Spending review, Covip salva

Il governo approva in extremis il maxi emendamento che elimina la fusione con l’Isvap. L’industria della previdenza approva.

Valerio Baselli 21/08/2012 | 13:47
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La Covip è salva. La Commissione di vigilanza sui fondi pensione, infatti, doveva venire soppressa e incorporata nel nuovo istituto Irvap, che avrebbe anche accolto le funzioni dell’Isvap (Istituto di vigilanza sulle imprese di assicurazione). Sembrava fatta. Il progetto era incorportato nel decreto sulla spending review, approvato da Senato e Camera nella prima settimana di agosto, sul quale fra l’altro il governo aveva posto la fiducia. Lo scopo era proprio quello di fondere i due istituti in modo da abbassare i costi a carico dello Stato.

Dietrofront
L’esecutivo sembrava deciso nel rifiutare le varie modifiche proposte dagli schieramenti. Tuttavia, alla fine è stato approvato un maxi emendamento. Top of FormTra le novità, rispetto alla prima versione, c’era proprio il destino dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni e quello sui fondi pensione. Alla fine si è salvata dai tagli la Covip, mentre è stata confermata l’eliminazione dell’Isvap, le cui funzioni passano al nuovo Ivass, controllato dalla Banca d'Italia. 

Le reazioni
La notizia ha suscitato reazioni molto diverse tra chi sperava in un ulteriore taglio della spesa (e ha visto la retromarcia del governo come un atto di debolezza e l’ennesima occasione mancata per  riformare l’amministrazione pubblica) e chi invece auspicava il mantenimento in vita di un’Authority specifica per la previdenza complementare, in quanto l’accorpamento della Covip e dell’Isvap avrebbe abbassato la qualità della vigilanza e avrebbe anche potuto generare eventuali conflitti d’interesse.

Controllori e controllati
“Il buon senso ha prevalso”. Così Fabio Ortolani, presidente di Fonchim, ha commentato la decisione del governo di mantenere in vita l’istituto. “La Covip, che in questi anni ha avuto il merito di ascoltare tutti gli interlocutori della previdenza, è un ente di controllo che deve restare, anche nella formazione degli organi, nella più assoluta terziarietà. Deve essere in sostanza un ente neutro, di garanzia, la cui attività non può essere inserita in ambiti e contesti globali”.

“Subito dopo la proposta del governo”, continua Ortolani, “avevo più volte dichiarato che sulla Covip si stava facendo un errore. Il nuovo organismo, l'Ivarp, non sarebbe mai riuscito ad assicurare un'attività di vigilanza autonoma sulla previdenza complementare. Unire sotto il controllo di un’unica autorità i fondi pensione e i gestori che hanno i loro mandati sarebbe stato come mettere insieme controllori e controllati”.

La strada è ancora lunga
“Non va mai dimenticato che la previdenza integrativa in Italia deve fare ancora molta strada”, prosegue il presidente di Fonchim. “Pochissimi italiani hanno la consapevolezza di quella che sarà la situazione tra 30 anni, quando i primi lavoratori andranno in pensione con il nuovo sistema contributivo, che garantirà cifre di molto inferiori a quelle attuali. Per questo è essenziale fare tutto il possibile per garantire la crescita dei fondi pensione, anche attraverso un ente autonomo come la Covip. Inoltre ritengo sia fondamentale avviare campagne d’informazione da parte del governo che consentano ai lavoratori italiani di avere a disposizione tutti i mezzi per comprendere le caratteristiche della previdenza complementare e aderirvi in piena consapevolezza”.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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