Etf a confronto: Msci Russia Capped

Partendo dalle ricerche Morningstar, abbiamo messo a confronto i diversi replicanti dell’indice dedicato al mercato russo.

Valerio Baselli 04/09/2012 | 09:22
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La Russia, economia principale dell’Europa orientale, continua a registrare continui progressi dell’attività industriale che vanno a braccetto con una crescita della fiducia dei consumatori che ha toccato il massimo degli ultimi quattro anni. Secondo i calcoli del Fondo monetario internazionale, il Pil del paese nel 2012 e l’anno prossimo dovrebbe registrare un miglioramento del 4%. La domanda interna dovrebbe controbilanciare il calo delle esportazioni dalla Russia verso i suoi principali partner commerciali (Cina e Europa) che, per motivi diversi, stanno registrando un rallentamento della crescita congiunturale.

Il peso del governo nell’economia è stimato a circa il 50%. Recentemente, la Russia ha annunciato un programma di privatizzazioni del valore di circa 100 miliardi di dollari, in modo da liberare parti enormi dell’economia dalla proprietà statale; tuttavia, i dettagli del piano restano poco chiari. Inoltre, un recente studio condotto da uno studio legale di Mosca ha rivelato che le società russe hanno poca fiducia nel sistema giuridico interno e credono che solo il 10% delle leggi siano utili per le imprese. Il sistema attuale, infatti, offre una difesa poco efficace se gli accordi tra società sono violati.

L’economia russa è fortemente dipendente dai prezzi dell’energia, dato che circa la metà delle entrate annue provengono da petrolio e gas. Infatti, si stima che il bilancio pubblico raggiunga la parità solo se il prezzo del petrolio non scenderà sotto i 117 dollari a barile. Negli ultimi dieci anni, i ricavi del petrolio sono stati utilizzati per finanziare aumenti della spesa sociale, aiutando molti dipendenti statali e pensionati a uscire dalla povertà.

Il paese soffre di enormi deflussi di capitale. Secondo la Banca centrale russa, essi sono più che raddoppiati lo scorso anno a oltre 80 miliardi di dollari; nei primi quattro mesi del 2012 sono stati ritirati altri 46,5 miliardi. L’inflazione è salita del 4,3% nel mese di giugno rispetto all’anno precedente e dello 0,9% rispetto a maggio. Questo mette in evidenza le difficoltà incontrate dalla Banca centrale nel mantenere il tasso d’inflazione sotto il minimo storico dello scorso anno del 6,1%.

Tuttavia, la Russia può contare su una delle più grandi riserve di valuta estera del mondo (513 miliardi di dollari a giugno 2012) e ha uno dei debiti pubblici più bassi tra le principali economie. Nel 2011, il rapporto debito/Pil in Russia era solo del 9,6%, rispetto al 102,9% e all’81,5% degli Stati Uniti e della Germania, rispettivamente. Questo è particolarmente impressionante dato lo shock fiscale sperimentato durante la crisi russa del 1990, che ha lasciato il paese con un rapporto debito/Pil del 97% nel 1999. Questa dotazione di capitale dà al governo un maggior spazio di manovra per ulteriori pacchetti di stimolo, se necessari.

L’indice
L’Msci Russia Capped Index offre esposizione ai titoli azionari russi a grande capitalizzazione. L’indice è basato sulla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante e raggruppa titoli contenuti nell’Msci Russia, prevedendo dei vincoli (cap) sul peso dei singoli titoli. I titoli che rappresentano più del 25% del valore dell’Msci Russia tradizionale sono limitati su base giornaliera al 22,5% e su base trimestrale al 20%. La capitalizzazione di mercato corretta per il flottante è il metodo utilizzato per pesare i componenti rimanenti. Nel caso in cui nessun titolo superi i limiti indicati, tutti i componenti vengono ponderati in base alla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante. Il benchmark viene ribilanciato trimestralmente e calcolato in dollari Usa a ogni chiusura giornaliera. L’indice è fortemente polarizzato verso il settore dell’energia (55% del valore), seguito dai finanziari (16%) e dai materiali (12%). Si presenta molto concentrato, con i primi cinque titoli che rappresentano quasi il 60% del valore totale.

db x-trackers MSCI Russia Capped Index
L’Etf utilizza la replica sintetica. Invece di detenere i titoli effettivi nell’indice, come in un Etf a replica fisica, il fondo stipula un contratto con un emittente di swap (in questo caso la controparte del fondo è Deutsche Bank) che consegna il rendimento dell’indice (meno una commissione) in cambio del rendimento del paniere collaterale, che viene costodito da un depositario, in questo caso State Street Bank Luxembourg. Il paniere, composto da azioni blue-chip americane, europee ed asiatiche, viene prezzato ogni giorno.

In caso di inadempimento della controparte, vi è il rischio che il curatore o l’amministratore possa congelare il paniere collaterale, costringendo i sottoscrittori all’attesa per recuperare i loro beni. Perciò i livelli di collaterale sono inizialmente fissati al 105-120% del Nav del fondo, uno dei più alti del settore. Secondo il prospetto informativo il fondo non può avere un’esposizione al rischio di controparte superiore al 10%, cioè il collaterale deve sempre valere almeno il 90% del fondo, ma in pratica l’esposizione di questo Etf è sempre pari a zero. Il replicante non effettua operazioni di prestito titoli e non distribuisce dividendi.

Le commissioni totali sono pari allo 0,65%, sotto la media dei concorrenti.

Per leggere l’Etf  Analysis completa, clicca qui.

iShares MSCI Russia Capped Swap
iShares, che di solito utilizza la replica fisica, opta in questo caso per la replica sintetica. Infatti, La replica dell’indice avviene attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari derivati, principalmente contratti swap che mirano a riflettere la performance dell’indice sottostante. La piattaforma iShares swap-based è una struttura con controparte multipla che diversifica il rischio grazie alla presenza di diverse controparti. L’esposizione swap presenta una posizione over collateral in qualsiasi momento e utilizza un collaterale formato da titoli obbligazionari dell’area G10 o titoli azionari, e un over collateral, appunto, che può arrivare fino al 20%. La funzione di entrambi è quella di ridurre il rischio di controparte. Il fondo, domiciliato in Irlanda, non prevede distribuzione di dividendi.

L’indice Ter è pari a 74 punti base, nella media di categoria.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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