Gestori appesi al filo della ripresa Usa

Senza una robusta crescita dell’economia americana, le Borse mondiali non potranno continuare a crescere. Il peggio è alle spalle, ma la bufera sul dollaro ha acceso nuovi timori.

Sara Silano 23/09/2003 | 13:32
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La ripresa economica americana è vitale per una duratura risalita delle Borse. Ma sulla solidità dell’attuale fase congiunturale pochi hanno la certezza. E’ quanto emerge nell’ultimo European fund trends, il sondaggio condotto, tra l’11 e il 18 settembre, da Morningstar tra 62 delle principali case di gestione europee.

L’87% dei fund manager è convinto che la ripresa negli Stati Uniti sia una condizione necessaria per far crescere le Borse in modo significativo nei prossimi dodici mesi. Solo il 15%, tuttavia, ritiene che l’economia americana abbia definitivamente voltato pagina e si sia lasciata alle spalle le difficoltà. Il 70% degli intervistati è più cauto e considera tale ipotesi “abbastanza probabile”.

Dopo il rally dei mercati internazionali negli ultimi mesi, il 42% dei gestori reputa le valutazioni attuali corrette, mentre il 31% è convinto che le Borse siano ancora sottovalutate e il 24% che siano leggermente sopravvalutate. In ogni caso, analogamente a giugno, quasi il 50% crede in una crescita dei listini tra il 5 e il 10% nei prossimi dodici mesi.

Dollaro nella tempesta

La partita della ripresa si gioca molto sul mercato valutario. Per circa il 60% dei gestori, il dollaro sarà la peggior valuta il prossimo anno, contro il 46% del precedente sondaggio, mentre l’euro è considerata la migliore dal 61% (79% a giugno). Un balzo nelle preferenze è stato fatto dallo yen, che potrebbe apprezzarsi per il 23% dei fund manager contro il 3% di giugno.

L’indebolimento del biglietto verde porterà, secondo gli intervistati, a una ulteriore crescita della divisa nipponica e, probabilmente del renminbi cinese, moneta quest’ultima che è ancorata da un rapporto fisso con il dollaro e sulla quale pesano le pressioni per la rivalutazione.

Giappone, ottimismo con riserva

Negli ultimi due mesi, è decisamente cambiato il sentiment sul Giappone. Nell’European Fund trend di giugno, solo il 7% dei gestori pensava potesse essere la miglior Borsa nei prossimi mesi, percentuale più che triplicata a settembre (24%).

Tale cambiamento pone qualche interrogativo: i fund manager hanno risposto al recente rally o stanno veramente anticipando i trend futuri? E’ sotto gli occhi di tutti la performance dell’indice Msci Japan, che da inizio anno ha guadagnato il 29% (al 19 settembre), ma l’andamento futuro dipenderà molto dal comportamento dello yen sul mercato valutario, dato che le esportazioni hanno una ruolo di primario nel sostenere la ripresa del Sol Levante.

In generale, il sentiment dei gestori è positivo su tutti i mercati asiatici, che saranno i best performer del 2004 per il 42% degli intervistati (34% a giugno), mentre per il 41% la maglia nera spetta al Regno Unito. Il resto dell’Europa è dato per favorito solo dal 10% (15% a giugno) e una percentuale ancora inferiore punta sugli Stati Uniti come miglior mercato, il 5% contro il 30% del precedente sondaggio.

Alla larga dalle utilities

A livello settoriale, i gestori hanno rivisto le previsioni sul settore finanziario, considerato il favorito dal 26% nello scorso sondaggio, che ora raccoglie solo il 7% delle preferenze. Anche sull’hi tech i gestori diventano più cauti, mentre migliora il sentiment sulle telecom, ritenuto il comparto più interessante dal 13% degli intervistati, sul farmaceutico (17%) e sui materiali industriali.

Mentre il giudizio sul miglior settore non è unanime, sono le utilities a raccogliere il minor numero di preferenze, con il 47% dei gestori che ritiene saranno il peggior comparto nei prossimi dodici mesi, seguite dai beni di consumo.

Spitzer non fa paura

Impegnati a misurare la solidità della ripresa economica, i gestori non sembrano aver dato troppo peso all’inchiesta sui fondi avviata dal procuratore generale di New York, Eliot Spitzer, per operazioni illegali a danno degli investitori.

Nonostante siano coinvolti alcuni big dell’industria americana, tra i gruppi europei solo uno ha messo il problema del recupero della fiducia dei risparmiatori al primo posto come tema scottante nei prossimi mesi. Sarà perché l’inchiesta non ha toccato, almeno per il momento il Vecchio continente, eppure, per sopravvivere, le società di gestione hanno bisogno di mantenere la fiducia dei clienti tanto quanto fornire buone performance di lungo periodo.

Hanno partecipato al sondaggio questo mese 62 società di gestione europee, le più grandi per asset under management, che gestiscono in media 58 miliardi di euro e hanno in batteria 80 fondi. L’indagine, svolta dalle sedi locali di Morningstar in Italia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Spagna, Svezia, illustra i trend dell’industria del risparmio gestito nel Vecchio Continente e le attese sull’andamento dei mercati nei successivi 12 mesi. Per l’Italia hanno partecipato Aletti Gestielle, Banca Fideuram, Bnl Gestioni, Bipiemme Gestioni, Monte Paschi AM, Nextra IM.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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