Caso Ubs, la colpa è del trader

Lo scandalo ha colpito gli Etf, ma il problema è la persona non lo strumento.

Ben Johnson 19/09/2011 | 16:50
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Un fiume di critiche si è riversato nei giorni scorsi contro gli Exchange traded fund, sulla scia della notizia riguardante la truffa da oltre due miliardi di dollari effettuata da un trader del desk “delta one” di Ubs, ai danni proprio della stessa banca svizzera. I dettagli sulle operazioni non autorizzate condotte da Kweku Adoboli (ora agli arresti) devono ancora venire comunicati, ma molti osservatori hanno già puntato il dito contro gli Etf.

Il comparto “delta one” è quello dedicato allo scambio di contratti derivati, il cui obiettivo è di replicare le performance di qualsiasi benchmark o asset. Questi strumenti includono contratti swap, future, forward e anche Etf. Gli operatori “delta one” conducono frequentemente operazioni di arbitraggio mirate a sfruttare le discrepanze tra i prezzi dei diversi strumenti.

Tuttavia, a prescindere dagli strumenti che sono stati utilizzati nella truffa, non è il veicolo d’investimento che deve essere messo sotto accusa, ma la persona che lo ha utilizzato.

Questo episodio ha rimarcato la mancanza di adeguati controlli sul rischio in Ubs, (un fatto molto ben spiegato in questo report della BBC, che è cosa ben diversa dai rischi specifici connessi all’uso di Etf. Sfortunatamente, la maggior parte dei media finanziari sembra aver tralasciato questo punto.

L’incidente di Ubs è nato da un tipo di rischio che non è imputabile ad uno strumento specifico (e quindi neppure agli Etf), ma a uno più generale: il rischio d’investimento. È stato concluso un brutto affare, tutto qui.

Detto ciò, è comunque importante comprendere i vari rischi connessi alla natura degli Exchange traded products (Etp), come di tutti gli strumenti di investimento. L’incidente ha evidenziato il pericolo reale e potenzialmente crescente del rischio di controparte inerente alla struttura degli Etp.

Questo è un argomento che abbiamo avuto già modo di seguire. Recentemente, abbiamo infatti condotto un’analisi approfondita sulle pratiche dei provider europei (incluso Ubs) di Etf sintetici, al fine di individuare i rischi specifici di questi strumenti, le tutele a disposizione degli investitori e le compensazioni offerte per essi. Pubblicheremo a breve un’analisi simile sull’attività di prestito titoli effettuata dai provider di Etf fisici.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Ben Johnson  Ben Johnson è director of global exchange-traded fund research di Morningstar.

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