Fondi obiettivo, attenti a non inciampare lungo il sentiero

Sono prodotti previdenziali, oltre che di risparmio. Negli Stati Uniti hanno conosciuto un boom. E sono sbarcati anche in Italia. Quali sono i vantaggi e le criticità.  

Francesco Paganelli 27/06/2014 | 10:22
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I Fondi Obiettivo (Target date) sono prodotti del risparmio che uniscono le prerogative di un bilanciato con le esigenze di un prodotto unico diversificato, che si accordi alle proprie prospettive previdenziali attraverso la presenza di una data obiettivo.

La caratteristica strutturale di questi fondi è quella di avere una gestione dell’asset allocation sempre più conservativa con l’avvicinarsi della data obiettivo. Il gestore cercherà di generare un livello ottimale di rischio e rendimento in funzione dell’orizzonte temporale. In particolare, i pesi delle classi di attivo seguiranno un percorso predeterminato, che vedrà l’investimento nella componente azionaria diminuire (a vantaggio di liquidità e obbligazioni) con il passare degli anni. Logicamente, questa diminuzione seguirà percorsi diversi a seconda del gestore e della società.

La presenza di un ribilanciamento automatico dell’asset allocation lungo tutto l’arco della vita del fondo distingue i comparti della categoria “Fondi Obiettivo” (o Target date) da quelli classificati nei “Bilanciati Altro”. Questi ultimi, prodotti molto di moda negli ultimi anni, prevedono un mandato flessibile e non predeterminato, con possibilità di modificare i pesi delle classi di attivo in base alle performance passate e alle prospettive macroeconomiche del gestore. Pertanto hanno in comune solo la presenza di una data obiettivo.

Made in Usa
Questo genere di fondi è stato concepito negli Stati Uniti negli anni ‘90 e nel tempo ha raccolto uno straordinario successo (anche in virtù dei vantaggi fiscali, che li assimila a fondi di previdenza complementare). Secondo i dati Morningstar, a maggio 2014, le masse hanno raggiunto i 630 miliardi di dollari. I Target Date nascono per gestire la richiesta di prodotti “tutto-in-uno”, adatti ad investitori individuali e compatibili con l’evoluzione del profilo di rischio di un investitore (più aggressivo da giovane, più moderato all’approssimarsi della pensione). La loro configurazione più comune è quella di fondi di fondi. Ne risulta un prodotto dai costi competitivi, estrememante diversificato, che non necessita di ribilanciamenti di portafoglio (riducendo i costi di transazione), con una data obiettivo associata all’inizio della propria pensione.

Il problema è che non vengono sempre usati come dovrebbero. L’utilizzo ottimale è quello Buy-and-hold (compra e tieni) a “taglia unica” (cioè è meglio non sovrapporlo ad altri fondi o titoli finanziari che alterano il profilo di rischio del portafoglio). Invece, la mancanza di cultura finanziaria ne ha determinato un uso penalizzante per gli investitori stessi: disinvestimenti anticipati e uso combinato di più fondi Target Date sono gli errori più comuni.

Aspetti critici: il Glide Path
L’appeal di questi prodotti ha provocato un rapido aumento dell’offerta. Questa dinamica ha fatto sorgere un problema che inizialmente non esisteva: come scegliere il miglior Target Date?

Un parametro chiave nell’analizzare i fondi Target Date è il cosiddetto Glide Path, letteralmente sentiero di discesa dell’esposizione ai mercati azionari, o il livello ottimale di esposizione azionaria in ogni dato momento (qui ci occupiamo solo della quantità e non della qualità di questa esposizione). Negli Stati Uniti, lo scenario attuale vede dunque un’offerta enorme di fondi che per una stessa data obiettivo offrono pesi della componente azionaria (e dunque profili di rischio) completamente diversi tra loro:

Da cosa dipende il Glide Path? Esso è funzione di diversi parametri: convenzionalmente del reddito percepito, del tasso di risparmio, dell’investimento iniziale, dell’orizzonte temporale.

Ma le ricerche effettuate da Morningstar (ed implementate da Morningstar Investment Management nei propri prodotti) hanno portato ad un superamento di questo approccio, attraverso il cosiddetto Total Wealth Approach, che introduce nuove variabili per il calcolo dell’asset allocation ottimale, come il proprio livello di capitale umano e di ricchezza immobiliare. Questo approccio mira a introdurre un numero di vincoli e un livello di personalizzazione superiori alla concorrenza.

L’offerta in Europa
In Europa esistono oggi 284 comparti targe date, classificati a seconda della data obiettivo (es. 2015-2020, 2021-2025 ecc.). La crescita di questi prodotti in Europa è stata lenta e concentrata inizialmente nei paesi scandinavi, ma sembra avere avuto un’accelereazione di recente, come si evince dalla seguente tabella.

 

In termini di masse, le maggiori società di gestione sono Aletti Gestielle, Fidelity e la svedese Handelsbanken, ma l’offerta a livello europeo vede attive anche altre società, come BNP Paribas, HSBC, Allianz e Robeco, per nominare le più conosciute in Italia. Soltanto una manciata di questi comparti sono attualmente venduti in Italia: i fondi Fidelity e Aletti Gestielle. Tuttavia, il Gestielle Cedola MultiAsset, lanciato a fine 2013, è oggi il più grande fondo distribuito in Europa  (con un patrimonio pari a 2,3 miliardi di euro). Il Cedola MultiAsset si caratterizza per una data obiettivo di cinque anni (2019) e per due cedole già stabilite (pari al 3% del NAV iniziale) da pagarsi nel 2014 e 2015.

Performance
L’unico fondo che si sta avvicinando alla scadenza è il Fidelity Funds - Target™ 2015 (Euro) Fund A-Acc-EUR , partito a luglio 2006. La storia di questo fondo è nel grafico dell’esposizione azionaria, che come descritto in precedenza segue un percorso decrescente e predeterminato (cosa che ha richiesto un vistoso aggiustamento nel 2008, come si vede qui sotto). 

Nonostante lo sfortunato timing del fondo (investimento maggiore in azioni previsto tra il 2006 e il 2009), il Fidelity ha ottenuto un rendimento annualizzato del 2,97% tra agosto 2006 e fine maggio 2014.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Francesco Paganelli

Francesco Paganelli  è Fund Analyst di Morningstar in Italia

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