Il pricing dei fondi in Europa

Sono molto diverse le strutture di costi all’interno dei Paesi europei. Ecco una panoramica sulle differenti proposte commerciali in Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna.

Germana Martano, 18/12/2001 | 12:42
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Gran Bretagna

La struttura dei costi degli Open Ended Investment Companies (Oeic), ben differenti dagli unit trust, molto diffusi in Uk, è molto simile a quella italiana. Generalmente, infatti, sono previste una fee iniziale su cui gli intermediari prendono solitamente una commissione; una fee annuale, di cui agli intermediari spesso viene retrocessa una percentuale.

Fondi no load, che prevedono commissioni di uscita, esistono ma sono rari. La maggior parte dei fondi non prevede commissioni di performance, più frequente per gli hedge fund.

In Gran Bretagna l’intermediario riceve dal

la società di gestione una percentuale (la retrocessione) delle commissioni percepite dalla società di gestione. I discount brokers lavorano generalmente retrocedendo al cliente una parte di questa commissione che percepisce l’intermediario; spesso retrocedono al cliente una parte consistente della fee di ingresso e tengono per sé una parte della commissione di gestione (renewal o trail commission).

Spagna

La somiglianza con la struttura italiana è forte. I fondi spagnoli sono però molto più cari se si guarda alle commissioni di gestione, poiché, argomentano le società -e il più delle volte ciò corrisponde a realtà- le commissioni di ingresso sono nulle.

Tra le peculiarità tutte spagnole va annoverato il fatto che esiste per legge un tetto massimo a tutte le commissioni. A tal riguardo si distingue tra FIAMM, i fondi monetari, e FIM, tutti gli altri fondi (azionari, obbligazionari e tutto ciò che non è monetario).

La commissione di gestione massima annua per i FIAMM è pari all’1% calcolato sul Nav. La commissione di deposito non può superare lo 0,15% annuo. Le commissioni di ingresso e di uscita devono essere inferiori all’1%. La commissione di gestione massima per i fondi FIM è pari al 2,25% annuo. La commissione di deposito non può superare lo 0,2% annuo. Le commissioni di ingresso e di uscita devono essere inferiori al 5%.

Germania

Nonostante il panorama sia piuttosto vario, la maggior parte dei fondi prevede una commissione di ingresso del 5% per i fondi azionari e tra il 2% e il 3% per i fondi obbligazionari. Le commissioni di uscita sono rare. Le commissioni di gestione per i fondi azionari vanno dallo 0,8% al 2%; per gli obbligazionari oscillano tra lo 0,4% e l’1,3%.

Soprattutto i fondi di diritto estero caricano anche alcune commissioni di distribuzione al consulente finanziario. Questi costi possono anche raggiungere l’1% e sono solitamente applicate dagli IFA, gli independent financial advisors, e dai broker online, per i quali questi importi stanno diventando sempre più rilevanti. Dai broker online vengono utilizzate al fine di personalizzare sconti sulle commissioni di ingresso. Sono invece rare, anche se in fase di maggior diffusione, le commissioni di performance, mentre esistono quelle di switch.

A partire dalla scorsa estate le società hanno cominciato a effettuare consistenti aumenti delle commissioni che, se rientrano nel range previsto da prospetto, non necessitano di alcuna approvazione da parte delle autorità competenti. La giustificazione addotta è che stanno allineando i prezzi agli standard internazionali, ma il dibattito se ci sia e quale sia lo standard è aperto.

Francia

Sono previste commissioni di entrata, uscita e “gestione”. Queste ultime, includendo al loro interno la gran parte dei costi gravanti sul fondo, da un lato garantiscono una maggior trasparenza, dall’altro generano una certa problematicità, data la difficoltà a determinare l’apporto delle diverse componenti nella definizione del valore complessivo. In particolare in esse rientrano: le spese commerciali, vale a dire per la rete di vendita, e quelle di negoziazione titoli, poco trasparenti soprattutto quando, ed è il più dei casi, la società fa parte di un grande gruppo di intermediazione. Va detto che non sono fissate da Prospetto che ne indica unicamente il valore massimo.

Nella reportistica annuale viene indicata solo una commissione globale, senza l’obbligo di comunicarne le componenti. Su questo tema la COB, l’equivalente della Consob, ha creato una commissione di lavoro.

Questo è il terzo di tre articoli pubblicati da Morningstar sui costi dei fondi italiani ed europei. Per ulteriori approfondimenti vedere anche "Italiani cari quando il fondo è settoriale" e "Il pricing dei fondi in Italia".

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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