Consulenza, qual è il giusto prezzo

In Inghilterra, sarà il primo nodo critico affrontato nel rapporto tra i promotori finanziari e i clienti, in seguito all’entrata in vigore della nuova normativa.

Azzurra Zaglio 06/12/2012 | 15:30
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Costi, è questo il primo punto all’ordine del giorno che i consulenti finanziari inglesi dovranno affrontare con i clienti, in seguito all’entrata in vigore della nuova normativa sulla distribuzione, la Retail distribution review (Rdr), dal primo gennaio 2013.

Seppur il documento tocchi diverse questioni dell’advisory, come ad esempio i livelli minimi di qualifica professionale, a destare maggiore interesse e anche a preoccupare di più è il tema dei costi e la loro abolizione. Tra l’altro, l’industria è profondamente cambiata. Nel 1980, nel Regno Unito operavano oltre 300 mila financial adviser, mentre nel 2012 le cifre si aggirano intorno ai 25 mila e le previsioni future, sempre secondo i dati della Fsa (la Consob inglese), nel 2015 scenderanno ancora, a 21 mila circa.

Da allora…
In passato, un consulente finanziario elargiva soluzioni di investimento sotto forma di uno o più prodotti finanziari, come una pensione o un fondo comune di investimento. Era la vendita di tali prodotti che generava compensi per i consulenti, mentre il servizio era “gratuito”. Dal punto di vista del cliente, era il prodotto finanziario a essere pagato e per il suo tramite il promotore. Dal lato del consulente, quantificare il valore della prestazione non era quindi necessario, vista la commissione ricevuta per il collocamento del prodotto.

…ad oggi
Tra meno di un mese, invece, la commissione per il servizio in Inghilterra non sarà più un’opzione e gli investitori si preparano a conoscere questi nuovi costi reali. Ma entrambe le parti hanno ancora limitata esperienza in materia. Le commissioni e le spese saranno la prima discussione da affrontare con il proprio consulente. Un fattore che il consulente deve considerare, in quanto spetta a lui essere in grado di comunicare nel giusto modo la necessità di una fee al termine del servizio. Il risparmiatore potrebbe, infatti, pensare che il valore esista solo e unicamente nella transazione finanziaria e non nel supporto. Facile, dunque, cadere in errore: la transazione deve essere percepita come la conseguenza di una buona consulenza finanziaria e di una buona capacità di gestione; non il contrario.

Ironia della sorte, l’aspetto più importante del servizio era anche l’unico non pagato. Ma come scrisse Charles Darwin, “Colui che sopravvive non è il più forte della specie, né il più intelligente, ma colui che sa affrontare il cambiamento”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Azzurra Zaglio

Azzurra Zaglio  è stata Redattrice di Morningstar in Italia.

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