Borse mondiali, l'Asia guida il carro

La crisi greca sta convincendo gli investitori a muoversi dai mercati occidentali.

Marco Caprotti 08/04/2010 | 15:13
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La crisi della Grecia sta spostando sempre più velocemente l’asse della finanza verso l’Asia. Il movimento è stato registrato dai grafici. Se nell’ultimo mese (fino al 7 aprile e calcolato in euro) l’indice Msci World ha guadagnato il 5,7%, il grosso del merito va al paniere Asia (Giappone escluso) che è salito di quasi il 10%, mentre quello del Sol levante è cresciuto del 7,8%. L’Europa e il Nord America, hanno contribuito rispettivamente con il 4,3% e il 5,8%.

“Le economie occidentali sembrano muoversi su un terreno insidioso”, spiega uno studio di Bernie McShervant, presidente e responsabile dell’analisi strategica della società di consulenza C&C. “L’Europa, in particolare, sembra aver difficoltà ad aiutare i suoi membri più deboli. Francia e Germania, le cui banche in particolare sono esposte verso la Grecia, sembrano riluttanti a dare una mano ad Atene. Questo lascia mano libera alla speculazione quando apparirà un nuovo animale ferito: Spagna o Portogallo”.

Va anche aggiunto che la situazione del Vecchio continente sembra essere in fase di stallo. Secondo gli ultimi dati di Eurostat nel quarto trimestre dell’anno scorso il Pil dei 16 Paesi che condividono l’euro è rimasto praticamente invariato rispetto ai tre mesi precedenti (quando era stato registrato un +0,4%). Colpa, soprattutto, del calo degli investimenti aziendali, scesi dell’1,3%. Il gigante francese della chimica Solvay, ad esempio, nel 2009 ha ridotto gli investimenti del 57% l’anno scorso. Sul fronte delle commodity, il produttore olandese di zinco Nyrstar li ha abbassati del 41%. La disoccupazione, intanto, resta ai livelli massimi degli ultimi 11 anni.

A prendere in mano le redini della carrozza dei mercati ci ha quindi pensato l’Asia. Secondo i dati del Fondo monetario internazionale, l’economia mondiale quest’anno crescerà del 3,9%. A guidare la corsa sarà soprattutto la Cina con il suo +10%: cinque volte il risultato atteso per gli Stati Uniti. Fanalino di coda resterà Eurolandia, con un +1%.

Per quanto riguarda la situazione congiunturale degli Usa, fra gli ultimi dati rilasciati dal Dipartimento del lavoro ci sono quelli relativi alla creazione di posti a marzo che vedono una crescita di 162mila unità rispetto al mese precedente. Una spinta all’entusiasmo è arrivata anche dall’indice Ism (Istitute for supply management) del settore manifatturiero che, sempre il mese scorso, aveva mostrato una crescita di 59,6 punti: il progresso migliore da luglio 2004.

Migliora costantemente, intanto, lo stato di salute della corporate America. I risultati aziendali del quarto trimestre 2009 sono cresciuti, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 5,6%. Secondo un sondaggio della Business Roundtable (un’associazione che riunisce le maggiori aziende americane), gli amministratori delegati dei gruppi Usa dopo i risultati di vendita del primo trimestre, stanno diventando sempre più ottimisti. Per il 74% dei manager interpellati il fatturato crescerà nel corso dei prossimi sei mesi, mentre il 10% ha annunciato che aumenterà lo stipendio ai dipendenti.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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