Fondi indice on line

E’ l’offerta di Mellon che sbarca in Italia con l’obiettivo di conquistare clientela retail, ma anche istituzionale. Marco Palacino, Deputy General Manager, spiega a Morningstar.it la strategia del gruppo in Italia.

Maria Grazia Briganti 06/09/2001 | 14:33
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Un'esperienza centenaria negli States, undicesima società al mondo per patrimonio in gestione, in tutto 2.800 miliardi di dollari tra gestito e amministrato. Mellon, sbarcata in questi mesi in Italia con cinque fondi indice, vanta nel mondo dodici società di gestione, ciascuna specializzata in un settore, e una copertura pressoché totale su classi e stili di investimento. Per l’Italia parla Marco Palacino, Deputy General Manager.

Qual è la vostra strategia per il mercato italiano?

Il nostro è un approccio imprenditoriale, vale a dire ciascuna società ha un proprio direttore degli investimenti che

imposta le scelte strategiche e le politiche di investimento dei prodotti sotto la sua diretta responsabilità. Approccio gestionale e prodotti specializzati si uniscono in Mellon a un’ampia gamma di servizi, che va dalle gestioni in conto terzi ai fondi di investimento.

Quali sono i trend in atto sul mercato del risparmio gestito in Italia?

Ormai la corsa inarrestabile è verso la gestione delegata. La subadvisory è un fenomeno estremamente diffuso negli Stati Uniti, dove le società devono fare i conti con un mercato feroce, maturo e competitivo, ma qui in Italia stenta ancora a prendere piede. Per tenere bassi i costi di acquisto dei fattori produttivi, cioè della gestione, dell’analisi e della tecnologia, diventa necessario affidarsi all’esperienza di chi è già impegnato in una particolare nicchia di mercato.

Quali peculiarità mostra il mercato italiano rispetto a quelli europei?

Quello italiano è uno dei mercati il cui tasso di crescita previsto per i prossimi anni è tra i più elevati in Europa. Mentre la clientela retail che affida i propri risparmi al mondo del gestito salirà probabilmente a un tasso del 5-6% annuo, per quella istituzionale la crescita stimata si aggira attorno al 15%. Gli spazi saranno aperti dai fondi pensione, dalle fondazioni bancarie, dalle casse mutue per i professionisti che, gestite finora con gli investimenti in borsa o nel settore immobiliare, mostrano segnali di apertura ad altri tipi di investimenti, soprattutto gestiti.

Di fronte a una situazione di mercato difficile come quella attuale, come contate di affermarvi in Italia?

Ritengo che ci siano ancora ampi spazi per proporsi sul mercato italiano e la maggior parte dei grandi gruppi internazionali non vuole farsi sfuggire un business che in Italia, come detto, avrà dei ritmi di crescita molto elevati. Poi ogni società presenta i tratti distintivi della sua gestione e la sua offerta.

A questo proposito noi ci proponiamo di offrire dei prodotti estremamente differenziati tra di loro e diversi da quelli della concorrenza, quali ad esempio i fondi tematici. I portafogli di questi fondi sono costituiti da titoli di società dai buoni fondamentali la cui attività è legata ad alcuni temi particolari che possono costituire un trend di futuro successo, come società legate al fenomeno dell'invecchiamento della popolazione o del recupero immobiliare.

Perché avete scelto di partire con il lancio di cinque fondi indice, con le Borse in crisi che certo non giocano a favore di una gestione passiva?

L'offerta italiana di Mellon si concretizza nel lancio di 25 comparti, ma abbiamo avviato al collocamento solo cinque prodotti, rimandando di qualche mese il lancio degli altri 20.

Con i fondi indice abbiamo voluto portare sul mercato italiano un'esperienza consolidata nella gestione passiva che per Mellon rappresenta 120 miliardi di dollari sui 520 di assets totali in gestione e abbiamo voluto coprire una fetta di offerta che in Italia ancora non è sufficientemente diversificata. Bisogna inoltre prendere atto che i gestori attivi non hanno saputo sfruttare appieno le potenzialità dei mercati al rialzo, così come non hanno protetto gli investitori in mercati in perdita. Con costi che hanno eroso i già poveri guadagni o addirittura aumentato le perdite.

Generalmente le società sono restie a promuovere i fondi indice a causa delle basse commissioni di gestione, così come i distributori non li spingono a sufficienza per il magro bottino che rendono in commissioni di ingresso. Come ovvierete a questi inconvenienti?

Ad essere sinceri non abbiamo incontrato grandi difficoltà o resistenze da parte della distribuzione. Si tratta infatti di prodotti semplici nella loro struttura e altrettanto semplici da vendere, che non necessitano di particolari servizi di consulenza: basti pensare a quanto sia relativamente poco complicato per un promotore spiegare il benchmark seguito da un fondo indice e come lo si calcola. Per questo motivo, oltre che dalla rete di vendita, sono prodotti facilmente collocabili attraverso il canale online.

Attualmente infatti la vendita dei nostri prodotti avviene tramite i supermercati di fondi, ma puntiamo anche ad accordi con grandi realtà italiane.

Quale sarà il passo successivo?

Abbiamo in esame il lancio di un fondo etico, con una società leader a livello italiano ed europeo nella finanza etica. Mellon è già attiva negli investimenti socialmente responsabili negli States e anche in Europa intendiamo portare avanti questo filone. Ritengo che questo sia un fattore importante e da non sottovalutare: per noi l'esperienza acquisita oltreoceano è il primo fattore di successo, ma l'adeguamento alla realtà locale determina il passo successivo.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Maria Grazia Briganti  è stata editor & analyst di Morningstar Italy

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