Un calo limitato

Il secondo e il terzo trimestre del 2002 sono stati forieri di guadagni per i fondi che investono in Giappone. Il calo è arrivato negli ultimi tre mesi, cosicchè ora il rischio di ulteriore downside è limitato.

Jonas Lindmark 09/01/2003 | 11:06
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La Borsa giapponese ha vissuto un 2002 movimentato. Le attese non erano delle migliori a inizio anno, con gli investitori stretti nel timore di un collasso finanziario che si aspettavano per la fine dell’anno fiscale il 31 marzo. Invece il MSCI Japan ha performato sensibilmente meglio dell’MSCI World index nel primo trimtesre, anche sostenuto da interventi governativi.

Il sollievo derivante dal mancato collasso insieme con un la crescita del Prodotto interno lordo sostenuta nel primo trimestre, hanno consentito alla Borsa di essere la migliore anche nel secondo trimestre – mentre il World index ha perso il 10%, l’MSCI Japan ha guadagnato il 7% (in dollari). Le azioni giapponesi hanno registrato performance relative buone anche nei successivi tre mesi, con il -12% del listino (con

tro il –19% dell’MSCI World). Così, dopo nove mesi, l’MSCI Japan in dollari perdeva il 6% contro il calo delle Borse mondiali del 26%.

L’ultimo trimestre è stato invece negativo per chi ha investito nell’area. E’ diventato evidente che la crescita economica ha nuovamente perso vigore e che lo stallo politico domina la scena. L’MSCI Japan sceso del 6%, mentre un ritorno di ottimismo in Usa ed Europa ha consentito all’MSCI World di guadagnare il 7% negli ultimi tre mesi dell’anno.

Nonostante tutto, la performance relativa delle azioni giapponesi nell’anno (-11% in dollari) è migliore di quella mondiale (-21%). Per chi ha investito nell’area ma non in dollari, la caduta del biglietto verde ha però parzialmente eroso questo risultato: l’MSCI Japan in euro è stato fotografato sul finire a –24% contro il –33% dell’MSCI World in euro.

Questo risultato, e cioè la forza relativa del listino giapponese rispetto alle Borse mondiali, nonostante la mancata crescita economica e lo stallo politico, mostra quanto forte fosse il pessimismo all’inizio dell’anno. L’arretramento delll’ultimo trimestre, inoltre, potrebbe anche preludere a un buon 2003, in caso di buone notizie.

Outlook

Tuttavia, gli economisti sono abbastanza concordi nel ritenere che se il Governo avvierà le necessarie riforme strutturali ci vorrebbero comunque ben più di un anno per vederne gli effetti positivi.

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Info autore

Jonas Lindmark

Jonas Lindmark  has been editor and head of fund analysis at Morningstar Sweden since August 2000. Before that he was personal finance editor and designed fund ratings during 9 years at the weekly business magazine Affärsvärlden.

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