Quei titoli che qualcuno dimentica

La tempesta in Europa fa scappare gli investitori anche dalle aziende migliori. Ecco le opportunità per chi non si fa prendere dal panico.

Marco Caprotti 06/12/2010 | 15:01
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Buone valutazioni, ottimo vantaggio competitivo ed esposizione sui mercati emergenti. Sono queste le caratteristiche, spiegano gli analisti, per avere un portafoglio esposto sull’Europa che consenta di navigare nella tempesta che sta attraversando il Vecchio continente senza eccessivi patemi. “La crisi del debito di alcuni Paesi Ue sta creando opportunità per gli investitori che sono abituati a ragionare nel lungo termine e senza farsi prendere dal panico”, spiega uno studio di Paul Swinand, analista di Morningstar. “Se si va a cercare nei diversi settori, si possono trovare delle ottime opportunità che il mercato, preso da altre preoccupazioni, per il momento sembra avere dimenticato”.

Il discorso non si ferma solo al prezzo. “Il valore è la prima considerazione che viene fatta quando si imposta una strategia, ma forse non è nemmeno la più importante”, continua lo studio. “Bisogna tenere conto di altri elementi come il vantaggio competitivo di una determinata azienda nel comparto in cui lavora e la sua capacità di penetrazione nei Paesi a più alto tasso di crescita”. 

Auto
Uno dei titoli più interessanti in questo segmento per quanto riguarda l’Europa è Volkswagen. “Recentemente abbiamo portato l’obiettivo di prezzo del titolo da 110 euro a 160 (in questi giorni viene trattato intorno a 118,5 euro, Ndr)”, spiega Swinand. “Le prospettive sono in larga parte legate alle potenzialità nei mercati emergenti, soprattutto nell’area cosiddetta Bric (Brasile, Russia, India Cina)”. Secondo l’ultima trimestrale pubblicata dal gruppo tedesco, le vendite in Russia sono aumentate di oltre il 50%, mentre nel Regno di mezzo sono cresciute del 30%. “Il titolo ha subito dei ritracciamenti a causa degli investimenti che la casa automobilistica ha effettuato negli stabilimenti e che alcuni operatori hanno ritenuto prematuri. La crisi in Europa, dicono, farà calare le vendite del 5% nel Vecchio continente. Noi, tuttavia, siamo convinti che la crescita nelle aree in via di sviluppo compenserà questo calo”.

Farmaceutici
In questo comparto l’analista di Morningstar indica Roche. “Il titolo viene trattato come se fosse un gigante della farmaceutica tradizionale che sta perdendo la maggior parte dei suoi brevetti”, dice Swinand. “In realtà è una delle aziende che mostra uno dei maggiori vantaggi competitivi. E’ molto concentrata sulle attività biotecnologiche, cioè quelle più innovative e che, nel lungo termine daranno le maggiori soddisfazioni. Soprattutto per quanto riguarda la divisione oncologica”.

Il titolo, che in questi giorni viene trattato intorno a 137 euro, sembra però viaggiare con la zavorra. Uno dei suoi preparati contro il tumore è finito sotto la lente della Food&Drug Administration (FDA, l’ente americano che sorveglia il mercato dei farmaci) e sembra che possa perdere l’autorizzazione per essere utilizzato contro il cancro al seno. Nel frattempo il gruppo potrebbe abbandonare la sperimentazione di un farmaco contro il diabete che non sta dando i risultati promessi. “Si tratta di due elementi che agiranno sulle valutazioni solo nel breve periodo”, precisa l’analista.

Lusso
Uno dei comparti a cui più spesso si fa riferimento quando si parla di Paesi emergenti è quello del luxury. “Gli investitori sono convinti che il progressivo aumento della ricchezza delle famiglie nelle zone in via di sviluppo porterà le persone a spendere sempre di più per i generi di lusso”, spiega Swinand. “Questo è vero, ma si tratta di un comparto dove il vantaggio competitivo si sta assottigliando sempre di più. Questo significa che aziende come Hermes, LVMH e Richemont non saranno in grado di mantenere gli impressionanti margini di guadagno conquistati in questi anni ancora a lungo”.

Chi vuole sfruttare la voglia di spendere degli emergenti, secondo l’analista dovrebbe rivolgersi a marchi di fascia più bassa, ma sicuramente più interessanti dal punto di vista degli investitori. “Interessante, da questo punto di vista è Adidas”, spiega l’analista. “Attualmente viene trattato intorno a 49 euro. La valutazione per il momento è corretta. Ma se dovesse fare meglio delle attese in Cina o se il suo marchio Reebok prendesse veramente piede in Russia, allora il prezzo sarebbe decisamente troppo basso”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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