Il pharma cerca le nozze

Il settore biotech ha quotazioni interessanti. E a questi prezzi, dicono gli analisti, le M&A continueranno.

Marco Caprotti 24/05/2011 | 15:30
Facebook Twitter LinkedIn

Brevetti in scadenza, carenza di farmaci innovativi, difficoltà a mantenere una certa crescita della redditività, poche molecole biotecnologiche in fase di studio. Sono alcuni dei principali problemi che le case farmaceutiche tradizionali stanno affrontando. Dal punto di vista operativo, tuttavia, il mercato si sta concentrando sulle fusioni e acquisizioni con cui le case del pharma stanno cercando di risolvere. Il risultato è che l’indice Msci del comparto nell’ultimo mese (fino al 23 maggio e calcolato in euro) ha guadagnato il 6,6% portando a +7,3% la performance da inizio anno.

Caccia alle molecole
“A breve molti farmaci tradizionali perderanno la protezione brevettuale e saranno sottoposti alla concorrenza dei rispettivi generici”, spiega uno studio di Alessandro Faccioli Senior analyst in biotechnology della società di consulenza WM Consulting. “Si tratta di brevetti che tutelano un volume d’affari di decine di miliardi di dollari. Non c’è da stupirsi quindi se stiamo assistendo ad un vero e proprio assalto alla corazzata biotech”. Se da un lato il farmaceutico biotecnologico sta divenendo il punto di riferimento della ricerca farmaceutica, dall’altro le quotazioni delle aziende biotecnologiche sono particolarmente a sconto. “La combinazione di questi due fattori sta spingendo verso un marcato trend di acquisizioni di aziende biotecnologiche da parte delle farmaceutiche tradizionali”, continua Faccioli. “Fusioni ed acquisizioni che spesso si trasformano in scalate ostili proprio perché le biotecnologiche preferiscono rimanere indipendenti”.

Il 70% delle molecole che attualmente vengono ideate sono di origine biotecnologica. Inoltre il rapporto tra il prezzo e il fatturato del settore delle biotecnologie è ai minimi storici. E questo non perché le quotazioni dei titoli sono scese, ma piuttosto per il forte e costante incremento del giro d’affari delle aziende. Se il prezzo di Borsa di un’azienda rimane fermo e la redditività aumenta, il risultato del suddetto rapporto diviene sempre più basso e conveniente.

L’ondata di M&A
Il 2011, intanto, ha già registrato la seconda acquisizione di aziende biotech con capitalizzazione superiore al miliardo di dollari. Le quotazioni della biotech sono aumentate del 30% in una sola giornata a seguito dell’offerta d’acquisto effettuata dalla più grande casa farmaceutica canadese, Valeant Pharmaceuticals che ha messo sul piatto 73 dollari ad azione per la biotecnologica statunitense Cephalon. Il board della biotech ha rifiutato l’offerta ritenendola eccessivamente bassa. Il no ha spinto la farmaceutica a tentare una scalata ostile peraltro senza successo. Poco dopo, Cephalon ha ricevuto un’altra offerta d’acquisto da parte di Teva Pharmaceuticals. Questa volta il prezzo proposto è stato di 81,5 dollari ad azione.  E questa volta è arrivato il sì. Il costo complessivo dell’operazione è di 6,8miliardi di dollari.  Entro alcuni mesi la biotech sarà a tutti gli effetti inglobata all’interno della farmaceutica israeliana.

“Nel 2010 il fatturato della biotecnologica della Pennsylvania è cresciuto del 28% e si è attestato a 2,8 miliardi”, spiega il report. “Gli utili sono stati pari a 417milioni risultando maggiori del 98% rispetto all’anno precedente. Inoltre, l’azienda ha più di due miliardi di dollari in cash ed equivalenti ed un patrimonio netto di 2,6 miliardi. Sono tutti parametri che dimostrano l’ottimo stato di salute dell’azienda”.

Recentemente si è anche conclusa l’altra maxi acquisizione dell’anno. Quella di Genzyme da parte della casa farmaceutica Sanofi Aventis. Lo scorso anno la biotecnologica statunitense ha generato vendite per oltre quattro miliardi. Il costo dell’operazione è stato superiore ai 20 miliardi. Genzyme è un’azienda leader mondiale nella cura delle malattie rare di origine genetica.

“L’acquisizione di Genzyme è stata di fondamentale importanza per la farmaceutica francese”. Dice Faccioli. “A breve tre dei quattro principali farmaci di Sanofi Aventis perderanno la protezione brevettuale e saranno sottoposti alla concorrenza dei generici. Fra questi, l’agente chemioterapico Taxotere e gli anticoagulanti Lovenox e Plavix. Complessivamente generano vendite per 10 miliardi, circa il 25% del fatturato complessivo”.

In termini di capitalizzazione, l’acquisizione di Genzyme è la seconda più importante nella storia del biotech, dietro solo a quella di Genentech, acquisita da Roche nei primi mesi del 2009. La farmaceutica svizzera deteneva già il 55,9% dei titoli di Genentech e per acquisirne i rimanenti 44,1% ha pagato 46,8 miliardi. “Con le acquisizioni delle aziende biotecnologiche, le farmaceutiche comprano farmaci e molecole in fase di studio”, conclude lo studio dell’analista di WM Consulting. “Altra cosa è poi riuscire a conservare il know-how aziendale, fatto di persone ricche di talento che non sempre riescono ad integrarsi con le nuove realtà”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures