Il pricing dei fondi in Italia

Commissioni ricorrenti e fee una tantum. La struttura dei costi dei fondi italiani.

Germana Martano, 18/12/2001 | 12:36
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Alla struttura tutta italiana che vede le commissioni di gestione, ricorrenti annualmente, affiancate da fee in entrata alternativamente a fee in uscita, si contrappongono peculiari strutture per ogni Paese europeo. Una nota in particolare va fatta per le commissioni di performance, applicate in Italia su numerosi fondi, poco conosciute all’estero e ancor meno usate nelle politiche commerciali.

In Italia i costi possono essere divisi in due principali categorie: commissioni una tantum e commissioni ricorrenti. Le commissioni una tantum rientrano nelle scelte gestionali della Sgr, in quanto, contrariamente a quelle ricorrenti, non tutti i fondi le prevedono. Le cifre dei rendimenti pubblicate sono al netto delle commissioni ricorrenti, ma non incorporano le commissioni una tantum.



Le commissioni una tantum

Sono usualmente applicate in sede di acquisto o di vendita di un fondo. Si tratta di un costo ammortizzabile nel corso degli anni, la cui incidenza pertanto decresce con la permanenza nel fondo.

Le commissioni di sottoscrizione, solitamente previste in alternativa (alternativa, a onor del vero, raramente lasciata alla discrezione del risparmiatore) a quelle di vendita, costituiscono la remunerazione della rete di vendita. Sono calcolate come percentuale dell'investimento iniziale secondo un sistema a scaglioni che prevede percentuali più basse per versamenti più elevati e viceversa. I fondi che non le prevedono si definiscono "no load". Si tratta, va notato, di commissioni scontabili spesso fino al 100% in sede di sottoscrizione e questo può finire per penalizzare gli investitori più deboli.

La commissione una tantum più frequentemente applicata è la commissione di riscatto, da preferire a quella di sottoscrizione sia perché si paga in un tempo successivo, sia perché viene spesso applicata con un sistema a tunnel: la commissione decresce fino ad annullarsi in funzione del tempo di permanenza nel fondo. I fondi che non prevedono costi né di entrata, né di uscita, vengono definiti "no load puri". Anche i trasferimenti di quote da un fondo a un altro della stessa società, i cosiddetti switch, implicano nella maggior parte dei casi il pagamento di una commissione che può essere fissa o espressa come percentuale del capitale trasferito.

Le commissioni ricorrenti

Sono previste da tutti i fondi quale remunerazione dei diversi livelli di operatività di un fondo. Sono costi periodici che incidono direttamente sui risultati.

Le commissioni di gestione sono quelle che retribuiscono la società di gestione per la sua attività di gestione del fondo. Variabili da fondo a fondo, esse vengono decurtate direttamente dal patrimonio del fondo.

Le commissioni di incentivo spettano alla società di gestione nel caso in cui questa raggiunga rendimenti superiori a un parametro prestabilito. È dunque un premio che il sottoscrittore corrisponde al gestore calcolato sul rendimento differenziale del fondo rispetto all'indice preso a riferimento, spesso costituito dal benchmark seguito dal fondo (non sempre benchmark ed indice utilizzato per commissione di performance coincidono).

Si tratta, tuttavia, di una prassi non esente da critiche e problemi, soprattutto per quanto riguarda la scelta del parametro di riferimento, spesso troppo facile da battere o poco significativo. Tra gli altri aspetti contestabili ci sono l’arco temporale e la frequenza del calcolo della performance stessa.

Questo è il secondo di tre articoli pubblicati da Morningstar sui costi dei fondi italiani ed europei. Per ulteriori approfondimenti vedere anche "Italiani cari quando il fondo è settoriale" e "Il pricing dei fondi in Europa".

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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