L’anno dell’Asia. Se la Cina non si ferma

Quasi il 90% dei gestori è convinto che le Borse saliranno più del 5% nel 2004. Tokyo è favorita, mentre Londra raccoglie i minori consensi. L’ottimismo non spegne i timori per il terrorismo e un’eventuale battuta d’arresto dell’economia.

Sara Silano 22/12/2003 | 13:27
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Per l’88% dei gestori interpellati da Morningstar nell’ultimo European Fund Trends, le Borse mondiali saliranno più del 5% nel 2004. E il 9% è convinto di un rialzo superiore al 15% (erano appena il 2% a novembre). Dal sondaggio, effettuato dal 9 al 16 dicembre tra i 45 principali gruppi di asset management europei, sono uscite alcune stime sui livelli che i mercati potranno raggiungere alla fine del prossimo anno. L’S&P500 è visto a quota 1.154 dagli attuali 1.088,66 (al 19 dicembre), il Nasdaq a 2.025 punti (adesso è a 1.951,02) e, in Europa, il Dax30 è indicato a 4.209 (3.898,42) e il Ftse100 a 4.619 (4.413,30).

Ma la vera sorpresa è il Giappone, dove il Nikkei è atteso a 11.526, l’11% in più rispetto agli attuali livelli (10.372,51 al 22 dicembre). Tokyo sarà la miglior Borsa

tra i mercati sviluppati per il 21% dei gestori contro il 6% di novembre. L’area in cima alle preferenze è l’Asia, data per favorita dal 42% dei fund manager, seguita dall’Europa (escluso il Regno Unito), che ottiene il 16% dei consensi. Londra e Wall Street sono considerate le peggiori rispettivamente dal 29 e dal 26% degli intervistati.

Per il 90% dei gestori, il dollaro sarà la peggior valuta nel 2004, contro l’82% di novembre. L’euro è dato per favorito dal 69% degli intervistati, in linea con il mese scorso, seguito dallo yen (26%).

Shock di mercato

Nessun gestore si attende un anno negativo per le Borse mondiali, tuttavia restano forti le preoccupazioni per gli attacchi terroristici e l’incertezza geopolitica. Ma sono anche altri i timori, tra cui un collasso del dollaro e il rallentamento dello sviluppo cinese. La svalutazione del biglietto verde penalizza le esportazioni europee e giapponesi e rischia di spegnere la ripresa in queste aree, mentre un’inversione di tendenza in Cina avrebbe effetti pesanti sui prezzi delle materie prime e sulla crescita di tutto il continente asiatico.

Tema del mese: la trasparenza

Il focus dell’ultimo sondaggio è stata la trasparenza nel rapporto con i clienti. In generale, le case di investimento sono concordi sul fatto che sia necessario migliorare l’informazione fornita ai risparmiatori. In particolare, circa il 35% sostiene che l’area su cui lavorare maggiormente è quella del rischio, il 29% pone l’accento sulle strategie di investimento e il 18% sulle commissioni. Solo il 7% pensa che l’informazione sulle performance debba essere migliorata.

Per quanto riguarda l’investimento dei manager nei fondi che gestiscono, solo il 13% delle società europee informa i risparmiatori ed è ancora più bassa la percentuale di coloro che intendono farlo in futuro, il 6%.

Il principale canale di comunicazione con gli investitori è il sito Internet per il 35% degli intervistati, seguito dalle lettere mensili (28%) e dal rapporto annuale (20%).

Hanno partecipato al sondaggio questo mese 45 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 62 miliardi di euro e hanno in batteria 90 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Austria, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram,Bipiemme, Nextra IM, Sanpaolo AM.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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