Le preoccupazioni per l’inflazione persistente spingono molti investitori a cercare una copertura diretta contro di essa. I bond indicizzati all’inflazione hanno proprio questo scopo, e gli ETF obbligazionari indicizzati all’inflazione offrono un modo ancora più semplice di investire in questi titoli.
Tuttavia, gli ETF obbligazionari indicizzati all’inflazione non si comportano come molti investitori si aspetterebbero, e quelli indicizzati all’inflazione europea sembrano attualmente fuori sincrono. Dall’inizio dell’anno la loro performance è stata sostanzialmente piatta e in alcuni casi il loro valore è addirittura sceso (in euro), contrariamente a quanto sta accadendo ora con l’inflazione.
I dati Eurostat mostrano che ad aprile i prezzi al consumo nell’Eurozona sono aumentati del 2,2% su base annua e l’inflazione core, che esclude le componenti volatili come i costi energetici e alimentari, è aumentata del 2,7% nello stesso periodo.
Osservando più da vicino la correlazione storica tra l’inflazione e i rendimenti di questi fondi, notiamo che la relazione non è così lineare come gli investitori potrebbero aspettarsi.
Quando l’inflazione è alta e in aumento, non significa che un fondo o un indice indicizzato all’inflazione salirà automaticamente; spesso è vero il contrario. Ciò che conta di più quando si tratta di questi ETF indicizzati al costo della vita non è l’inflazione di oggi, ma piuttosto ciò che si prevede accadrà all’inflazione nei mesi, nei trimestri e negli anni a venire.
“Questo è un settore in cui la relazione sembra semplice e ovvia: perché non comprarli se l’inflazione è in aumento? Dipende da cosa si aspetta il mercato”, afferma Eric Jacobson, strategist reddito fisso di Morningstar.
“Se il mercato ha già prezzato l’attuale aumento dell’inflazione e non prevede ulteriori aumenti in futuro, il valore delle obbligazioni legate al costo della vita non ne beneficerà”.
I migliori ETF indicizzati all’inflazione in euro
Attualmente esistono 5 ETF obbligazionari indicizzati all’inflazione domiciliati in Europa, forniti da iShares, Amundi, Xtrackers e UBS. Tutti hanno ottenuto un Morningstar Medalist Rating di Gold, Silver o Bronze. In un universo di questo tipo, le opportunità di aggiungere valore in modo coerente rispetto a un approccio standard di indicizzazione sono limitate, per cui i fondi passivi a basso costo si trovano in una buona posizione per offrire rendimenti superiori alla media nel lungo periodo.
L’iShares € Inflation Linked Government Bond UCITS ETF IBCI è di gran lunga l’ETF più grande della sua categoria. Questo fondo è salito dell’1,1% nell’ultimo anno, con un ritardo di 0,13 punti percentuali rispetto al suo indice di riferimento, il Morningstar Eurozone Treasury Inflation-Linked Securities Index. Su base annua, il fondo iShares è salito del 0,09%.
Allo stesso tempo, l’Amundi Euro Government Inflation-Linked Bond UCITS ETF E15H ha guadagnato l’1,1% nell’ultimo anno, ma meno della media dei fondi della categoria delle obbligazioni indicizzate all’inflazione in euro, pari all’1,49%. Il fondo si è posizionato al 53° percentile per quanto riguarda la performance.
L’Xtrackers II Eurozona Inflation-Linked Bond UCITS ETF XEIN è balzato dell’1% nell’ultimo anno, collocandosi al 61° percentile per performance. Il fondo ha accumulato un ritardo di 0,19 punti percentuali rispetto al Morningstar Eurozona Treasury Inflation-Linked Securities Index. Su base annua, il fondo Xtrackers è salito dello 0,58%.
Il fondo a gestione passiva USBBG Euro Inflation Linked 1-10 UCITS ETF FRC3 ha guadagnato l’1,91% nell’ultimo anno, superando la media dei fondi della categoria delle obbligazioni indicizzate all’inflazione in euro, che è scesa dello 0,11%. Il fondo si è posizionato al quinto percentile per performance e ha battuto il suo indice di riferimento di 1,84 punti percentuali. Su base annua questo ETF ha guadagnato il 3,36%, mentre il fondo medio della sua categoria è salito del 2,61%.
A causa della maggiore duration del portafoglio, nell’ultimo anno l’USBBG Euro Inflation Linked 10+ UCITS ETF FRC4 ha perso il 4,22%, mentre il fondo obbligazionario medio indicizzato all’inflazione in euro è salito dell’1,42%. Il fondo si è posizionato nel 100° percentile per performance e ha accumulato un ritardo di 5,44 punti percentuali rispetto al Morningstar Eurozona Treasury Inflation-Linked Securities Index.
Come funzionano gli ETF obbligazionari indicizzati all’inflazione
Le obbligazioni indicizzate all’inflazione collegano contrattualmente il capitale e gli interessi dei bond a una misura dell’inflazione riconosciuta su scala nazionale, regionale o globale. Questo tipo di obbligazione è viene tipicamente emesso dal governo di una nazione, e si comporta come un titolo di Stato nominale con cedola periodica e rimborso a scadenza. Tuttavia cedola e rimborso, sono legate all’inflazione, quindi possono crescere nel caso di uno scenario inflazionistico.
Chi investe in un fondo o un ETF, però, è soggetto al valore di mercato dei bond in portafoglio. Da cosa dipende questo valore? Da diverse variabili, ma soprattutto dai tassi d’interesse. Come ogni altro asset obbligazionario, anche i bond indicizzati all’inflazione sono soggetti al rapporto tra duration e tassi d’interesse, solo che in questo caso sono i tassi reali che contano (e non quelli nominali). Ricordiamo che il tasso di interesse reale è il tasso di interesse al netto del tasso di inflazione vigente.
Conviene investire in ETF obbligazionari indicizzati all’inflazione?
Secondo Dan Sotiroff, senior manager research analyst di Morningstar Research Services, queste obbligazioni hanno un utilizzo molto specifico per gli investitori.
“In primo luogo, si tratta di obbligazioni, quindi si dovrebbe pensare alla conservazione del capitale. Nel caso si voglia proteggere il denaro da qualche rischio importante, come un crollo del mercato o qualcosa del genere”, spiega.
“Poi, la questione si riduce alle aspettative di inflazione. Queste obbligazioni proteggono da un’inflazione inattesa e l’accento va posto proprio sulla componente inattesa. Se si pensa che l’inflazione sarà più alta di quella prevista oggi, allora si dovrebbe puntare su un’obbligazione legata all’inflazione rispetto a un normale titolo di Stato”.
Allo stesso tempo, Mara Dobrescu, fixed-income strategies research director di Morningstar, ritiene che “gli investitori dovrebbero essere consapevoli del fatto che questi prodotti hanno meccanismi distinti”, in quanto “i fondi obbligazionari legati all’inflazione, soprattutto nell’eurozona e nel Regno Unito, sono solitamente emessi con scadenze più lunghe rispetto ai semplici titoli di Stato. Ciò significa che tendono ad avere una duration molto più lunga, in media, rispetto alle loro controparti obbligazionarie nominali, rendendoli molto più sensibili alle variazioni dei tassi di interesse”.
Per questo motivo “l’investitore deve valutare se ritiene più importante proteggere il proprio portafoglio dall’aumento dell’inflazione o da quello dei tassi d’interesse (poiché la scelta di un fondo obbligazionario indicizzato all’inflazione con una duration lunga potrebbe compromettere questo secondo obiettivo). In secondo luogo, nella scelta di un fondo obbligazionario indicizzato all’inflazione, è fondamentale esaminare le commissioni, poiché i prodotti a basse commissioni hanno le migliori possibilità di successo nel lungo periodo”, conclude Dobrescu.
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