Si scrive India, si legge volatilità

Il mercato emergente amplifica i rialzi delle fasi Toro e i ribassi dei momenti Orso. Meglio puntare sui titoli legati all'economia domestica.

Nazim Khan 09/12/2011 | 11:15
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Un confronto tra le performance del mercato azionario delle principali nazioni mostra un interessante spaccato: le azioni indiane tipicamente crescono di più delle altre in un mercato al rialzo (bull market) e cadono pesantemente in un anno di discesa.

Si considerino queste statistiche: tra il 2003 e il 2007, un periodo che simboleggiava una grande corsa alle azioni a livello mondiale, l’indice S&P 500 negli Stati Uniti, il FTSE 100 del Regno Unito, il Nikkei del Giappone e il Shanghai Composite della Cina hanno guadagnato rispettivamente circa il 67%, il 64%, il 78% e il 288% (in termini assoluti). L’indice di riferimento dell’India, Sensex, è balzato del 500%, nello stesso periodo.

L’andamento si è invertito nel 2008, in cui il S&P 500, il FTSE 100 e il Nikkei hanno segnato rispettivamente il 38%, il 31% e il 42%. Il mercato indiano, insieme alla vicina Cina, è stato tra i peggiori. Il Sensex perse il 52% e il Shanghai Composite il 65%.
Le azioni hanno globalmente raggiunto i livelli più bassi all’inizio del 2009 e sono risalite fino alla fine del 2010. In questi due anni, i risultati degli indici sopra citati sono stati, rispettivamente 39%, 33%, 15%, 54% il Shanghai Composite e 113% il Sensex.
Le azioni in tutto il mondo hanno avuto un duro 2011 e non sorprende che il mercato indiano sia tra i peggiori performer dell’anno, perdendo circa il 21% fino alla fine di novembre.

Preoccupazioni che affliggono le azioni indiane
Al di là dei numeri, all’inizio dell’anno è stato chiaro che i titoli azionari indiani venivano scambiati a un prezzo più alto rispetto alla media storica del rapporto price/earnings.

A livello globale, la crisi europea (che si è manifestata nella seconda parte dell’anno) e un chiaro segno di rallentamento dell’economia in tutto il mondo hanno pesato sulle azioni.
A questo si sono aggiunti elementi domestici come le preoccupazioni per l’inflazione ostinatamente alta, guidata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dalla strozzatura dal lato dell’offerta, i problemi di governance – alcuni importanti responsabili politici e dirigenti sono stati arrestati per truffa, per un ammontare di circa 35 miliardi di dollari – e un inasprimento della politica monetaria per combattere l’alta inflazione (la Reserve Bank of India ha innalzato i tassi di ben 13 volte, dal 2010).

Come stanno le cose oggi? Dopo una dura battaglia, l’inflazione sta finalmente mostrando segnali di ridimensionamento, il governo sta rivedendo le sue strategie, permettendo all’agenzia federale investigativa di procedere verso i suoi componenti coinvolti nello scandalo e velocizzare i tempi sulle riforme economiche più importanti (il parlamento sta dibattendo se consentire alla grande distribuzione straniera di aprire la loro attività nel paese).
Dall’altro lato, la posizione rialzista riguardo ai tassi della banca centrale sta fallendo clamorosamente nell’affrontare l’inflazione ed esige un pesante tributo dalla crescita economica. L’aumento del Pil (prodotto interno lordo) nel trimestre scorso è sotto del 6,9%, rispetto all’8,4% nello stesso trimestre dell’anno precedente.

I risultati migliori e peggiori
In un solo anno, il rapporto price/earnings dell’indice di riferimento Sensex è sceso da un valore di 23 a circa 16 che è la media storica.
Azioni small e middle cap hanno perso rispettivamente circa il 30 e il 40%.

Un fattore chiave dal 2009 è stato il fatto che le azioni e i settori che sono a basso debito, hanno bilanci solidi, generano flussi di cassa e hanno un focus sull’economia interna, tendevano a sovraperformare le società che avevano invece un alto livello di debito.

Tra il 1 gennaio 2009 e il 30 novembre 2011, il settore automotive, i beni di consumo durevoli, la tecnologia, la sanità e i beni di consumo hanno guadagnato tra il 28% e il 52% l’anno.
Il settore immobiliare e quello delle infrastrutture molto indebitati, leader nella corsa al rialzo 2003-2007, devono ancora tornare in nero.
Quindi, quando si vuole investire in azioni, è meglio puntare su titoli con un focus sull’andamento dell’economia domestica.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Nazim Khan  Nazim Khan is an assistant site editor for Morningstar.com based in Mumbai, India.

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