Un mercato che fa gola

I titoli delle società che producono farmaci per dimagrire hanno registrato forti rialzi, perché gli obesi sono in continuo aumento.

Marco Caprotti 30/08/2010 | 14:17
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La promessa di un dimagrimento veloce ingerendo solo una pillola funziona sempre. Anche in Borsa. Lo sanno bene alcune aziende della biotecnologia specializzate in prodotti contro l’obesità. Nel solo mese di luglio la Arena Pharmaceuticals alla Borsa di New York ha guadagnato quasi il 160%. Rialzi da record anche per Momenta Pharmaceuticals (+74%) e Genzyme (+37%). Alla base c’è la speranza di creare un farmaco in grado di combattere e sconfiggere i chili di troppo.

Un "grasso" mercato
Il mercato potenziale è enorme. Negli Stati Uniti, i Centri nazionali per il controllo delle malattie e per la prevenzione hanno registrato che nel 2009 gli obesi sono aumentati in ben 39 stati su 50, e in nove hanno oltrepassato addirittura la soglia del 30% della popolazione. Una percentuale che si è triplicata dal 2007 e che porta il totale degli obesi a 75 milioni, vale a dire il 25% della popolazione. Il picco, dicono gli esperti, potrebbe essere toccato nel 2030.

Gli stati con più obesi si trovano nel sud: il primo è il Mississippi con il 34% della popolazione, seguito da Alabama, Arkansas, Kentucky, Louisiana, Missouri, Oklahoma, Tennesse e West Virgina. Gli americani più magri, invece, vivono in Colorado (grazie all’altitudine di Denver che costringe la gente a muoversi di più) e nel District of Columbia (lo stato di Washington) che conta il numero più alto di consumatori di frutta e verdura.  L’Italia, in confronto, è un Paese di grissini. Secondo l’ultimo Rapporto sull’obesità dell’Istituto Auxologico Italiano gli obesi sono il 9% della popolazione, anche se dal 2002 è stata notata una tendenza all’aumento del 2,5% l’anno. 

Anche i big sono golosi
Nel miracolo di una pillola contro l’obesità credono anche i colossi del pharma. La giapponese Eisai ha appena siglato un accordo di collaborazione con Arena, mentre Sanofi-Aventis, secondo i rumor che stanno girando in questi giorni sui mercati, starebbe per lanciare un’offerta su Genzyme. Corre da sola, almeno per adesso, Momenta che ha appena ottenuto dalla Food&Drug Administration (FDA, l’Autorithy che regolamenta la vendita dei farmaci in America) il via libera alla sperimentazione per un prodotto che, secondo alcuni osservatori, potrebbe rivoluzionare questo segmento di mercato.

Meglio essere prudenti
Gli operatori, tuttavia, a chi si vuole avvicinare a questo tipo di titoli, consigliano cautela. “Le loro storie e i loro andamenti ricordano molto quelli delle azioni della new economy”, spiega Lauren Absa, analista della società di consulenza nel comparto farmaceutico Bonds&Gallaghen. “Lavorano in un campo caratterizzato da una forte sperimentazione e quando esce una buona notizia volano in Borsa. Con la stessa facilità, però, crollano quando le cose non funzionano”. Lo sanno bene gli azionisti di Vivus il cui titolo, sempre a luglio, è sceso del 41%. L’azienda sembrava essere sul punto di ottenere il permesso di vendere la sua pillola anti-grasso, derivata da un farmaco contro l’epilessia. La presenza di pesanti effetti collaterali, tuttavia, ha spinto la FDA a negare l’autorizzazione.

 Una prudenza, quella dell’Autorithy, più che giustificata. La Whyeth (che oggi fa parte del gruppo Pfizer) ha dovuto pagare 22 miliardi di dollari ai pazienti che l’avevano denunciata dopo aver assunto il Redux e il Pondimin, due farmaci che li avrebbero dovuti far dimagrire e che hanno invece provocato problemi alle coronarie.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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