Etf, mercato europeo sotto la lente

Nel 2009 il patrimonio gestito è salito del 53%. Ingenti flussi si sono riversati su azionari e materie prime. Normative più favorevoli.

Ben Johnson 12/04/2010 | 17:02
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Il quadro generale
L’industria europea degli Etf è in rapida espansione, grazie anche ai cambiamenti che stanno avvenendo nel mercato. Gli ostacoli regolatori stanno venendo meno, aprendo alle società nuovi sbocchi, gli scambi di informazioni tra le diverse Borse sono in aumento, portando a una maggior trasparenza, le nuove normative potrebbero favorire la promozione dei replicanti da parte dei consulenti finanziari. Inoltre, gli investitori retail hanno sempre più facile accesso alle piattaforme di negoziazione online a basso costo. Ma quali sono i numeri del mercato europeo?

Nel 2009, il patrimonio totale gestito (Aum – Asset under management) è aumentato del 53% rispetto ai livelli di fine 2008, raggiungendo i 160 miliardi di euro. In cinque anni, il tasso annualizzato di crescita è stato del 46%. Il numero di prodotti si è anch’esso moltiplicato (+36% nel 2009), superando quota mille e crediamo che questo trend continuerà.

Con un patrimonio totale gestito poco superiore ai 105 milioni di euro, gli Etf azionari rappresentano circa i due terzi dell’attivo totale (dati a fine 2009). I primi cinque replicanti per Aum hanno come indice di riferimento il Dow Jones Eurostoxx50 (il più grande è quello di Lyxor). Gli Etf specializzati in mercati azionari emergenti, in particolare db x-trackers Msci Emerging markets total return e iShares Msci Emerging Markets sono entrati nella top 10 nel 2009, grazie all’interesse degli investitori per queste aree e alla loro espansione.

Gli Etf obbligazionari sono la seconda tipologia per patrimonio in gestione, con circa il 20% del totale (il fondo più grande in Europa è l’iShares Euro-denominated corporate bond). Infine, gli Etc (Exchange traded commodities) detengono il 13% del patrimonio totale, grazie in particolare a quelli specializzati sull’oro (leader in questo settore è ETF Securities).

Oltre al buon andamento dei mercati, l’aumento delle masse è da imputare alla raccolta. Infatti, i flussi netti sono stati pari a 34 miliardi di euro, che si sono riversati soprattutto sugli Etf azionari, i quali hanno attirato oltre il 60% del totale (circa 21 miliardi). Un altro 29% è da attribuire agli strumenti specializzati sulle commodity (circa 10 miliardi), che però hanno accusato un rallentamento negli ultimi mesi dell’anno a beneficio dell’equity.

I trend
Dopo aver dato uno sguardo al quadro generale, passiamo ora ad analizzare le tendenze che si sono delineate.

La competizione riduce i costi
A luglio, il db-xtrackers ha azzerato la commissione del suo Etf Dow Jones Eurostoxx50, che era dell’1,5% annuo. Il fondo ha battuto l’indice di riferimento sottostante in media dello 0,61% netto su base annualizzata, a partire del lancio nel gennaio 2007. La società di gestione attribuisce il risultato ai miglioramenti nella metodologia di ricerca e ha deciso di condividere i benefici con i sottoscrittori con la riduzione del Ter (Total expense ratio). Non saremmo sorpresi di vedere simili mosse da parte dei concorrenti per generare sovra-rendimenti (ottenuti principalmente grazie agli interessi sul prestito titoli) e ridurre i costi, in modo da attrarre nuovi capitali.

Il vantaggio dei primi
La famiglia di fondi iShares (gruppo BlackRock) è la prima per patrimonio in Europa, con oltre 56 miliardi di euro, circa due volte il concorrente più vicino, Lyxor. Il suo primato vale sia nel comparto azionario che obbligazionario. La società ha incassato gran parte della nuova raccolta, superando gli 8 miliardi, grazie soprattutto all’offerta obbligazionaria, che ha rappresentato il 37% del totale.

A fine 2009, i primi cinque emittenti europei coprono l’80% del patrimonio totale gestito. Il dato indica un sostanziale vantaggio competitivo dei pionieri, che si manifesta in termini di costi (economie di scala) e liquidità degli strumenti.

Meno vincoli normativi
In Spagna, il mercato degli Etf si è rapidamente sviluppato nel 2009, dopo che sono stati rimossi i vincoli normativi, che impedivano ai principali protagonisti come iShares e db x-trackers di entravi. Riteniamo che la nuova regolamentazione, più favorevole agli Etf, possa ridurre le barriere che ancora esistono all’espansione del mercato. 

Mercati emergenti, attenzione alla valuta
Dopo i forti ribassi del 2008, i mercati emergenti si sono riscattati. Nel 2009 il miglior Etf (che non usa la leva finanziaria) è stato l’Etf Brazil di Lyxor, che segue l’indice Ibovespa (+144%). La performance è stata migliore di quella del benchmark (82,7%) perché il replicante è in euro, mentre l’indice è in valuta brasiliana. Nel 2009, il real si è rafforzato nei confronti dell’euro a beneficio degli investitori. E’ bene però ricordare che l’esposizione valutaria può anche ritorcersi contro gli investitori ed è quindi importante essere consapevoli di tale rischio.

Rischio leva
Nel 2009, l’Etc Leveraged Natural Gas di ETF Securities, che utilizza la leva finanziaria, ha perso l’84%, a causa di una combinazione di rendimenti negativi (i prezzi future erano superiori a quelli spot) e leva. E’ sempre bene non sottovalutare i rischi connessi all’investimento in derivati su commodities, ancor di più se si tratta di strategie che amplificano i rialzi e i ribassi.

Questi esempi sono rappresentativi di alcuni rischi presenti sul mercato, ma non della sua interezza. Al contrario, molti Etf nel 2009 si sono comportati bene, fornendo agli investitori uno strumento di diversificazione a basso costo e l’accesso a mercati che prima erano solo per gli istituzionali.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Ben Johnson  Ben Johnson è director of global exchange-traded fund research di Morningstar.

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