VIDEO: Draghi, nessuna rivoluzione

Armando Carcaterra (Anima Sgr) non si aspetta misure shock da parte della Bce. Inoltre, i partiti euroscettici potrebbero trasformarsi in un fattore positivo. Le prospettive sull’Italia restano buone.  

Valerio Baselli 28/05/2014 | 11:55
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Valerio Baselli: Mi trovo con Armando Carcaterra, responsabile investimenti di Anima Sgr. Buongiorno Armando e grazie.

Armando Carcaterra: Buongiorno a voi.

Baselli: L’economia europea sta vivendo una fase di crescita, seppur fragile, quali sono ad oggi secondo lei i rischi maggiori di questa debole crescita?

Carcaterra: Siamo arrivati a un momento importante, nonché interessante. Da un lato abbiamo avuto nel corso dei mesi scorsi una serie di segnali positivi sulla ripresa dell’area euro, che ha interessato anche i paesi periferici. Le notizie nel corso degli ultimi giorni sono un po’ peggiorate, con i dati relativi alla crescita del primo trimestre, anche l’Italia non si è distinta, con un tasso di crescita pari a zero. Qualche nodo è ritornato al pettine.

Tutto questo è arrivato in un momento particolare, visto che ci saranno fra poco le elezioni europee (l’intervista è stata registrato giovedì 22 maggio Ndr) e all’inizio di giugno ci sarà la nuova riunione della Banca centrale europea. Quindi, un primo fattore di rischio a brevissimo potrebbe essere l’esito delle elezioni europee. In realtà, anche qui si può discutere. Sembra probabile che i partiti euroscettici avranno un certo riscontro. È però da capire se questo segnale, forse di protesta contro il troppo rigore, sarà un fattore particolarmente destabilizzante. Potrebbe addirittura girare in positivo, se potesse trasformarsi in un fattore di prossione che spinga i governi ad agire con più convinzione sul lato della crescita. Aiutando così anche l’azione di Draghi.

Baselli: Ecco, a proposito di Mario Draghi, le sue politiche sono state acclamate nei mesi scorsi, dal famoso whatever it takes, detto appunto per rassicurare i mercati. Ciò nonostante, ultimamente, le politiche della Bce sono state anche criticate da chi pensa che sia ormai giunto il tempo di essere più coraggiosi. Qual è la sua opinione a questo proposito?

Carcaterra: Ormai siamo vicini alla riunione della Bce di giugno, dove Draghi ha esplicitamente promesso che qualcosa di diverso, in più, dal lato dell’espansione monetaria avrebbe fatto. Ci tocca vedere esattamente che cosa porterà questa riunione. I mercati scontano assolutamente che Draghi faccia qualcosa, a maggior ragione nel caso in cui le elezioni fossero un elemento destabilizzante. Draghi finora si è sempre mosso con molta decisione ma anche gradualità, per cui non credo che il 5 giugno vedremo una rivoluzione in termini di interventi per l’economia europea. Sicuramente però ci dovrà essere un elemento di discontinuità. Ci sono state critiche, ma ormai siamo arrivati al punto e ci converrà aspettare il 5 di giugno.

Baselli: Per chiudere, quali sono le vostre prospettive per il mercato italiano da qui alla fine dell’anno?

Carcaterra: Il mercato azionario e obbligazionario in Italia non vanno tanto in maniera differenziata, quindi possiamo dare una risposta univoca per entrambi. Dovesse mantenersi il quadro politico attuale, o anche rafforzarsi, questo giocherebbe a favore, perché è necessario che una serie di misure che sono state annunciate trovino una vera realizzazione. Rimaniamo costruttivi sugli investimenti in Italia, sia lato azionario che obbligazionario, perché in Italia ci sono ancora tassi d’interesse superiori a quello dei paesi core, per cui nel caso in cui le cose dovessero funzionare dal lato politico e istituzionale ci sarebbe spazio per vedere ancora un miglioramento del famoso spread Btp-Bund. Cosa che a sua volta, aiuterebbe tutto il sistema economico e finanziario, e anche la Borsa.

Baselli: Grazie ad Armando Carcaterra.

Carcaterra: Grazie a voi.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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