Turchia, prove da grande

La Borsa di Istanbul è salita di oltre 40 punti da inizio anno e l’outlook resta positivo. Ma occhio a non scottarsi.

Valerio Baselli 30/08/2012 | 09:42
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Prosegue il miracolo turco. Il paese che funge da porta meriodionale tra occidente e oriente continua a regalare soddisfazioni agli investitori. Il mercato azionario turco, infatti, è stato uno dei migliori a livello mondiale, con una performance dell’indice Msci Turkey da inizio anno di oltre il 40% (dati in euro al 28 agosto). La performace a un anno è del 39,7% e quella a tre anni annualizzata è pari al 10,3%.

Il rigore paga
“L’economia turca ha resistito alle recessioni globali vissute negli ultimi anni”, commenta Ercan Güner, gestore del fondo Hsbc Gif Turkey Equity fund, in una nota. “I suoi punti di forza sono il basso livello di debito pubblico e privato, la demografia favorevole e un solido e redditizio settore bancario”.

Infatti, un decennio di disciplinata politica di bilancio ha nettamente ridotto il rapporto tra debito e Pil. Dopo un lieve incremento nel 2009, è sceso al 42% nel 2011 e si prevede che continuerà a diminuire nei prossimi anni. Uno dei più bassi in Europa. “Il contenuto livello di indebitamento delle famiglie (solo il 18% del Pil) e un mercato dei mutui per la casa a livello embrionale, forniranno carburante per il futuro potenziale di crescita dell’economia turca”, prosegue Güner. Inoltre, la popolazione, oggi 72 milioni di abitanti, è in crescita dell’1,3% annuo. L’età media è di 28 anni. Solo il 15% della popolazione dovrebbe avere più di 60 anni nel 2025.

Dopo aver registrato forti incrementi del Pil negli ultimi anni (9% nel 2010 e 8,5% nel 2011), il tasso di crescita della Turchia dovrebbe rallentare al 3,6% nel 2012, almeno secondo le ultime stime rilasciate dalla Banca centrale turca. Secondo il gestore di Hsbc, ciò rappresenterebbe un atterraggio morbido piuttosto che un ritorno al periodo di “alti e bassi” che l’economia turca visse negli anni ‘90.

L’Europa è lontana
Inoltre, il paese rimane in qualche modo isolato dalla crisi economica in Europa. Anche se il Vecchio continente è una destinazione importante per le esportazioni, la Turchia è riuscita ad aumentare le proprie esportazioni, guadagnando quote di mercato in tutti quei mercati in cui la domanda di prodotti più economici è aumentata. Inoltre, ha controbilanciato la sua dipendenza dalle importazioni di energia e materie prime, con un incremento dell’export verso i paesi produttori del Mena (Midlle est north Africa).

Questi fattori combinati hanno contribuito a ridurre il forte disavanzo delle partite correnti, che ha raggiunto il 10% del Pil nel 2011, mentre l’inflazione è scesa al 9,1% e si prevede un ulteriore calo al 6,7% entro la fine dell’anno in base all’ultima indagine della Banca centrale.

Valutazioni a sconto
Anche se per il mercato azionario turco esiste la possibilità di una correzione a breve termine dovuta alla frenata dei mercati mondiali, l’ottimismo rimane nel medio e lungo termine.

“Malgrado il disavanzo delle partite correnti costituisca uno dei principali rischi per l’economia, rimaniamo ottimisti sullo schema recentemente introdotto dal governo proprio per affrontare questa tematica, così come siamo positivi sulla politica monetaria flessibile della Banca centrale nel breve termine”, afferma Güner. “Nel frattempo, nonostante il recente rally, l’equity turco rimane poco costoso, con i PER (Price/Earnings Ratio – Rapporti Prezzo/Utile) molto interessanti, che sfiorano la media storica a cinque anni”.

Prudenza
Nonostante tutto, occorre comunque ricordare che la Turchia, così come tutti i mercati emergenti, presenta un rischio superiore alla media. Oggi è un Paese che cresce molto velocemente, con una rosa di società competitive su scala internazionale, che puntano sulle esportazioni e che attraggono milioni di dollari di investimenti stranieri. Proprio l’importante ruolo delle esportazioni, ad esempio, potrebbe essere un problema. Senza dimenticare l’ancora alto tasso di disoccupazione e le incertezze politiche.  

L’offerta italiana
Gli investitori italiani possono esporsi al mercato turco scegliendo tra sette diversi fondi comuni e tre Exchange traded fund quotati a Piazza Affari, come riportato nelle tabelle seguenti. Gli analisti di Morningstar invitano, sempre e comunque alla cautela, quando si scegli un fondo specializzato su un singolo paese e suggeriscono di dedicare al massimo una piccola porzione di un portafoglio molto diversificato.

Dati in euro al 28 agosto al lordo dell’imposta sul capital gain.
Fonte: Morningstar Direct.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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