Abbiamo osservato una graduale convergenza dei tassi di interesse e dell’inflazione nei Paesi dell’est Europa, oltre a processi di liberalizzazione e privatizzazione delle imprese. In particolare, le società si stanno trasformando da entità statali e burocratiche a realtà competitive, più efficienti e redditizie.
L’allargamento dell’Unione europea, che porterà alla creazione di un mercato unico, senza barriere, è la base per lo svilu
ppo di un’economia più forte, con benefici anche per l’occidente. L’invecchiamento demografico della popolazione ad ovest può essere controbilanciato dal maggior tasso di natalità dell’est. Inoltre, il Vecchio continente diventerà più competitivo perché nascerà una vasta area di produzione e consumo.
Quali mercati preferisce?
Siamo molto positivi su Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Russia. Fondamentalmente, però, riteniamo si possano trovare imprese di nicchia attraenti in tutti i mercati dell’est. Non investiamo tanto nei “Paesi”, ma analizziamo le società e attraverso loro ricostruiamo il contesto economico in cui operano. Pensiamo possano esserci interessanti opportunità anche tra le società occidentali con crescente esposizione sui mercati dell’Europa orientale.
L’approccio è dunque dal basso verso l’alto (bottom up). Come avviene la scelta dei titoli da mettere in portafoglio?
Il fondo Templeton Eastern Europe investe in società che sono poco costose in assoluto e in relazione alla loro storia, al mercato e al settore di appartenenza. Ci avvaliamo della nostra ampia esperienza e delle capacità di ricerca approfondita e indipendente sui report finanziari delle imprese. La nostra strategia può quindi essere definita “pro-attiva”.
L’attenzione si concentra sulle realtà con bilanci solidi, che operano in segmenti redditizi e hanno flussi di cassa positivi. Grande importanza viene attribuita anche alla qualità del management e alle politiche di corporate governance. Non investiamo mai in un’azienda senza conoscere come è gestita e cosa i concorrenti pensano dei suoi prodotti e servizi.
Quali settori sono più rappresentati in portafoglio?
Sovrappesiamo il settore petrolifero e del gas, in particolare le aziende russe e del centro Europa, quello bancario, ben rappresentato da Sberbank (Russia), Otp (Ungheria) e Hansbank (Estonia). Siamo positivi anche sul farmaceutico e deteniamo in portafoglio titoli come la croata Pliva e le ungheresi Gedeon Richter ed Egis.
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