Cavallino pagando per Fiat un prezzo inferiore del 30% rispetto al nostro fair value che è pari a 20 euro.

Multipli da luxury brand
I nostri analisti hanno alzato la stima del valore di impresa di Ferrari a 8,5 miliardi di euro e ora valutano il titolo 11 volte il valore del suo Ebitda. Multipli che sono in linea con i valori medi riportati dalle società del lusso coperte dalle nostre analisi, ma inferiori a quelli indicati dal management, secondo il quale la società dovrebbe essere assimilata ad Hermés, il gruppo francese leader nel settore dei beni di alta gamma. Secondo gli analisti di Morningstar, Ferrari gode di una forte posizione di vantaggio (Economic moat), grazie ad uno dei brand di più alto valore al mondo, ma rispetto al gruppo transalpino paga una marginalità più bassa a causa della maggiore intensità di capitale richiesta dal settore automotive.

Il marchio Ferrari vale il Moat
Ferrari è uno dei marchi più importanti al mondo ed è l’unico del settore auto a cui Brand Finance (società leader nella consulenza sui marchi) assegna un rating massimo di AAA+. Questo forte posizionamento gli garantisce un pricing power molto alto. L’Arpu (Average revenue per unit, il ricavo medio per unità vendute) è stimato nel 2014 a 500.000 dollari, circa 200.000 dollari in più rispetto al più immediato inseguitore che è Lamborghini con 300.000 dollari.  Inoltre, ha una volatilità del fatturato e dei margini di profitto sensibilmente più bassa rispetto a quella dei suoi competitor, come Bentley e Porsche, e in alcuni casi anche di alcuni marchi di alta gamma come Swatch, Coach o Prada.

A differenza delle società del lusso nel settore retail, però, l’Economic moat di Ferrari è potenzialmente più instabile. Esso, infatti, è il frutto dei successi che hanno costellato la storia del Cavallino e nel caso in cui la scuderia di Maranello non riesca a tornare a conquistare il titolo di Formula 1 le ripercussioni sull’immagine del marchio potrebbero essere dannose. Al momento gli analisti di Morningstar indicano un Moat tra Ampio e Medio, in attesa di ottenere ulteriori dati finanziari in sede di Ipo.

 

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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