I titoli della difesa italiani sono tornati sotto i riflettori nelle ultime settimane dopo l’annuncio dell’accordo sul fondo europeo per la difesa e l’accendersi della contesa per il business militare di Iveco IVG.
La scorsa settimana, i 27 paesi dell’Unione Europea hanno trovato un accordo su SAFE (Security Action for Europe), il fondo da EUR 150 miliardi che ha l’obiettivo di rafforzare gli investimenti europei nella difesa. Intanto, è ancora aperata la partita per aggiudicarsi Iveco Defence Vehicles (IDV), il ramo specializzato sulla difesa di Iveco.
I titoli Leonardo LDO e Fincantieri FCT, le due principali aziende del settore in Italia, hanno guadagnato rispettivamente il 5,8% e il 23,7% nell’ultima settimana e sono salite del 131,8% e del 224,9% nell’ultimo anno. A fare da traino alle valutazioni di mercato delle due stock sono state le aspettative di una forte crescita degli investimenti nella difesa da parte dei Paesi europei e i recenti movimenti all’interno del settore potrebbero spingere ulteriormente al rialzo le loro quotazioni.
Quali benefici per Leonardo e Fincantieri dal fondo europeo per la difesa?
Una spinta enorme agli investimenti nel settore in Europa potrebbe arrivare dal SAFE (Security Action for Europe), sostenuto dal bilancio condiviso dell’Unione europea e destinato a promuovere investimenti in progetti comuni nel settore della difesa, anche se una clausola permette di fare acquisti da produttori al di fuori dell’Unione fino a un massimo del 35% del valore.
Gli analisti di Equita SIM stimano che, in base alla quota del fondo catturabile da Leonardo, la crescita aggiuntiva del fatturato e dell’EBITDA dell’azienda italiana sarebbe di almeno il 10/15% rispetto ai target fissati per il 2029. Relativamente a Fincantieri, gli analisti di Equita si aspettano che gli investimenti del fondo seguano un iter burocratico più snello rispetto a quello ordinario e che quindi possano imprimere un’accelerazione agli ordini in ingresso. Inoltre, aggiungono gli analisti di Equita, in caso di una maggiore integrazione tra le società navali europee, Fincantieri potrebbe rafforzare la partnership con TKMS (ThyssenKrupp Marine Systems), azienda navale tedesca leader nella costruzione di sottomarini e navi militari.
Sullo sfondo, poi, c’è la richiesta della NATO, sostenuta in particolar modo dagli Stati Uniti, di portare il budget della spesa miliare al 5% del PIL. I rappresentanti dei 32 paesi membri della NATO si riuniranno alla fine di giugno all’Aia per decidere dell’aumento, ma Germania e Francia hanno già fatto intendere di essere disposti ad adeguare i loro budget per la difesa. DBRS Morningstar ha calcolato che un incremento della spesa nella difesa pari all’1% sul PIL italiano si tradurrebbe in un extra-spesa di EUR 22 miliardi. Di questi investimenti, una quota compresa tra il 20% e il 50% potrebbe tradursi in nuove commesse per Leonardo e Fincantieri. Se i paesi della NATO si impegnassero veramente a stanziare il 5% del loro prodotto interno lordo alla difesa, i benefici per i due leader italiani del settore sarebbero enormi, considerando che ricavano fuori dai confini nazionali circa l’80% del loro fatturato.
Tutti in corsa per la divisione militare di Iveco
Ad aumentare il fermento nel settore della difesa ci sono le operazioni societarie. In Italia, Iveco ha avviato lo spin-off di IDV. La separazione del ramo di attività dovrebbe completarsi entro fine anno ed essere propedeutica alla sua vendita. Leonardo, insieme alla tedesca Rheinmetall, hanno annunciato lo scorso 8 maggio l’offerta non vincolante per IDV, ma nella corsa per accaparrarsi la divisione difesa di Iveco ci sono anche altri tra cui gli spagnoli di Indra e il fondo statunitense Bain Capital.
Leonardo scontata del 17% rispetto al fair value
Leonardo è il leader italiano dell’industria della difesa, con un fatturato di quasi EUR 18 miliardi nel 2024. Il piano industriale presentato dall’azienda a marzo 2025 prevedeva un fatturato di circa EUR 24 miliardi entro il 2029, ma il management di Leonardo ha dichiarato durante la presentazione dei conti del primo trimestre che è in corso un piano separato di aumento della capacità produttiva, avviato a fine marzo, che non è ancora stato recepito nelle previsioni pubblicate.
Questa iniziativa, sostiene Loredana Muharremi, equity analyst di Morningstar, mira a un aumento della capacità produttiva del 40%-60% in divisioni chiave come elicotteri ed elettronica per la difesa ed è una risposta diretta alle attuali prospettive geopolitiche, con l’aumento dei bilanci della difesa in Europa e l’accelerazione degli acquisti NATO. “In base alle nostre stime, che includono la crescita delle esportazioni derivanti dalle joint venture e un maggiore tasso di acquisizione degli investimenti nella difesa del governo italiano, con la quota di mercato di Leonardo in aumento dal 34% al 37%, il fatturato del gruppo raggiungerà quota EUR 29 miliardi entro il 2029”, afferma l’analista.
Per tenere conto delle nuove aspettative sui conti aziendali, trainate dall’espansione della capacità produttiva, dallo slancio delle esportazioni e dal miglioramento della quota di mercato in Italia, gli analisti di Morningstar hanno recentemente alzato la stima del fair value da EUR 42,40 a 62,60 euro. Oggi il titolo quota a EUR 52,52, per cui è scontato del 17%.
Più difesa nel business di Fincantieri
Fincantieri è il principale produttore europeo di navi, traghetti e mezzi militari, con un fatturato di EUR 8,1 miliardi e un EBITDA di EUR 509 milioni nel 2024, ed è il principale fornitore di navi militari e sommergibili per la Marina Militare italiana.
Equita Sim ha recentemente confermato la raccomandazione “Hold” e ha alzato il prezzo obiettivo da EUR 11,4 a EUR 14,40, un valore più basso di circa il 7% rispetto alle attuali quotazioni di mercato di EUR 15,41. In occasione dell’Underwater Day, l’azienda ha comunicato i target finanziari per i prossimi tre anni della nuova divisione underwater, che comprende le attività sottomarine, Wass (azienda leader nella progettazione e sviluppo di sistemi avanzati per la difesa subacquea) e Remazelcon (società attiva nelle soluzioni per la transizione energetica), e ha affermato che “il mercato underwater è attualmente molto frammentato e privo di un leader internazionale chiaro e che l’azienda italiana è in grado di giocare un ruolo chiave nello sviluppo nazionale e internazionale del settore”.
Il management stima una crescita media dell’11% del fatturato che dovrebbe portare i ricavi del segmento a quota EUR 820 milioni nel 2027, ovvero all’8% del giro d’affari complessivo del gruppo. Gli analisti di Equita hanno rivisto al rialzo le loro aspettative sulla crescita degli utili per i prossimi tre anni e hanno sottolineato il loro apprezzamento per la scelta dell’azienda di posizionarsi con decisione nel settore subacqueo: “Apprezziamo il fatto che la maggiore esposizione di Fincantieri a questo segmento derivi da una scelta strategica chiara, presa ben prima che il comparto underwater/difesa diventasse un focus di mercato. Fincantieri sta velocemente riposizionando il suo business model verso il settore difesa e il management si sta sempre più focalizzando sulla riduzione della leva finanziaria”, si legge in una nota di Equita del 26 maggio.
Gli analisti di Banca Akros hanno aumentato il prezzo obiettivo sul titolo da EUR 11,5 a EUR 13 in seguito alla revisione al rialzo delle stime relative all’EBITDA e all’utile netto per il 2029 che tengono conto della crescita dell’azienda nel settore underwater.
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