Africa, nuova terra promessa?

Aumentano gli Etf specializzati sull’area, che prova a resistere alla crisi.

Valerio Baselli 26/02/2009 | 09:31
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Il Continente nero viene da sempre considerato una terra povera ma ricchissima di risorse, forse la più ricca del pianeta. Al di là di questo, seppur vero, luogo comune, l’Africa rappresenta al giorno d’oggi una realtà di forte interesse per gli investitori mondiali. Il continente più esteso del mondo dopo l’Asia, è tutt’oggi una terra di forti contrasti e contraddizioni, dove, benchè si stia registrando un cambiamento di rotta nel Pil (Prodotto interno lordo) dopo ben quarant’anni di recessione, un africano su tre non ha accesso all’acqua potabile e quasi la metà degli abitanti del continente ha problemi di salute a causa della carenza di fonti pulite (fonte Afwa).

Qualcosa, però, sta cambiando. Il Pil dell’Africa è cresciuto al 5% per sei anni dal 2002 al 2008 (fonte Fmi). Gli

investimenti diretti esteri in Africa sono cresciuti per il terzo anno consecutivo e le Borse africane hanno performato meglio degli indici Msci World e Msci Europe tra giugno 2001 e giugno 2008. Sono ben 737 le multinazionali capogruppo, senza contare le 6225 affiliate (fonte UNCTAD 2008), che sono presenti sul territorio africano, di cui circa la metà sono europee.

Tutto ciò prova che stanno avvenendo cambiamenti importanti in un continente che potrebbe presentare ottime opportunità. Alcune società europee se ne sono già accorte e hanno anticipato i tempi, guadagnandosi così un buon vantaggio competitivo sui competitor. Infatti aziende come Guinness, Danone e Nestlè hanno già creato specifici business model basati su strategie alti volumi – bassi costi. Inoltre, l’Africa è il mercato a maggiore crescita mondiale per la telefonia mobile. Risultano numerosi anche i player domestici in crescita e sarà importante, in questo senso, l’eventuale rafforzamento del potere d’acquisto.

Per cavalcare le opportunità d’investimento in questa area geografica, Piazza Affari offre attualmente 4 Etf (Exchange traded fund). Sono il Market Access Ftse Jse Africa Top 40 e il Lyxor Etf South Africa, che replicano entrambi attraverso una gestione passiva l’andamento dell’indice Ftse Jse Top 40, composto dalle maggiori società quotate sul mercato azionario di Johannesburg. Abbiamo poi il PowerShares Middle East North Africa Nasdaq fund, lanciato da meno di un mese (2 febbraio 2009) il cui obiettivo è quello di replicare fedelmente l'andamento del Nasdaq Omx Middle East North Africa Index, indice espresso in dollari, che si propone a sua volta di rappresentare la performance delle società a maggiore dimensione e liquidità domiciliate nell'area dei mercati emergenti cosiddetta Mena, ossia Middle East Nord Africa. Unico strumento che punta sull’intero continente africano è il Lyxor Etf Pan Africa, che replica l'indice Sgi Pan Africa, composto da trenta titoli di società quotati su mercati africani o che svolgono in via principale attività nel Continente nero. Dieci di queste operano in Sud Africa, altre dieci in Nord Africa e le altre nel resto dell'Africa subsahariana.

L’Africa si presenta oggi come una terra a bassa penetrazione ma con opportunità notevoli. E la crisi? Secondo gli analisti Lyxor, rispetto all’attuale crisi l’Africa potrebbe risultare avvantaggiata in quanto meno legata al ciclo mondiale rispetto ai Paesi occidentali, sarebbe però penalizzata innanzi ad un eventuale crollo dei prezzi delle materie prime, dei finanziamenti per progetti a lungo termine o degli aiuti internazionali. Antoinette Sayeh, direttore del dipartimento Africa del Fmi (Fondo monetario internazionale), ha spiegato che la crescita del Pil del continente quest'anno probabilmente si fermerà a circa il 3,3%, a metà rispetto alla media di crescita economica annua fatta registrare dal 2000. Questo proprio a causa della diminuzione della domanda di materie prime.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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