Il Sudamerica vuole risentire il Samba

Gli investitori scappano dall'area emergente. Ma dicono gli analisti, la regione ha ancora carte da giocare. Anche grazie al Brasile.

Marco Caprotti 29/05/2012 | 16:30
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L’America latina ha perso smalto. La riverniciata, però, potrebbe venire dagli investitori che vorranno sfruttare la crescita domestica. L’indice Msci della regione nell’ultimo mese (fino al 28 maggio e calcolato in euro) ha perso il 6,7%. Questo ha portato a +0,6% la performance da inizio anno. Un andamento decisamente sottotono rispetto alle prospettive di inizio anno quando l’area emergente avrebbe dovuto approfittare della ripresa degli Stati Uniti e della corsa (ancorché in via di rallentamento) della Cina.

Lo scenario poi è cambiato. Gli Usa devono dimostrare con i dati macro che escono quasi quotidianamente di avere una congiuntura in grado di continuare a viaggiare. Il colosso asiatico, per parte sua, sta mostrando segnali di una frenata che gli operatori non si attendevano e che a molti sembra incredibile. Tanto che sul mercato si rincorrono sempre più spesso le voci di un possibile intervento del governo per fornire un po’ di carburante alla locomotiva cinese.

Calcio e Giochi olimpici
Tutto questo rappresenta un problema per una regione come quella sud-americana che vive di esportazioni dirette principalmente verso il potente vicino del nord e in Asia. La zona del Latam tuttavia, secondo gli operatori, ha diverse frecce da mettere al suo arco. “L’area presenta temi di investimento interessanti”, spiega un report preparato da La Compagnie Financière Edmond De Rothschild. “C’è l’aumento dei consumi personali, guidati dalla crescita della classe media, ma ci sono anche le possibilità legate alla Coppa del mondo del 2014 (in Brasile, Ndr) e ai Giochi olimpici del 2016 (a Rio, Ndr). L’America latina, inoltre, dovrà abbassare i costi di trasporto delle commodity. Questo significa fare degli investimenti nelle infrastrutture”.

Il volano resta il Brasile
Il paese su cui gli operatori continuano a tenere accesi i fari è il Brasile che, nonostante una fase di stanca, rappresenta ancora il volano della regione. “Continua ad essere uno stato emergente con una storia e prospettive interessanti”, spiega una nota di Brigitte Posch gestore di un portafoglio dedicato alle zone in via di sviluppo di Pimco. “E’ vero che la crescita si è raffreddata negli ultimi anni (per il 2012 ci aspettiamo un +2,5%). Tuttavia la frenata è stata avvertita soprattutto nei segmenti più legati alle esportazioni. La domanda interna è forte, così come il mercato del lavoro”. Secondo i dati del Ministero per l’occupazione nel corso degli ultimi cinque anni il paese sudamericano è stato in grado di creare un milione di posti. “Il governo si è impegnato a finanziare lo sviluppo infrastrutturale per dare una spinta alla crescita congiunturale. Per gli investitori, i mezzi finanziari richiesti per questo tipo di operazioni possono rappresentare un’opportunità interessante”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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