Come costruire un portafoglio high dividend

Morningstar ha elaborato una strategia che mira a massimizzare il rendimento assoluto grazie ad uno yield superiore a quello di mercato puntando su titoli che presentano un solido modello di business e interessanti prospettive di crescita della cedola. Ecco come funziona.  

Francesco Lavecchia 21/11/2014 | 09:52
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Come creare un portafoglio azionario che garantisca un ritorno del 10% annuo? La risposta dei nostri analisti è quella di abbinare un dividend yield superiore a quello del mercato con un sostanzioso capital gain. Il portafoglio Builder, creato da Morningstar nel 2005 grazie a un investimento iniziale di 100mila dollari (le holding del portafoglio insieme alla ricerca Morningstar sul dividend investing sono disponibile tramite abbonamento), si propone di realizzare un rendimento totale tra il 10% e il 12% in un orizzonte temporale di medio/lungo termine, avendo come obiettivo quello di ottenere un guadagno dalla componente reddito tra il 50% e il 100% più elevato rispetto a quello garantito mediamente dalle società quotate sull’S&P 500.

Il processo di selezione dei titoli
L’universo dei titoli eleggibili a comporre il paniere di circa 15-20 holding è rappresentato dall’universo equity analizzato dai nostri analisti (circa 1.500 società quotate sui listini azionari di tutto il mondo) che staccano cedola in maniera ricorrente e che hanno una capitalizzazione di mercato di almeno 500 milioni di dollari. Vincolo, quest’ultimo, inserito al fine di garantire agli investitori una sufficiente liquidità dei titoli.

Il processo di selezione delle azioni in portafoglio si articola su due livelli. Il primo screening punta a individuare tra le società eleggibili quelle che promettono un elevato guadagno in conto capitale, cioè quelle che Morningstar elegge tra le sue migliori idee di investimento. I requisiti da soddisfare in questo caso sono: godere di un vantaggio competitivo all’interno del settore di appartenenza (Economic moat), che è garanzia di una redditività superiore alla media e per un periodo prolungato di tempo; avere una quotazione di mercato inferiore o al massimo in linea con il nostro fair value; avere una buona visibilità sui risultati futuri; possedere un solido modello di business.

La ricerca del dividend yield
Il secondo livello di screening è centrato sull’obiettivo di realizzare un dividend yield superiore a quello di mercato. A questo proposito le valutazioni riguardano la sicurezza del dividendo e la possibilità che la cedola possa crescere in futuro. I nostri analisti guardano non solo alla stabilità finanziaria, ma anche alla disciplina della politica di dividendo, alla ciclicità del settore e al posizionamento dell’azienda all’interno dello stesso. Una società con solidi fondamentali, con un bilancio in salute e attiva in un business difensivo, ad esempio, sarebbe in grado di garantire un pay-out (quota di utili distribuiti agli azionisti) del 100%. Mentre un’azienda più esposta al ciclo economico, molto indebitata e in svantaggio rispetto ai leader del settore potrà probabilmente distribuire una percentuale tra il 30% e il 40%. Per individuare quei titoli che possono garantire una crescita futura della cedola, invece, si osserva il trend dei dividendi negli ultimi anni e lo si combina con altre variabili legate ai fondamentali dell’azienda come la crescita del fatturato o la stabilità dei margini di profitto. Si guarda poi alla destinazione dei flussi di cassa (acquisizioni, riacquisto di azioni proprie, taglio del debito, o altro) e al ruolo assunto dal pay-out ratio nell’andamento della crescita del dividendo. Se, ad esempio, un suo allargamento è coinciso in passato con un aumento della cedola, possiamo aspettarci che lo stesso risultato possa verificarsi anche in futuro. Alla fine di quest’analisi i nostri analisti formulano le loro aspettative sui futuri tassi di crescita del dividendo (cinque anni).

Diversificazione, ma con un obiettivo differente
Il terzo step nel processo di formazione del portafoglio è relativo alla diversificazione. La ripartizione degli investimenti tra diversi settori economici e aree geografiche è sempre conveniente, ma l’ottica con cui viene fatta, in questo caso, non è quella di limitare l’impatto di negativi andamenti del mercato nel breve periodo, ma piuttosto quella di ridurre il rischio che una delle società inserite nel listino decida un taglio del dividendo. Per questa ragione il portafoglio Builder è esposto su un maggior numero di comparti, anche se sovrappesa utility, energia, real estate e beni di consumo. La priorità degli analisti di Morningstar, in questo caso, è di garantire un alto dividend yield, e per questo sono disposti a sopportare che la performance possa differire da quella del mercato anche in maniera significativa su intervalli di breve periodo.

Per quanto concerne la gestione del portafoglio, invece, essa segue un'unica direttiva, quella della massimizzazione del rendimento totale. Ecco perché la vendita o l’acquisto di titoli non seguono alcuna regola precisa. L’investimento su nuovi avverrà solo nel caso in cui l’azione soddisfi i criteri citati in precedenza, mentre la liquidazione di alcune posizioni si verificherà solo nel caso in cui queste non garantiscano più un adeguato ritorno o ci siano delle altre dalle quali i nostri analisti si aspettano una performance maggiore. La liquidità in eccesso prodotta dalla dismissione di alcuni investimenti e dall’ammontare dei dividendi incassati è solitamente reinvestita nel portafoglio attraverso l’estensione delle posizioni esistenti o nuovi acquisti.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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