Al minimo degli ultimi 16 anni

Jonas Lindmark 13/08/2002 | 13:20
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Le forti discese in tutto il mondo hanno fatto cadera la Borsa di Tokyo al minimo degli ultimi 16 anni il 26 luglio (denominato in yen). Il calo è dovuto in parte dalla perdita del dollaro: alla fine del 2001 un dollaro valeva 135 yen, mentre alla fine di luglio il tasso di cambio è sceso sotto quota 116. Questo significa un reddito inferiore per le società esportatrici e prezzi delle azioni meno competitivi rispetto a quelli americani.

Grazie alla performance relativamente positiva nel febbraio e aprile, Tokyo ha registrato una buona performance quest’anno. L’Msci World index ha perso l’18% fino al 30 luglio, mentre l’Msci Japan ha guadagnato l’1% (entrambi denominati in dollari). Questo risultato, però, segue una performance estremamente debole durante lo scorso anno, perciò il

rendimento a tre anni è inferiore che quello statunitense e europeo.

Il Sentiment

Una spiegazione importante per il declino recente può essere la crescente delusione per la mancanza di successo da parte di Junichiro Koizumi, che dopo più di un anno da Premier non è riuscito a effettuare le riforme finanziarie che aveva promesso quando è stato eletto.

La privatizzazione della posta giapponese (che non funziona solo come un ufficio postale, ma si tratta della prima banca e assicurazione del mondo) rappresentava il passo più importante agli occhi degli investitori, ma anche questo riforme è stato annacquato dalle opposizioni di Koizumi nel suo stesso partito (Ldp) tanto da essere giudicata “praticamente inutile” dalla rivista The Economist.

Le Attese

Qualche notizia positiva è necessaria per un miglioramento della Borsa giapponese, però, è difficile trovare una soluzione: sia l’impasse politico che la debolezza del sistema finanziario sembrano insormontabili. E’ ormai poco probabile che Junichiro Koizumi, riuscirà a effettuare le riforme annnciate.

Dal lato negativo, esiste il rischio di uno shock esterno, per esempio un attacco all’Iraq dalla parte degli Stati Uniti che interromperebbe l’offerta di petrolio. Dopo più di dieci anni di crescita economica bassa, il pessimismo è tanto diffuso che una sorpresa negativa avrebbe un maggiore impatto sulla Borsa che una positiva.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Jonas Lindmark

Jonas Lindmark  has been editor and head of fund analysis at Morningstar Sweden since August 2000. Before that he was personal finance editor and designed fund ratings during 9 years at the weekly business magazine Affärsvärlden.

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