Etf a confronto: Msci EM Latin America

Partendo dalle ricerche Morningstar, abbiamo messo a confronto i diversi replicanti dell’indice dedicato all’America Latina.

Valerio Baselli 23/04/2012 | 10:47
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I mercati dell’America Latina hanno archiviato un ottimo primo trimestre 2012, grazie al rinnovato ottimismo degli operatori dovuto all’economia statunitense in ripresa e all’iniezione di liquidità da parte della Banca centrale europea. Nei primi tre mesi dell’anno, l’indice Msci EM Latin America ha guadagnato il 14%, contro l’11% dell’Msci World.

La maggior parte dei paesi emergenti ha superato la crisi ed è in forma; come ad esempio il Brasile, dove la crescita della classe media stimola la domanda interna. Il consumo è visto come un potente driver a lungo termine. Il Brasile, inoltre, continua ad attrarre investimenti esteri. Tuttavia, gli investitori non devono sottovalutare la dipendenza del paese dalla Cina, suo principale partner commerciale. In effetti tutta la regione è molto sensibile ai prezzi delle materie prime e alla situazione congiunturale asiatica.

Il Messico, secondo componente più grande dell’indice, è profondamente integrato nella catena di approvvigionamento degli Stati Uniti e dipende quindi fortemente sullo stato di salute dell’economia statunitense. Circa l’80% delle esportazioni messicane sono dirette agli Usa. Il Paese sta beneficiando del miglioramento della congiuntura nordamericana; tuttavia, il rafforzamento del peso messicano può pesare sulle esportazioni. La valuta si è apprezzata del 9% circa rispetto al dollaro nel primo trimestre del 2012.

Ampi differenziali dei tassi di interesse e forti prospettive di crescita rendono l’America latina un obiettivo privilegiato per i capitali di investimento stranieri. Tuttavia, secondo gli analisti di Morningstar, i continui flussi di denaro provenienti dall’estero potrebbero minacciare la competitività della regione. In generale, il fattore-chiave per lo sviluppo del sub-contimente rimane il prezzo delle materie prime.

L’indice
L’Msci EM Latin America è basato sulla capitalizzazione del mercato corretta per il flottante ed è rivalutato ogni semestre. Comprende il Brasile, il Cile, la Colombia, il Messico e il Perù. Ha in portafoglio circa l’85% di tutti i titoli di questi mercati, appartenenti a nove diversi settori.

Ad oggi, l’indice presenta una grande concentrazione in azioni brasiliane (63% del valore); seguono Messico (21%), Cile (8%), Colombia (5%) e Perù (3%). A livello settoriale, i titoli finanziari sono i più presenti (21,3%), seguiti dai materiali (21,1%) e dai beni di consumo primari (16%). La più grande esposizione singola è Petrobras. Nel complesso, l’indice è piuttosto concentrato, con le prime 10 aziende che rappresentano quasi il 50% del valore complessivo.

L’Msci EM Latin America è strettamente correlato ai mercati azionari internazionali. Negli ultimi tre anni, la correlazione con l’Msci Europe è stata del 74% e con l’Msci World dell’89%.

iShares Msci EM Latin America
Il fondo utilizza una tecnica di campionamento ottimizzato per cercare di replicare la performance del benchmark, il che consiste nell’acquisto di un insieme di titoli scelti in modo da creare un portafoglio sufficientemente simile a quello del benchmark ma con un numero di componenti inferiore, in modo da ottimizzare i costi di transazione. In determinate circostanze il fondo può anche utilizzare strumenti derivati ​​per raggiungere i suoi obiettivi. Attualmente, il fondo gestisce circa 430 milioni di dollari.

La liquidità derivante dai dividendi delle azioni sottostanti viene trattenuta nel fondo fino al momento della distribuzione, che avviene su base trimestrale. Questa pratica può potenzialmente creare una differenza negativa tra i rendimenti, durante le fasi di mercato rialzista. Vale però anche il contrario.

Dato che il fondo ha esercitato attività di  prestito di titoli per meno di 12 mesi, non sono disponibili informazioni sull’entità e sul contribuito al fondo di questa pratica. In generale, iShares trattiene il 40% delle entrate derivanti dai prestiti per coprire i costi di questa attività e trasferisce il 60% delle entrate al fondo. Prima di ottobre 2010, la divisione era di 50/50.

Il Total expense ratio (Ter) del fondo è dello 0,74%, più alto della media dei concorrenti.

Per leggere l’Etf analysis completa clicca qui.

db x-trackers Msci EM Latam Trn Index
L’Etf db x-trackers Msci EM Latam utilizza il metodo sintetico. La controparte swap del fondo è Deutsche Bank. Invece di detenere i titoli effettivi nell’indice, come in un Etf a replica fisica, il fondo stipula un contratto con un emittente di swap che consegna il rendimento dell’indice (meno una commissione) in cambio del rendimento del paniere collaterale (detenuto da State Street in qualità di banca depositaria) Il basket è formato da blue chip europee, americane e asiatiche. Qualora la controparte fosse inadepiente c’è il rischio che il liquidatore o l’amministratore congeli il paniere collaterale, costringendo i detentori del fondo ad aspettare la restituzione dei propri asset. I livelli del collaterale sono inizialmente fissati al 105-120% del Nav del fondo, uno dei livelli più alti nel settore. La normativa Ucits stabilisce che gli strumenti derivati da ogni singola controparte non possono rappresentare più del 10% del Nav ma, in pratica, il fondo mantiene un’esposizione pari a zero per effetto della sovracollateralizzazione. db x-trackers non pratica il prestito di titoli. L’Etf non distribuisce dividendi agli investitori.

I costi totali del fondo (Ter) sono pari allo 0,65%, in linea con la media di categoria.

Per leggere l’Etf analysis completa clicca qui.

Alternative
Altri Etf (non ancora coperti dalla ricerca Morningstar) che replicano l’indice Msci EM Latin America disponibili in Italia sono: Amundi Etf Msci Em Latin America, Cs Etf (Ie) On Msci Em Latin America, Lyxor Etf Msci Em Latin America, Spdr Msci Em Latin America Etf e Rbs Msci Em Latam (Braz Adr) Eur Hedged.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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