Titolo: Abercrombie & Fitch
Isin: US0028962076
Settore: Beni di consumo ciclici
Borsa: Nyse
Rating Morningstar: 4 stelle
Prezzo obiettivo: $ 42
Commento:
I dati del secondo trimestre di Abercrombie & Fitch evidenziano le difficoltà che la società americana sta incontrando da un anno a questa parte. Il calo dei consumi nei Paesi europei e il rallentamento dell’economia in quelli asiatici hanno frenato la crescita dei ricavi (+4%) e ridotto in maniera significativa i margini di profitto. In virtù di questi risultati e delle negative prospettive per il prossimo futuro, il management dell’azienda ha deciso di tagliare il numero di nuove aperture per quest’anno, optando per una politica di espansione più oculata. I nostri analisti valutano positivamente questa inversione di tendenza per due ragioni: la prima è che in questo modo Abercrombie dovrebbe frenare l’effetto cannibalizzazione che nel mercato europeo ha ridotto il tasso di crescita delle vendite dei cosiddetti “comparable stores”, ovvero dei negozi con almeno 12 mesi di vita (misura utilizzata per quantificare la crescita al netto dell’effetto espansione), al 5%; la seconda è legata ai vantaggi derivanti da un investimento più oculato della liquidità. Questa, infatti, potrà essere restituita agli azionisti attraverso un incremento dei dividendi o il riacquisto di azioni proprie (buy-back), come del resto già previsto dall’azienda che ha recentemente annunciato la sua intenzione di allargare il suo piano di buy-back fino al 27% dei titoli in circolazione.
La crisi ostacola il piano di espansione
In un segmento molto concorrenziale come quello della vendita al dettaglio di abbigliamento giovanile, caratterizzato da basse barriere all’ingresso, Abercrombie ha avuto il merito di imporre al mercato i suoi prodotti ad una fascia di prezzo molto più alta rispetto alla media dei suoi competitor, costruendosi in questo modo un immagine di marchio aspirazionale. Purtroppo per l’azienda americana, il suo piano di sviluppo fuori dai confini nazionali arriva in un momento molto negativo per l’economia europea, in cui la disoccupazione giovanile è ai massimi, e questo rischia di trasformare la sua arma vincente in punto debole. L’elevato prezzo dei suoi prodotti, infatti, rischia di spingere i consumatori verso i suoi concorrenti, danneggiando fatturato e profittabilità. Le previsioni dei nostri analisti, infatti, sono orientate alla prudenza. Per i prossimi anni è attesa una flessione dei ricavi (+6% nel 2012 rispetto al +20% del 2011) a causa del negativo risultato delle vendite registrate dai “comparable stores” e del taglio di circa 90 punti vendita nei prossimi quattro anni, mentre il margine industriale (differenza tra Ricavi e Costo del venduto) dovrebbe progressivamente migliorare toccando quota 63% nel 2014. Queste valutazioni conducono a una stima del prezzo obiettivo di 42 dollari per azione, che vale alla società americana un rating Morningstar di quattro stelle. Nonostante questo corrisponda ad una raccomandazione di estendere la posizione sul titolo, i nostri analisti consigliano di aspettare segnali di ripresa più convincenti prima di prendere posizione sul titolo.
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