Verso il “manager dell’anno” di Morningstar

Il 10 marzo, in occasione della prima Morningstar Investment Conference di Vienna, verranno premiati i migliori gestori europei.

Christopher J. Traulsen, CFA 21/02/2011 | 14:15
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L’anno scorso abbiamo lanciato la prima edizione del Morningstar European Manager of the Year Award, basato esclusivamente sull’analisi qualitativa (Clicca qui per vedere i vincitori 2010).  Nell’ultimo anno, il nostro team di ricerca qualitativa ha continuato a crescere, con oltre 1.100 fondi sotto analisi.

Sulla base di questo lavoro, siamo lieti di poter annunciare la lista dei candidati a “gestore europeo dell’anno”. Come l’anno passato, assegnamo due distinti awards: miglior gestore azionario europeo  e miglior gestore azionario mondiale.

Questi premi sono stati create con lo scopo di aiutare gli investitori e di individuare i suggerimenti del nostro team di ricerca qualitativa. I candidati devono aver prodotto forti performance negli ultimi 12 mesi, anche se poniamo molta enfasi sulla bontà generale dell’offerta utilizzando i nostri cinque pilastri. Oltre ai rendimenti, valutiamo la qualità del management, la forza del processo di selezione e di gestione, la qualità dell’organizzazione e i costi.

I gestori candidati dal team paneuropeo di analisi qualitative sono i seguenti. I vincitori verranno nominati durante la prima  Morningstar Investment Conferende Europe a Vienna il 10 Marzo.

European Equity Manager of the Year

Frank Hansen
Allianz RCM Small Cap Europa
Frank Hansen ha dimostrato di essere tra i migliori gestori in circolazione per quanto riguarda le azioni europee small-cap e mid-cap (il fondo, infatti, può investire anche in società con una capitalizzazione massima di 4 miliardi di euro, considerate mid-cap). È al timone del fondo da più di un decennio e durante questo tempo ha sempre preferito un processo puramento bottom-up, selezionando titoli di qualità di tipo growth (con buone prospettive di crescita), e ha guidato un team di analisti stabile, dedicato alle small-cap, basato a Francoforte e a Londra. Anche se il suo stile presenta un rischio superiore rispetto a quello dei gestori orientati al valore, Hansen lo gestisce bene, attraverso un portafoglio di circa 100 titoli, nessuno dei quali supera il 3% di peso. Detto questo, la selezione non è per forza legata al benchmark e Hansen ha generato valore nel corso degli anni attraverso posizioni attive.

La performance del 2010 è stata guidata in particular modo da scelte forti come Asos Plc, Weir Group o Dufry Ag. Anche titoli fuori benchmark come Delticom o Burberry hanno aggiunto valore. Il rendimento dell’anno passato è stato del 34,7%, superiore alla media della categoria Azionari Mid-Cap di 12 punti percentuali, e ha permesso al fondo di piazzarsi nella top-ten in termini percentili. La strategia implica per forza dei rischi, evidenziati nel 2008, quando la perdita del comparto superò la media dei concorrenti, ma per gli investitori in cerca di esposizione verso i settori ad alta crescita ha già provato il suo valore.

Guy Lerminiaux
Petercam Equities Euroland
Guy Lerminiaux ha accumulato più di 20 anni di esperienza ed è responsabile degli investimenti azionari di Petercam dal 2002. Il suo ruolo è quindi di grande importanza nel formare la cultura d’investimento di questa piccola boutique belga. Questa cultura più essere vista anche nelle commissioni molto ragionevoli applicate su tutta la gamma di prodotti Petercam. Questo fondo, ad esempio, presenta una commissione di gestione dell’1% per i retail, e un Ter dell’1,5%, decisamente inferiore alla media della categoria Morningstar Azionari Europa Large-Cap.

Lerminiaux è uno stockpicker genuino. Predilige incontrare di persona il management di una società prima di investirci e non ha paura di cambiare idea. Inoltre, è abbastaza umile da riconoscere i propri errori, come aver sottostimato la crisi finanziaria del 2008. Mentre il 2008/2009 è stato forse troppo dominato da fattori macroeconomici per questo stockpicker, ha mostrato nel 2010 di non aver perso il suo fiuto, come dimostra il suo track-record di lungo periodo.

Cédric de Fonclare
Jupiter European Special Situations*
Cédric de Fonclare si guadagna un voto alto nella nostra analisi, per diverse ragioni. Non da ultimo, per la sua esperienza. Lavorava già per questo fondo con il precedente gestore Leon Howard-Spink dal 2000, poi nel luglio del 2005 ha assunto la piena responsabilità. È anche responsabile per la porzione europea (tranne UK) del fondo Jupiter Global Managed dal maggio 2001 e gestisce la Sicav paneuropea (European Opportunities) dal gennaio 2003.

De Fonclare passa molto del proprio tempo ad analizzare i titoli azionari e non parte con una preferenza precisia per value o growth. Il suo approccio pragmatico combina la selezione azionaria con una forte consapevolezza dell’ambiente macroeconomico, e spesso la sua analisi top-down è il punto di partenza. Per quanto riguarda i titoli, cerca di capire le dinamiche di crescita del business, il potenziale di cambiamento e l’estensione della sottovalutazione del prezzo che potrebbe creare valore per gli azionisti. Segue il benchmark in maniera flessibile, infatti il portafoglio cambia a seconda delle dinamiche di mercato.

La strategia di De Fonclere è stata testata in diverse situazioni di mercato. Sotto la sua gestione il fondo ha sovraperformato il FTSE World Europe ex UK e la media di categoria, e ha perso meno di loro durante le difficoltà del 2008; nel 2009, invece, è salito leggermente meno di indice e media dei concorrenti. Siamo convinti che sia un manager eccellente che davvero ci tiene ad offrire solidi rendimenti agli investitori e ha dimostrato le proprie capacità nel corso del tempo.

Gary Wright
Kempen European Small Cap*
Il fondo investe sia in titoli small-cap che mid-cap europei, e il gestore veterano Gary Wright ha fatto buon uso di questa flessibilità nel tempo. Wright, che può contare sul lavoro di sei colleghi di alto calibro, utilizza un approccio il cui risultato è un portafoglio di 30-40 nomi. Questo dà alle sue scelte abbastanza peso per avere un impatto sostanziale. La maggiorparte sono società in salute con management capaci con alti redditti da flussi di cassa. Una piccola porzione è investita in società alle prese con cambiamenti organizzativi.

Nel corso dei suoi cinque anni di gestione, il manager ha sovraperformato il proprio benchmark del 3% annualizzato. Più recentemente, Wright ha battuto la media di categoria del 10% sia nel 2009 che nel 2010. Come risultato, è da due anni che il fondo è nel primo decile di categoria. I titoli selezionati al di fuori dell’Eurozona, ad esempio Svizzera, hanno performato particolarmente bene, incluso Metso Corporation, Rieter Holding e Mobilzone. In più, esporsi ai cosiddetti Paesi PIIGS e al settore finanziario è stata una mossa astuta. Il fondo ha presentato un rischio sopra la media, ma pensiamo che gli investitori saranno premiati nel lungo termine e che il fondo sia un’ottima scelta per l’esposizone alle small-mid cap.

Global Equity Manager of the Year

Frank Lingohr
Lingohr-Systematic-LBB-Invest*
Frank Lingohr, che fa da consulente per Lingohr-Systematic-LBB-Invest e per altri comparti regionali, ha fatto un lavoro incredibile per gli investitori per quasi due decenni. Ha fondato la boutique tedesca Lingohr & Partner 18 anni fa, da allora ha costruito un team di professionsiti compatto e altamente qualificato. Lingohr ha sviluppato un modello quantitativo che è usato per gestire tutti i fondi della società. Il tutto è supportato da un approccio qualitativo che assieme alla sua esperienza, non obbliga il team a seguire ciecamente il modello. Ad esempio, la raccomandazione del modello di sovrappesare i finanziari nel 2007 non venne implementata, una decisione che ha poi dato i suoi frutti nella crisi finanziaria. I nostri analisti stimano la società di gestione nel suo insieme; essa ha dimostrato la capacità di generare buoni risultati nel lungo termine per gli investitori.

Nel 2010 il fondo ha battuto la media di categoria di quasi 8 punti percentuali, spinto dai titoli industriali e del settore materiali. Lo stile del team, che esula dal seguire il benchmark, comporta dei rischi (il che fu evidente nel 2008, quando, grazie all’esposizione del fondo ai settori ciclici e al dollaro, sprofondò del 47,6%). Comunque, il team ha mostrato abilità nel ripagare i rischi assunti nel corso del tempo. Il comparto si piazza nel primo quartile della categoria Morningstar Azionari Globali Large-Cap Value su tre, cinque e dieci anni alla fine di gennaio 2010.

Graham French
M&G Global Basics
Graham French ha molte delle qualità che vorremmo vedere in un fund manager. Lavora per M&G da oltre 20 anni ed è capo di un team che negli anni si è dimostrato molto stabile e compatto. Il suo approccio all’investimento è di lungo periodo ed è focalizzato sulla selezione di società ad alto investimento di capitale e che si dimostrano rispettose degli interessi degli investitori. Una filosofia che è coerente con l’obiettivo di creare valore per gli investitori e di proteggere il capitale.  French dimostra di essere un investitore paziente e il suo approccio può essere definito time-tested. Nel fondo Global Basics, egli cerca opportunità d’investimento di lungo periodo nei settori cruciali dell’economia mondiale, ma questo aumenta il profilo di rischio del comparto, dato che in alcuni cicli economici le sue scelte potrebbero non riscuotere i favori del mercato. Tuttavia Franch ha la pazienza di sopportare le perdite di breve periodo, sicuro del potenziale di lungo periodo dei suoi investimenti. 

Tale peculiarità dello suo stile di gestione è evidente se guardiamo agli ultimi tre anni. Nel 2008 il fondo ha registrato una perdita significativa, pari al 26% dell’attivo gestito, ma questo non ha modificato l’approccio del gestore, che ha apportato solo piccole modifiche al portafoglio. Nei successivi due anni, in compenso, gli investitori hanno recuperato le perdite, grazie ad una performance annua del 35,4% e del 27,7% rispettivamente nel 2009 e 2010, largamente meglio rispetto ai comparti appartenenti alla stessa categoria. French è un fund manager molto preparato e fortemente votato alla realizzazione di elevati rendimenti nel lungo periodo.

Vincent Strauss
Comgest Growth Emerging Markets
Magellan
Vincent Strauss è un veterano nella gestione di fondi specializzati sui mercati emergenti. Ha gestito il Fidelity Magellan dal 1994 per poi passare alla gestione del Comgest Growth Emerging Markets nel 2005. Strauss considera i suoi clienti come partner di lungo periodo piuttosto che semplici sottoscrittori. Da qualche tempo, infatti, ha allertato i risparmiatori a non investire ulteriori capitale nei mercati emergenti nel breve periodo, un comportamento raro ma molto responsabile. Durante la sua lunga esperienza Strauss è stato in grado di costruirsi un’invidiabile track record, e si è distinto per non essere mai sceso a compromessi su quelli che sono i cardini del suo stile di gestione, ovvero qualità e crescita.

Per queste ragioni egli non avrebbe investito in titoli fortemente ciclici e nei finanziari  già molto prima della crisi finanziaria del 2008. Questo approccio ha penalizzato il fondo in alcuni momenti ma è stato allo stesso tempo la cause della elevata performance del 2010, quando il mercato era ancora dominato da titoli fortemente ciclici. La sua attenzione al capitale degli investitori, la sua capacità di investire in segmenti notoriamente difficili, unita all’abilità nel sovraperformare il mercato fa di lui un serio candidato al premio come migliore fund manager dell’anno.

Jorik van den Bos
Kempen Global High Dividend*
Jorik van de Bos ed il suo team hanno una carriera molto più lunga di quello che può sembrare. In ING hanno adottato una strategia globale sui dividendi che ha portato risultati costantemente sopra la media di categoria su un periodo temporale di cinque anni. Parte del team lavora insieme da dieci anni e non hanno perso un colpo da quando sono passati a lavorare per Kempen. Insieme hanno realizzato un impressionante risultato a tre anni, nello stesso momento in cui altri fondi della stessa categoria registravano basse performance a causa delle perdite sui titoli finanziari.

Il team concentra la sua attenzione sui titoli ad alto rendimento ma la  selezione non è frutto di un processo miope. Se è vero che tutti i titoli devono avere un dividend yield almeno pari al 3,3% per essere considerati eleggibili a far parte del portafoglio, la scelta successiva si basa sulla valutazione della sostenibilità del dividendo garantito dal titolo. Questo processo produce un portafoglio composta da società ad elevato valore piuttosto che un insieme di titoli ad alto dividendo ma con rendimenti bassi. Il team di gestione, infatti, è disponibile a puntare anche su titoli di bassa capitalizzazione di mercato se convinta di trarne valore. Un grosso contributo alla performance dello scorso anno è arrivato dai titoli petroliferi, con Fred Olson Energy e Seadrill Limited su tutti, e anche i finanziari hanno avuto il loro peso, garantendo al fondo, sul finire del 2010, un posto tra i primi 25 della categoria. La stabilità del team di gestione, i buoni risultati conseguiti nel tempo, e la strategia che dà risalto al rendimento del titolo senza sacrificare la qualità dello stesso sono tutti fattori che giocano a favore di van den Bos.

*Fondi non disponibili in Italia. 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Christopher J. Traulsen, CFA  Christopher J. Traulsen, CFA, is a senior analyst with Morningstar.com. He would like to hear from you, but cannot give financial advice.

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