Nvidia e i titoli growth: il rally dell’intelligenza artificiale continuerà a sostenerli?

Le società ad alti tassi di crescita stanno dominando la scena soprattutto a Wall Street, grazie al settore tecnologico. Ma non è sempre stato così. L’analisi Morningstar mostra che il mix di value e growth può fare bene al portafoglio.

Sara Silano 20/07/2023 | 09:44
Facebook Twitter LinkedIn

Immagine di un robot

-L’indice Morningstar Large-Mid Cap Broad Growth è salito di oltre il 38% nel primo semestre contro il +6,3% del corrispondente value.

-L’attuale divario, oltre alla concentrazione di Wall Street, ricorda il 2020 e il 1999, momenti di svolta per i mercati.

-Negli ultimi 52 anni, lo stile large-value ha avuto un rendimento annuo composto del 10,3%, mentre il large-growth dell’8,4%.

Le azioni orientate alla crescita (growth) sono tornate a correre quest’anno, grazie al boom dell’intelligenza artificiale (IA) che ha spinto le quotazioni dei titoli tecnologici. Il rally oggi sembra inarrestabile e dirompente, specie se guardiamo ai risultati di società come Nvidia (NVDA, +190% in dollari nel primo semestre), ma se adottiamo una visione prospettica le cose cambiano.

Cosa sono i titoli growth

I titoli growth, definizione all’interno della quale sono comprese molte azioni tecnologiche, si caratterizzano per alti tassi di crescita degli utili e delle vendite e un elevato rapporto tra prezzo di Borsa e profitti (price/earnings ratio). Differiscono dati titoli orientati al valore (value) che hanno tassi di crescita degli utili e delle vendite più moderati e bassi price/earning ratio. Ne sono un esempio i comparti delle utilities e finanziario.

Il 2023 è dei growth (almeno per ora)

Nel primo semestre 2023, gli indici Morningstar delle azioni growth sono saliti un po’ ovunque, anche se la differenza più accentuata è negli Stati Uniti, dove il Morningstar Large-Mid Cap Broad Growth Index è cresciuto di oltre il 28% contro il +6,3% del corrispondente value (vedi grafico, dati in dollari).

Su questa sponda dell’Atlantico, l’indice Morningstar Europe Growth TME è salito del 14% nel primo semestre, mentre quello value ha segnato +9,3% (in euro, vedi grafico). A livello globale, escludendo gli Stati Uniti, la differenza è ancora più contenuta: +10,3% i growth contro il +9,4% dei value (in dollari).

“La mappa della performance del mercato azionario statunitense mostra un abisso tra titoli orientati alla crescita e al valore dall’inizio dell’anno, in particolare nel segmento growth a grande capitalizzazione”, ammette Dan Lefkovitz, strategist di Morningstar Indexes. “I nostri Broad Style Indexes, che dividono il mercato in growth e value, mostrano un divario di rendimento di oltre 20 punti percentuali nel 2023. Questo gap ricorda quello del 2020, quando scrivevamo: "Growth Parties Like It’s 1999, but Don’t Rule Out Value” (I titoli growth fanno festa come se fosse il 1999, ma non escludere i value).

L’intelligenza artificiale guida il rally dei tecnologici

In effetti, mettere l’attuale rally in prospettiva può essere di aiuto, nonostante sia sotto gli occhi di tutti l’effetto dirompente dell’intelligenza artificiale sulle nostre vite, soprattutto dopo l’avvento di Chat GPT. Non dobbiamo andare troppo lontano nel tempo per ricordare il crollo dei titoli tecnologici e le deludenti performance dello stile growth nel 2022. L’aggressivo rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve ha generato una svalutazione dei flussi di cassa di lungo termine di queste società e non hanno aiutato il fatto che fossero sopravvalutate e i timori di recessione.

Gli analisti di Morningstar hanno stimato che i sei più grandi titoli tecnologici per capitalizzazione (Apple AAPL, Microsoft MSFT, Alphabet GOOGL, Nvidia, Amazon.com AMZN e Meta Platform META) abbiamo perso complessivamente 4 mila miliardi di dollari di valore di mercato nel 2022. Nello stesso periodo, l’indice Morningstar US Large-Mid Cap Broad Growth ha lasciato sul terreno circa il 32% in dollari.

Per contro, il corrispondente paniere value è riuscito a contenere le perdite nel 2022. L'indice Morningstar US Large-Mid Cap Broad Value è sceso solo del 7% grazie alla performance del settore energetico, che è stato sostenuto dagli squilibri tra domanda e offerta legati alla pandemia e dall'aumento dei prezzi del petrolio a seguito dell'invasione russa in Ucraina.

I titoli growth non hanno sempre dominato sui value

Se estendiamo l’orizzonte temporale, vediamo che i titoli growth hanno dominato per molti anni la scena, soprattutto negli Stati Uniti, dopo la crisi finanziaria del 2007-09. Le ragioni per cui sono stati favoriti sono diverse, tra cui il lungo periodo di bassi tassi di interesse, la pandemia e la forte crescita di profitti dei cosiddetti FANG (acronimo che racchiude Facebook-Meta Platform, Amazon.com, Netflix NFLX e Google-Alphabet), un gruppo di big tech che si è poi allargato ad Apple, Microsoft e Nvidia. Molte di queste società oggi sono al centro dell’attenzione per lo sviluppo dell’IA.

Ma non è sempre stato così. Le analisi Morningstar sul comportamento degli indici di stile statunitensi dal 1970 ad oggi, che attingono anche alle serie storiche di Ibbotson Associates, rivelano che negli ultimi 52 anni, lo stile large-value (società a larga capitalizzazione orientate al valore) ha avuto un rendimento annuo composto del 10,3%, mentre il large-growth dell’8,4%.

Il giusto mix di growth e value

Lo studio rivela anche che bilanciare gli investimenti growth con quelli che generano reddito può attenuare i frequenti alti e bassi dei mercati e questo è ancora più vero se il mix comprende sia titoli a larga capitalizzazione sia quelli mid e small cap. Nel tormentato 2022, un portafoglio azionario di questo tipo avrebbe permesso di contenere le perdite intorno al 19% in dollari, che pur essendo un risultato pesantemente negativo, sarebbe stato meglio del -40,4% dei soli titoli large cap orientati alla crescita.

Nel 2020, quando i big tech sono saliti vertiginosamente, spinti dal maggior uso della tecnologia in tempi di lockdown e lavoro da remoto a causa del Covid-19, un portafoglio diversificato in titoli statunitensi avrebbe reso quasi il 21%, grazie al rally di large-mid e small cap orientate alla crescita. In quell’anno, i titoli large value persero lo 0,6% in media, gli small value guadagnarono l’1% e i mid value furono i peggiori (-3,8%).

“La leadership di stile è fluida ed è difficile da prevedere”, commenta Lefkovitz. “Quest’anno, un numero ristretto di big tech è responsabile delle performance di Wall Street. La concentrazione del listino in poche società tecnologiche growth è stata una caratteristica del 1999 e del 2020. In entrambi, i casi c’è stato un cambio di regime con i value che, almeno per un certo tempo, hanno brillato”. Dopo la correzione del 2022, i titoli orientati alla crescita sono tornati a correre con il boom dell’intelligenza artificiale, ma la storia ci insegna che il rally non è per sempre.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Facebook Twitter LinkedIn

Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

© Copyright 2024 Morningstar, Inc. Tutti i diritti sono riservati.

Termini&Condizioni        Privacy        Cookie Settings        Disclosures