Perché conviene investire in maniera sostenibile nei mercati emergenti?

Secondo Tim Love, Investment Director Emerging Markets Equities di GAM, i paesi emergenti sono quelli che stanno contribuendo maggiormente al processo di transizione energetica. Prendere posizione sulle aziende che operano in questi mercati, aggiunge, garantisce margini di crescita elevati e, in alcuni casi, anche un alto profilo ESG. Ecco alcune delle sue migliori idee di investimento per il 2024.

Francesco Lavecchia 15/12/2023 | 09:08
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Francesco Lavecchia: Buongiorno e benvenuti su Morningstar. Sono Francesco Lavecchia e oggi sono lieto di avere qui con me Tim Love, Investment Director Emerging Markets Equities di GAM. Con Tim parleremo delle opportunità di investimento ESG per il 2024 all’interno dei mercati emergenti.

Allora, Tim, perché gli investitori sostenibili dovrebbero considerare l’idea di prendere posizione nei mercati emergenti nonostante sembrino in forte ritardo rispetto ai paesi sviluppati, nel processo di transizione energetica?

Tim Love: Beh, ci sono due ragioni per farlo. La prima è che non esiste una soluzione mondiale per le emissioni di CO2 che escluda i mercati emergenti. E la seconda ragione è che non sono sicuro che la tua affermazione sia corretta. Non credo che sia solo il mondo sviluppato a fare il lavoro pesante verso la transizione. Penso che siano le aziende dei mercati emergenti a farlo, e lo stanno facendo su una scala che lascia senza fiato.

Ad esempio, l’India sta effettivamente producendo più energia solare in un anno rispetto a quanto fatto dai tre o quattro paesi più grandi in Europa messi insieme. Quindi, il lavoro sporco viene svolto in realtà dai paesi emergenti e non esiste soluzione al problema delle emissioni di CO2, a livello globale, che non affronti il problema delle emissioni dei mercati emergenti. Quindi, se la domanda è: è vero che l’aumento aggregato delle emissioni dei mercati emergenti, ogni anno e in valore assoluto, è maggiore delle riduzioni registrate in tutto il Nord America e in Europa? La risposta è sì. Quindi, la questione è coinvolgere i mercati emergenti nella soluzione. Ed è per questo motivo che abbiamo lanciato un fondo sostenibile che parte da un 30% più basso rispetto al carbon footprint dell'indice MSCI Emerging Markets. Quello che facciamo è affrontare il problema della transizione dal punto di vista delle soluzioni per i paesi emergenti, tenendo conto del punto di partenza e di arrivo di questi paesi.

Lavecchia: Per concludere, sulla base delle tue scelte di portafoglio, potresti indicarci delle idee di investimento per il 2024 per gli investitori sostenibili che vogliono posizionarsi sui mercati emergenti?

Love: KinhBac (KBC VN) e la messicana Vesta sono due idee nel settore del real estate. In aggiunta a queste mi occuperei del settore idrico e prenderei in considerazione l’industria dello sviluppo dell’energia idroelettrica, e in questo caso sceglierei l’indiana NHPC, che costruisce e sviluppa progetti idroelettrici e ha come obiettivo quello di aumentare la capacità installata per rispondere principalmente alla domanda interna in India. In Romania, apprezziamo Hidroelectrica (H2O), società che gestisce la centrale idroelettrica in Romania e genera e distribuisce l’elettricità che serve la maggior parte del mercato rumeno. Hidroelectrica, di proprietà del fondo di investimento Fondul, è una delle più grandi IPO dello scorso anno ed è un titolo eccezionalmente buono con una buona crescita e una buona capacità di generare flussi di cassa costanti nel tempo. Quindi, questi due player nel segmento dell’acqua, NHPC in India e H2O in Romania, sono ugualmente buoni.

Un altro tema è quello dell’energia, ma come alternativa ai combustibili fossili, e in questo caso suggerirei la brasiliana Ultrapar. Ultrapar opera nell’industria dell’etanolo ed è in attiva ormai da molto tempo. La gente non lo sa, ma circa 30 anni fa il Brasile ha introdotto l'obbligo di fornire l’opzione tra etanolo e gas alle stazioni di servizio. Quindi, gli automobilisti sono davanti a due opzioni e devono essere in grado di capire, attraverso le statistiche, quale sia la più economica. Ma quello che mi preme sottolineare è che l’etanolo è sempre stato lì a disposizione. In alternativa a Ultrapar, che è una holding che opera nella distribuzione di gas, prodotti petrolchimici e nello stoccaggio di gas in tutto il Brasile, c’è Cosan, che è da preferire nel caso si volesse prendere una posizione più decisa sul segmento dell’etanolo. Cosan è coinvolta nel business dell’agricoltura, si occupa della distribuzione di carburante e gas naturale e lubrificanti ed è presente in tutto il mondo, anche se il suo mercato principale è il Brasile. La legislazione a cui ho fatto riferimento è arrivata ben prima degli obiettivi di sostenibilità fissati dai paesi sviluppati, che invece risalgono all’ultimo decennio. In questo campo, quindi, il Brasile è molto avanti.

Oltre a questi due nomi, ci sarebbe l’indiana Reliance Industries. L’azienda produce prodotti petrolchimici e fibre, ma il suo business si sta progressivamente spostando verso le energie alternative. A questo proposito, entro i prossimi due anni le energie alternative costituiranno i tre quarti circa del totale dei ricavi. Quindi, questo è un cambiamento fondamentale in termini di trasformazione da un'azienda di idrocarburi in uno dei player più importanti nel processo di transizione energetica grazie ai forti investimenti nel settore del fotovoltaico. Uno sforzo, quello dell’azienda indiana, incredibilmente grande.

Per fare un esempio, l’energia prodotta da combustibili fossili in India ammonta a circa 230 GW (gigawatt), quella da fonti rinnovali è pari a 180 GW e la maggior parte di essa proviene da Reliance, una joint venture con NHPC, azienda che ho già menzionato. La decarbonizzazione dell’India è notevolmente rapida, l’aumento della capacità di energia da fonti rinnovabili sta crescendo a un ritmo enorme e conterà per 500 GW, ovvero il 68% della capacità totale, entro i prossimi due anni. Si tratta di un lavoro molto duro e Reliance, insieme a NHPC, si sta sobbarcando il peso più grosso.

Questo risponde alla tua primissima domanda: perché dovresti entrare nei mercati emergenti? Perché sono loro che stanno operando il cambiamento più grande. Gli idrocarburi rappresentavano l'80% delle loro fonti di energia, mentre ora rappresentano il 20%. E le fonti alternative pesano per l'80%. Questi paesi stanno facendo il lavoro pesante e lo fanno nella maggior parte dei casi attraverso un partenariato pubblico-privato. Quindi, penso che nel complesso ci sia un vantaggio per tutti qui. E allo stesso tempo si realizza un cambiamento materiale per il mondo. Attraverso l’investimento in Reliance, ad esempio, hai l’opportunità di guadagnare, di essere una forza positiva nel processo di transizione e di inserire in portafoglio un titolo che è valutato come A nel rating ESG di MSCI e che probabilmente potrebbe salire ad AA in un futuro non troppo lontano.

Lavecchia: Grazie mille, Tim. Per Morningstar sono Francesco Lavecchia. Grazie per la visione.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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