Il pharma cerca di resistere con le M&A

Il comparto non vuole farsi influenzare dalle crisi che stanno condizionando i mercati e dalla scadenza dei brevetti e punta sulle acquisizioni.

Marco Caprotti 13/04/2011 | 16:47
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In un momento di mercato caratterizzato da sempre maggiori incertezze legate agli scontri nei Paesi arabi e all’allarme nucleare in Giappone, il comparto farmaceutico mostra un’insospettabile tenuta. L’indice Msci del settore nell’ultimo mese (fino al 12 aprile e calcolato in euro) ha perso l’1,7%. Nello stesso periodo il paniere World si è lasciato dietro più del 3%.

Meno brevetti, più efficienza
“Nonostante le forze avverse che stanno agendo sull’azionario nel suo complesso, il segmento farmaceutico può contare su alcuni punti di forza”, spiega uno studio firmato da Alex Mozorov, analista di Morningstar. “Il primo è una ripresa della domanda che, nel medio periodo, sarà in grado di compensare gli effetti negativi della scadenza di alcuni brevetti”. Un aiuto in questo senso arriverà dai mercati emergenti. “In quelle aree il marchio è ancora un elemento che può fare la differenza”, dice lo studio. “Fra un prodotto di un colosso e quello di un’azienda di preparati generici il paziente, nella maggior parte dei casi, sceglie il primo”.

La perdita di un brevetto, inoltre, non è necessariamente un elemento negativo in senso assoluto. “Molte aziende saranno costrette a diventare ancora più efficienti sul fronte del controllo dei costi. Questo le renderà più efficienti senza incidere sulla loro capacità operativa”, spiega Mozorov.

Le M&A attirano gli investitori
Per gli investitori più intraprendenti c’è poi da considerare il benefico effetto dell’attività di fusione e acquisizione che sta spingendo le contrattazioni. Dopo un tira e molla di alcuni mesi Sanofi-Aventis è riuscita ha portarsi a casa Genzyme sborsando oltre 20 miliardi di dollari e guadagnandosi la palma di maggiore operazione di M&A di questa prima parte di 2011. Poi ci sono i 7 miliardi messi sul tavolo da Danaher per Beckman Coulter. Un’indicazione, secondo gli operatori, che il consolidamento nel settore farmaceutico continuerà e non sarà limitato soltanto all’acquisizione di aziende biotecnologiche da parte dei colossi del comparto.

“I big del settore nel 2011 resteranno i grandi compratori”, continua Mozorov. “Queste società hanno bisogno di spingere la crescita nel lungo periodo e di rimpiazzare i farmaci di cui perdono il brevetto senza spendere una fortuna in ricerca e sviluppo. Il sistema più economico per farlo è comprare aziende più piccole che stanno mettendo a punto i preparati di cui hanno bisogno”. Fra le prede più ambite di quest’anno l’analista di Morningstar indica Biogen Idec, un’azienda che si sta concentrando sempre di più nella neurologia e che si sta preparando a lanciare sul mercato diversi medicinali.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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