Europa preferita al Giappone

Le prospettive del Vecchio Continente per il prossimo anno superano quelle del listino nipponico. Gli asset manager fanno, invece, retromarcia sui mercati dell’Est e confermano le deboli attese su Wall Street e il dollaro. Nell’ambito della corporate governance, l’Italia è fanalino di coda.

Maria Grazia Briganti 30/03/2006 | 15:14
Facebook Twitter LinkedIn
Sarà l’Europa la migliore area geografica dei prossimi dodici mesi. Ne sono convinti i gestori delle maggiori case di investimento, intervistati nelle nove sedi europee in cui Morningstar è presente.

In un anno in cui i listini mondiali saliranno tra il 5 e 10% per il 70% degli intervistati, la percentuale di coloro che considerano il mercato europeo il migliore è balzata dal 21% al 33% di marzo. La convinzione prevalente è che la ripresa in atto nel Vecchio Continente possa essere duratura.

La Bce, che sta proseguendo sul sentiero di politica restrittiva, stima per Eurolandia una crescita vicina al 2%, sorretta dal progresso dell

’economia tedesca. Nel 2005 la produzione industriale della locomotiva d’Europa ha registrato un incremento superiore al 4% e si fanno più positive le attese sul Prodotto Interno lordo (l’indice Ifo della fiducia delle imprese è vicino ai livelli storici) che lo scorso anno si è fermato allo 0,9%.

Cautela sul Giappone, Est Europa e Wall Street in retromarcia.

Frenano al contempo, le attese nei confronti del Giappone, che lo scorso mese guadagnava quasi il 40% dei consensi. A marzo è del 30% la percentuale di coloro che vedono il Sol Levante il mercato più performante dei prossimi dodici mesi. Peggiora il pessimismo su Wall Street, ritenuta la piazza più debole dal 40% del campione. Ma è soprattutto sull’Est Europa che si registra il maggior calo di consensi.

Le difficoltà politiche, oltre all’elevato livello di valutazioni raggiunto dalle società della regione, costringono i gestori a rivedere verso il basso le attese sull’area. Nessuno ritiene che i mercati dell’Europa orientale sovraperformeranno le Borse internazionali e un gestore su quattro è convinto che saranno i peggiori dei prossimi dodici mesi.

Bene euro e yen, poche chance per il dollaro

Gli asset manager non si fanno illusioni sulla valuta americana. L’elevato deficit Usa di parte corrente, che ha toccato il massimo storico nel 2005, induce il 58% degli intervistati a ritenere che la valuta americana perderà posizioni nei confronti di euro e yen.

Una quasi-certezza che trova giustificazione nell’elevato squilibrio di parte corrente del bilancio americano e nel fatto che potrebbe essere vicino il momento in cui i Paesi asiatici, Cina in testa, decideranno di limitare la propria esposizione al debito Usa.

Non è ancora il momento dei bond

L’aumento dei tassi monetari e dei rendimenti obbligazionari non ha ancora avuto impatto sul premio per il rischio e quindi sulle azioni. Perché le valutazioni relative si invertano a favore dei bond, spiegano alcuni asset manager, è necessario un sostanziale aumento dei tassi. Oltre il 70% insiste sul posizionamento sulla parte a breve della curva dei rendimenti, mentre per quanto riguarda la tipologia, le posizioni si fanno più frammentate con i bond emergenti in ascesa.

Tema del mese. Corporate governance: primo il Regno Unito, ultima l’Italia

La corporate governance è un tema che sta assumendo crescente importanza nel panorama dei fondi comuni europei per il 61% degli asset manager. Gli azionisti stanno diventando sempre più proattivi nel dialogo con le società cercando di massimizzarne il valore.

Un trend che però ha i suoi risvolti negativi: il 63% degli intervistati afferma che la sempre più forte pressione anche dal punto di vista regolamentare può costituire una delle principali cause di delisting delle società. La sensibilità verso i temi di corporate governance non è, tuttavia, la stessa da paese a paese. Il Regno Unito è, secondo la maggioranza degli intervistati, la nazione più reattiva all’interno dello scenario europeo. L’Italia è invece quello in cui i fund manager giocano il ruolo meno attivo all’interno delle assemblee.

Il sondaggio è stato condotto tra il 13 e il 20 marzo 2006. Hanno partecipato questo mese 40 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 41 miliardi di euro e hanno in batteria 103 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram, Bpu Pramerica, Bnl Investimenti, CAAM sgr, Monte Paschi am, Pioneer Im, Sanpaolo Imi Am.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures