Qualcosa, però, sta cambiando. Il Pil dell’Africa è cresciuto al 5% per sei anni dal 2002 al 2008 (fonte Fmi). Gli
investimenti diretti esteri in Africa sono cresciuti per il terzo anno consecutivo e le Borse africane hanno performato meglio degli indici Msci World e Msci Europe tra giugno 2001 e giugno 2008. Sono ben 737 le multinazionali capogruppo, senza contare le 6225 affiliate (fonte UNCTAD 2008), che sono presenti sul territorio africano, di cui circa la metà sono europee.
Per cavalcare le opportunità d’investimento in questa area geografica, Piazza Affari offre attualmente 4 Etf (Exchange traded fund). Sono il Market Access Ftse Jse Africa Top 40 e il Lyxor Etf South Africa, che replicano entrambi attraverso una gestione passiva l’andamento dell’indice Ftse Jse Top 40, composto dalle maggiori società quotate sul mercato azionario di Johannesburg. Abbiamo poi il PowerShares Middle East North Africa Nasdaq fund, lanciato da meno di un mese (2 febbraio 2009) il cui obiettivo è quello di replicare fedelmente l'andamento del Nasdaq Omx Middle East North Africa Index, indice espresso in dollari, che si propone a sua volta di rappresentare la performance delle società a maggiore dimensione e liquidità domiciliate nell'area dei mercati emergenti cosiddetta Mena, ossia Middle East Nord Africa. Unico strumento che punta sull’intero continente africano è il Lyxor Etf Pan Africa, che replica l'indice Sgi Pan Africa, composto da trenta titoli di società quotati su mercati africani o che svolgono in via principale attività nel Continente nero. Dieci di queste operano in Sud Africa, altre dieci in Nord Africa e le altre nel resto dell'Africa subsahariana.
L’Africa si presenta oggi come una terra a bassa penetrazione ma con opportunità notevoli. E la crisi? Secondo gli analisti Lyxor, rispetto all’attuale crisi l’Africa potrebbe risultare avvantaggiata in quanto meno legata al ciclo mondiale rispetto ai Paesi occidentali, sarebbe però penalizzata innanzi ad un eventuale crollo dei prezzi delle materie prime, dei finanziamenti per progetti a lungo termine o degli aiuti internazionali. Antoinette Sayeh, direttore del dipartimento Africa del Fmi (Fondo monetario internazionale), ha spiegato che la crescita del Pil del continente quest'anno probabilmente si fermerà a circa il 3,3%, a metà rispetto alla media di crescita economica annua fatta registrare dal 2000. Questo proprio a causa della diminuzione della domanda di materie prime.
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