L'Asia crede ancora nella ripresa

La regione conta sul recupero di Usa ed Europa. E intanto sorprende con i dati macro.

Marco Caprotti 18/06/2009 | 09:55
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L’Asia continua a credere in una ripresa dei mercati mondiali. L’indice Msci della regione (Giappone escluso) nell’ultimo mese (fino al 18 giugno e calcolato in euro) ha guadagnato quasi il 4% portando a +32% la performance da inizio anno.

“Il recupero della regione dipende in larga parte dalla forza che sapranno dimostrare le economie più sviluppate, soprattutto Stati Uniti ed Europa occidentale”, spiega uno studio firmato da David Marshall e James McCormack, responsabili dell’agenzia di rating Fitch in Asia. “In questo senso ci sono sufficienti ragioni per essere ottimisti. Tuttavia bisogna notare che gli ultimi dati macroeconomici, soprattutto per quanto riguarda il settore immobiliare americano, ci spingono ad essere prudenti su un recupero veloce dell’economia americana e, d

i conseguenza, anche dell’Asia”.

Proprio dal punto di vista congiunturale, tuttavia, l’area sta facendo vedere alcune belle sorprese. In India, ad esempio, nel primo trimestre dell’anno c’è stata una crescita del 5,8% del Pil, mentre l’attesa degli economisti era per un +5%. Altri dati incoraggianti sono arrivati dalla Corea del sud, dove la produzione industriale ad aprile è calata dell’8%. Se a una prima lettura il dato sembra negativo, bisogna anche tenere conto che nei cinque mesi precedenti il numero era stato ben al di sotto del 10%.

Una mano ai listini è arrivata anche dai colossi del petrolio, soprattutto quelli cinesi. La crescita del prezzo del barile (il greggio in un mese è salito di quasi il 30%), ha spinto gli acquisti alla Borsa di Hong Kong su PetroChina e Cnooc che hanno dato il via alla salita dei titoli del comparto nell’intera regione (in finanza si chiama effetto simpatia).

Nel frattempo tornano a vedersi delle acquisizioni, soprattutto da parte di società estere. Il colosso americano AGY (leader mondiale nella costruzione di vetri ad alta resistenza e blindati) ha comprato il 70% della cinese Grace THW. Intanto la Grainger (leader nella produzione di apparecchiature per il fai-da-te) ha acquistato il distributore Brands India Private. L’operazione è stata portata a termine a buon mercato: 1,2 milioni di dollari per una delle società più grandi del settore nella regione asiatica. Il gruppo americano, ha potuto approfittare del fatto che la società indiana era sull’orlo del fallimento e aveva bisogno di partner per evitare la bancarotta.

Nonostante questa ripresa dell’attività economica e finanziaria, tuttavia, gli analisti continuano a consigliare prudenza. Soprattutto per quanto riguarda il settore bancario. “Molti istituti finanziari della regione hanno subito pochi danni a causa della crisi finanziaria rispetto ai loro concorrenti occidentali”, dice il report di Fitch. “Questo ci porta a chiederci se in generale siano più resistenti, oppure se devono ancora vedere il peggio. Nel prossimo anno probabilmente ci sarà un peggioramento dei conti, soprattutto se la situazione a livello mondiale non si stabilizza in fretta. Tuttavia non crediamo che si arriverà a parlare di una crisi del sistema finanziario asiatico”.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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