Settimana positiva, ma i rischi restano

Le Borse mondiali hanno accolto bene il nuovo taglio della Fed. Questo, però, non basta a spazzare via tutti i dubbi.

Marco Caprotti 01/02/2008 | 16:58
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Settimana positiva per le Borse mondiali, Niente di eclatante, per la verità. Ma considerando che gli operatori negli ultimi mesi si erano ormai abituati a vedere solo il segno meno, l’ottava appena conclusa ha ridato un po’ di fiducia. L’indice Msci World (calcolato in euro) nelle ultime cinque sedute ha guadagnato l’1,2%.

I mercati, insomma sembrano rassicurati dalla strategia di taglio dei tassi decisa dalla Federal Reserve. Se non altro, spiegano gli analisti, ha dimostrato di prendere di petto la situazione. I problemi, comunque, non mancano e nelle prossime settimane i mercati dovrebbero avere a che fare ancora con una volatilità molto forte.

Stati Uniti L’indice Msci North America nell’ultima ottava ha guadagnato l’1,4%. La Banca centrale Usa il 30 di gennaio, così come atteso dalla maggior parte degli economisti, ha tagliato di mezzo punto il costo del denaro portandolo al 3% (dopo la manovra di emergenza del 22 gennaio con cui l’aveva abbassato di tre quarti).

Ora l’attesa è per quello che succederà il 18 marzo, in occasione della nuova riunione della Fed. Le ultime notizie dal fronte macro, secondo gli operatori, porteranno a un altro abbassamento dei tassi. Secondo il Dipartimento del lavoro a gennaio le buste paga sono calate di 17mila unità contro la crescita di 82mila registrata il mese precedente. E’ il dato peggiore degli ultimi quattro anni ed è un passo in più sulla strada verso la recessione.

In Borsa, intanto, si approfitta del calo delle valutazioni per cercare di mettere a segno qualche colpo. Microsoft, per esempio, ha lanciato un’offerta da 44,6 miliardi di dollari per acquistare Yahoo!. Un’operazione, hanno commentato a caldo gli analisti, che potrebbe fare bene al motore di ricerca (e ai suoi azionisti) che da anni ormai fatica a tenere il passo di Google.

Europa L’indice Msci del Vecchio continente ha chiuso la settimana in sostanziale parità. Anche da questa parte dell’Oceano ci sono notizie allarmanti per quanto riguarda la congiuntura. L’inflazione, per esempio, è al livello più alto da quando è nata l’Unione monetaria e comunque ben al di sopra del livello di guardia imposto dalla Banca centrale europea.

In questo scenario, commento gli esperti, l’autorità monetaria di Eurolandia potrebbe decidere di lasciare fermi i tassi ancora per un po’. Sul fronte operativo, anche in Europa si nota movimento per quanto riguarda le fusioni e acquisizioni. Alcoa e la cinese Aluminium hanno deciso di sfidare BHP Billington per ottenere il controllo di Rio Tinto. Gli operatori sono convinti che si assisterà a una nuova ondata di M&A. Segno, aggiungono, che sul mercato è tornato a esserci valore da acquistare.

Asia L’indice Msci della regione nell’ultima ottava ha guadagnato lo 0,7%. In quella parte del mondo si continua a guardare con preoccupazione a quello che succede nel resto del mondo. La crisi dei due maggiori mercati mondiali, uniti all’inflazione galoppante della Cina, rischia di mettere in pericolo i bilanci delle società dell’export. Senza contare che, nei momenti di crisi (e quella dei subprime non è ancora finita), gli investitori preferiscono tenersi lontani dall’Asia considerata, a torto o a ragione, troppo rischiosa.

Lo sa bene chi investe in Giappone. L’indice Msci del Sol levante nell’ultima settimana ha guadagnato il 4,2%, ma la performance è stata caratterizzata da una forte volatilità ed è arrivata dopo settimane di crolli fragorosi. Le banche domestiche stanno pagando salatissima la crisi dei mutui americani. Oltre a questo, il Paese viaggia in bilico fra inflazione e deflazione.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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