UniCredit, BPM, MPS e Mediobanca infiammano il risiko bancario italiano

Dopo l’aumento di capitale di Banca MPS e l’uso del golden power da parte del governo sull’offerta di UniCredit su Banco BPM, ecco le date e le operazioni bancarie da seguire a Piazza Affari.

Sara Silano 23/04/2025 | 13:07
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The logo of Italian international banking group UniCredit stands on the facade of the group headquarters.

Il risiko bancario italiano entra nel vivo e non mancano i colpi di scena, tra esercizio del golden power da parte del governo nell’operazione UniCredit UCG – Banco BPM BAMI e l’approvazione degli azionisti di Banca MPS BMPS dell’aumento di capitale per la conquista di Mediobanca MB. Intanto, BPER BPE muove le sue pedine per scalare la Banca Popolare di Sondrio BPSO. In ultimo, Mediobanca ha lanciato lo scorso 28 aprile un’offerta pubblica di scambio volontaria su Banca Generali BGN.

La trama del risiko è diventata talmente intricata che si rischia di perdere il filo. Vediamo quali sono gli attori e lo stato delle diverse operazioni che stanno scuotendo il settore finanziario italiano, oltre alle prossime date da segnare in calendario.

MPS-Mediobanca, OPS al via a fine giugno?

Giovedì 17 aprile, l’assemblea degli azionisti della banca senese ha approvato con l’86,40% dei consensi l’aumento di capitale a servizio dell’offerta pubblica di scambio (OPS) su Mediobanca. Il via libera arriva pochi giorni dopo che il governo, guidato da Giorgia Meloni, ha fatto sapere che non eserciterà il golden power, ossia la regola che permette allo Stato di bloccare o porre condizioni a operazioni finanziarie in settori strategici che rientrano nell’interesse nazionale. Gli occhi sono ora puntati sulla presentazione della trimestrale di Mediobanca venerdì 9 maggio, dopo che l’istituto di piazzetta Cuccia ha sin da subito rigettato l’offerta, lanciata il 24 gennaio 2025, in quanto “non concordata e fortemente distruttiva di valore”.

L’OPS è sul 100% del capitale sociale di Mediobanca e prevede che per ogni 10 azioni portate in adesione siano corrisposte 23 azioni di nuova emissione di Banca MPS. Sulla base del prezzo di chiusura delle azioni di MPS al 23 gennaio, pari a EUR 6,953, l’offerta incorporava un premio pari al 5,03% rispetto al prezzo ufficiale di quelle di Mediobanca alla stessa data, che era di EUR 15,227. Oggi, secondo gli analisti di Equita sim, l’offerta è a sconto di circa il 4%, ma – in base a quanto riportato da Il Sole 24 Ore lo scorso 18 aprile – l’istituto guidato da Luigi Lovaglio non intende modificare il corrispettivo, ritenendolo “già adeguato”.

Con l’offerta su Mediobanca, Banca MPS si candida a regista per la nascita del terzo polo bancario italiano con l’asse Banco BPM-Anima ANIM. L’operazione – secondo gli analisti – potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio e concludersi entro i primi di agosto. Ma la partita si gioca anche su altri campi.

UniCredit-BPM, cosa succederà dopo l’esercizio del golden power

Venerdì 18 aprile, UniCredit ha ricevuto l’approvazione del Consiglio dei ministri all’OPS su Banco BPM lanciata a fine novembre, ma il governo ha esercitato i poteri speciali del golden power, mettendo alcuni paletti, tra cui l’obbligo per almeno cinque anni di non ridurre gli investimenti di Anima in titoli di emittenti italiani – circa 90 miliardi di euro di titoli governativi - e la cessazione di tutte le attività in Russia entro nove mesi, ossia metà gennaio 2026. L’istituto, guidato da Andrea Orcel, ha prontamente risposto esprimendo perplessità sulla chiarezza e sulle motivazioni del decreto, riservandosi di valutare l’impatto e interloquire con il ministero competente. Questo potrebbe aprire a ricorsi legali, tenuto anche in considerazione il fatto che il golden power non è stato applicato ad operazioni simili in corso, come quella tra Banca MPS e Mediobanca.

Secondo gli analisti di Equita sim, le prescrizioni “potrebbero mettere in dubbio” l’esecuzione dell’operazione, in quanto la rendono “meno attraente”, rallentando la creazione di sinergie e incidendo sulla posizione patrimoniale della nuova entità combinata.

Nell’assemblea degli azionisti del 30 aprile, Banco BPM ha comunque ribadito il suo “no” a UniCredit, sottolineando l’inadeguatezza dell’offerta e l’incertezza dell’operazione. Ora gli analisti guardano alla presentazione della trimestrale della banca guidata da Orcel il 6 maggio, per vedere se ci saranno ulteriori sviluppi.

In precedenza UniCredit aveva ottenuto il via libera della Consob per il documento di offerta pubblica di scambio su Banco BPM e stabilito il periodo di adesione dal 28 aprile al 23 giugno.

“Per ciascuna azione di BPM portata in adesione all’OPS, UniCredit riconoscerà un corrispettivo unitario rappresentato da n. 0,175 azioni ordinarie di UniCredit di nuova emissione, prive del valore nominale, aventi godimento regolare e le stesse caratteristiche delle azioni ordinarie di UniCredit già in circolazione alla data di emissione, fatti salvi gli aggiustamenti descritti nel Documento di Offerta”, si legge nel comunicato della banca di piazza Gae Aulenti. Il corrispettivo, se l’operazione andrà in porto, verrà corrisposto il 1° luglio 2025 (salvo proroghe del periodo di adesione in conformità alla normativa applicabile).

E’ bene ricordare che UniCredit sta giocando anche una partita internazionale con Commerzbank e ha già ricevuto l’ok della Banca Centrale Europea e dell’antitrust tedesco per salire al 29,99% dell’istituto tedesco.

Il ruolo di Credit Agricole nell’OPS Unicredit-Banco BPM

Oltre agli aspetti normativi, ce ne sono altri da considerare per capire quale potrebbe essere l’esito dell’OPS di UniCredit su Banco BPM e delle altre operazioni del risiko bancario.

Il 2 aprile, la BCE ha dato l’autorizzazione a Credit Agricole a salire fino al 19,9% nel capitale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. La banca francese ha, però, fatto sapere che l’aumento della partecipazione è coerente con “la propria strategia di investitore e partner a lungo termine di Banco BPM”, ma “non intende lanciare un’offerta pubblica di acquisto”.

Resta il fatto che UniCredit dovrà tenerne conto, perché – come hanno spiegato gli analisti di Equita all’indomani del via libera della BCE – “l’operazione rafforza il posizionamento negoziale del Credit Agricole”, di conseguenza Orcel dovrà “ragionevolmente trovare un accordo al fine di aumentare le probabilità di successo dell’OPS”.

Il nodo del risparmio gestito: Anima e Amundi

Lo scenario è reso ancora più articolato dal fatto che la banca francese è partner di BPM nei settori assicurativo e del credito al consumo, ma allo stesso tempo collabora con UniCredit nell’asset management attraverso Amundi. Quest’ultima intesa dovrebbe durare fino al 2027, ma nelle scorse settimane, Bloomberg ha rivelato che la banca starebbe cercando alternative, di fronte ai timori che Credit Agricole non supporti il takeover.

Sul fronte del risparmio gestito, c’è poi il dossier di Anima. Il 9 aprile Banco BPM ha comunicato che l’OPA, realizzata attraverso BPM Vita, si è conclusa con successo e che ora il gruppo di piazza Meda possiede l’89,949% del capitale della società di risparmio gestito. L’istituto guidato da Castagna ha anche precisato in una nota che “alla luce dei risultati definitivi dell’offerta e tenuto altresì conto dell’attuale pendenza dell’offerta pubblica di scambio sulle azioni Banco BPM promossa da UniCredit, si riserva di valutare in futuro ogni possibile iniziativa relativa alla residua quota di Anima”.

Gli analisti di Websim hanno giudicato “positivamente” l’esito dell’operazione e si sono detti convinti che il Banco “manterra una certa opzionalità” su come agire sul restante 10% di Anima che è quotato in Borsa.

Banco BPM dice sì all’aumento di capitale di MPS

Banco BPM appare un attore sempre più centrale nella nascita del terzo polo. A novembre dello scorso anno, l’istituto guidato da Castagna e Anima sono arrivati a detenere il 9% delle azioni di Banca Monte dei Paschi di Siena, approfittando della messa in vendita del 15% da parte del Ministero del Tesoro (MEF). In quell’occasione, un altro 3,5% è stato acquistato da Caltagirone, che detiene una partecipazione nell’istituto milanese e ha anche aderito all’OPA su Anima.

Il consiglio di amministrazione di Banco BPM è favorevole aull’aumento di capitale per la scalata a Mediobanca, così come lo sono Caltagirone, primo socio privato di Monte dei Paschi, Delfin, che è il secondo privato, e il MEF che detiene ancora l’11,73% delle azioni.

Dal canto suo, però, Banco BPM ha più volte ribadito la sua strategia stand-alone e anche a novembre aveva detto che non intendeva chiedere l’autorizzazione per poter eventualmente superare la soglia del 10% nella banca senese. L’operazione è stata definita “coerente” con la strategia di rafforzamento delle fabbriche prodotto. Infatti, Banca MPS è il primo distributore di prodotti Anima dopo BPM.

Quale futuro per Generali con il terzo polo?

Parlando dell’OPS su Mediobanca, Lovaglio ha detto chiaramente in alcune uscite pubbliche che l’obiettivo era creare il terzo polo, ma ha anche aggiunto che la quota di Generali detenuta da piazzetta Cuccia “non è cruciale”. Secondo indiscrezioni riportate nei giorni scorsi dal quotidiano La Stampa, in caso di successo dell’operazione MPS-Mediobanca, nel futuro assetto del Leone di Trieste potrebbero essere coinvolti UniCredit, che ha il 5,27%, e Intesa Sanpaolo ISP. La prima potrebbe essere interessata a Generali per sostituire Amundi, mentre la seconda potrebbe valutare il dossier solo dopo il CDA del 29 aprile, anche se in passato il suo amministratore delegato, Carlo Messina, aveva escluso un interesse per la compagnia assicurativa.

L’assemblea degli azionisti di Generali che si è tenuta il 24 aprile, prevedeva, tra l’altro, il rinnovo del consiglio di amministrazione e si è conclusa con la vittoria della lista di Mediobanca e quindi la conferma del presidente Andrea Sironi e del CEO Philippe Donnet. La lista ha raccolto il 52,38% del capitale presente e l’esito del voto ha confermato la continuità con il passato.

Mediobanca tenta la scalata a Banca Generali

Il risiko bancario si è arricchito di un nuovo capitolo con l’annuncio il 28 aprile da parte di Mediobanca di voler acquistare Banca Generali.

L’operazione, del valore complessivo di 6,3 miliardi di euro, prevede il pagamento del corrispettivo con azioni di Generali G, con un concambio di 1,7 azioni della compagnia assicurativa per ogni azione di Banca Generali. Come ha scritto in una nota Equita, che è al fianco di Piazzetta Cuccia nell’OPS, “l’offerta comporta un prezzo implicito pari a EUR 54,17 per azione, con un premio di circa l’11,4% sull’ultimo prezzo di mercato precedente l’annuncio (9,3% sulla media dell’ultimo mese e 6,5% sulla media degli ultimi tre mesi”.

Siccome Mediobanca è oggetto di offerta da parte di Banca MPS, la passivity rule fa sì che l’offerta su Banca Generali richieda l’approvazione dell’assemblea degli azionisti il prossimo 16 giugno 2025. Questa regola, infatti, mira a salvaguardare la contendibilità delle società quotate, impedendo che gli amministratori attuino mosse difensive per contrastare le scalate. Il completamento dell’OPS è previsto entro la fine di ottobre 2025.

BPER-BP Sondrio, a che punto siamo

Il 18 aprile, l’assemblea straordinaria degli azionisti di BPER ha votato a favore dell’aumento di capitale per la scalata alla Banca Popolare di Sondrio, lanciata a inizio febbraio. Il completamento dell’iter autorizzativo è previsto entro giugno, intanto il Consiglio dei ministri ha già fatto sapere di non voler utilizzare il golden power. L’offerta dovrebbe partire a fine giugno, condizionata a un livello minimo di adesione del 50%+1 azioni della Popolare Sondrio o almeno il 35% del capitale.

Il 30 aprile si è tenuta l’assemblea degli azionisti di Popolare Sondrio, che ha tra le altre cose, rinnovato 5 membri del consiglio di amministrazione su 15, con la vittoria della lista degli investitori istituzionali. Prima dell’assemblea, gli analisti di Equita, avevano detto che se avesse vinto questa lista, gli equilibri di governance avrebbero potuto subire cambiamenti e anche la posizione rispetto all’OPS di BPER avrebbe potuto cambiare, dopo essere stata definita inizialmente ostile.

L’articolo è stato originariamente pubblicato il 24 aprile e successivamente aggiornato il 5 maggio.


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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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