Scandalo Usa, l’Europa indaghi

I big del risparmio domandano un’indagine approfondita sulle pratiche finite sotto accusa oltreoceano. Ma il 78% dichiara di non essere mai stato costretto a chiudere il rapporto con un cliente per market timing. Solo il 27% crede nelle commissioni di riscatto come disincentivo.

Sara Silano 27/11/2003 | 09:42
Facebook Twitter LinkedIn
Il 69% delle case di investimento europee chiede un’indagine approfondita sulle pratiche di “late trading” e “market timing” nel mercato dei fondi del Vecchio continente, dopo lo scandalo che ha colpito l’industria americana. Il dato emerge dall’ultimo European Fund Trends, il sondaggio condotto da Morningstar dal 13 al 20 novembre, tra le 65 maggiori società di gestione dell’area.

Per alcuni, l’inchiesta si rende necessaria in via precauzionale, ma i più sono dell’idea che sia l’unico modo per mantenere, o riguadagnare, la fiducia degli investitori.

E’ pressoché unanime (81%) la convinzione che la situazione europea sia comple

tamente diversa da quella statunitense ed è improbabile uno scandalo legato al market timing (compravendita ravvicinata di quote del fondo da parte di investitori privilegiati, che sfruttano le differenze di orario e altre anomalie dei mercati mondiali per realizzare rapidi profitti) o late trading (operazione illegale condotta dopo la chiusura delle contrattazioni).

Tra coloro (75%) che monitorano costantemente le transazioni sui propri fondi, il 78% dichiara di non essere mai stato obbligato a chiudere un rapporto con un cliente per via di trading frequenti e il 22% dice di averlo fatto solo occasionalmente.

Negli Stati Uniti sono state avanzate diverse proposte per combattere il market timing e il late trading. Una possibilità è il cosiddetto “fair value pricing”, un metodo che consente di adeguare il Net asset value (Nav) del fondo sulla base di stime del prezzo delle azioni in portafoglio, anziché sul loro prezzo di chiusura. Il 61% dei gestori europei è contrario a questo approccio, considerato poco trasparente e troppo approssimativo, tuttavia il 24% dice di ricorrervi già adesso, per tutti i fondi o in alcune particolari circostanze.

Un’altra proposta avanzata negli Stati Uniti è l’introduzione di commissioni di riscatto sulle quote vendute entro pochi giorni dall’acquisto. Nel Vecchio continente, il 73% delle società di gestione dichiara di non applicare questo tipo di fee.

Borse, balza l’ottimismo sull’Europa

Il sondaggio Morningstar ha riguardato anche, come di consueto, le prospettive dei mercati. Per l’86% dei gestori, le Borse mondiali saliranno del 5% o più nei prossimi dodici mesi, in linea con le previsioni di ottobre. Rispetto al precedente sondaggio, tuttavia, è migliorato il sentiment sull’Europa (escluso il Regno Unito), che sarà il mercato da preferire per il 18% degli intervistati (erano il 7% ad ottobre).

In termini assoluti, l’Asia (escluso il Giappone) continua ad essere la regione favorita, con il 56% dei consensi, mentre Wall Street sarà il peggior mercato per il 27% dei fund manager.

A livello settoriale, l’industria di base è preferita dal 30% dei gestori, contro il 21% del precedente sondaggio, seguita a grande distanza dai comparti medico-farmaceutico (15%) e finanziario (13%). Per il 38% degli intervistati, le utilities saranno il peggior comparto nei prossimi dodici mesi, mentre il 18% è negativo sull’hardware.

L’ottimismo sui mercati azionari si riflette nei progetti di lancio di nuovi fondi. Il 43% dei gestori crede che la classe di attività prevalente sarà quella azionaria, mentre appena l’1% punta sui prodotti obbligazionari. Ma il dato più rilevante è la crescita dell’interesse per gli strumenti d’investimento alternativi, come gli hedge fund. Il 32% dei gestori si attende che saranno loro a dominare la scena nei prossimi dodici mesi, contro il 20% di ottobre.

Hanno partecipato al sondaggio questo mese 65 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 61 miliardi di euro e hanno in batteria 93 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Austria, Benelux, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Spagna, Svezia e Svizzera, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram, Fineco AM, Nextra IM, Pioneer Global AM e Sanpaolo Imi.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

LEGGI ALTRI ARTICOLI SU
Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures