Consulenza finanziaria e retrocessioni: nessuna rivoluzione, ma passi in avanti

Massimo Scolari di Ascofind commenta la nuova Retail Investment Strategy adottata dalla Commissione europea, in particolare per quanto concerne la soluzione trovata riguardo agli “inducements”.

Valerio Baselli 29/06/2023 | 08:26
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Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti. Lo scorso 24 maggio è stata ufficialmente adottata dalla Commissione europea la Retail Investment Strategy, un pacchetto di norme che ha come scopo quello di rafforzare la protezione degli investitori europei e di promuovere la fiducia nel settore finanziario.

Negli ultimi mesi si è molto discusso dell’impatto che avrebbero potuto avere queste nuove regole. Ecco, per capire meglio che cosa abbia alla fine deciso la Commissione e soprattutto quali siano le conseguenze per l’industria del risparmio gestito, ho il piacere oggi di trovarmi in collegamento con Massimo Scolari, presidente di Ascofind, l’Associazione per la Consulenza Finanziaria Indipendente.

Massimo, iniziamo dalle basi: quali sono le novità principali che sono state introdotte?

Massimo Scolari: Buongiorno e grazie dell'invito. La proposta della Commissione europea contiene numerose proposte. È vero che si è parlato soprattutto dell'eventuale eliminazione delle retrocessioni, ma nella realtà ci sono molti altri elementi. Da sottolineare, in particolare uno che mi ha colpito particolarmente, cioè il fatto che nella prestazione della consulenza, al fine di poter continuare a ricevere gli incentivi, gli intermediari saranno obbligati a rispettare il criterio del value for money, cioè quello di considerare nelle proposte di investimento i prodotti finanziari più efficienti dal lato dei costi. E questo è senz'altro una novità molto importante.

Baselli: Ecco, concentrandoci sull’aspetto delle retrocessioni – cioè i compensi che le case prodotto girano a chi colloca i loro strumenti finanziari – dopo tutti i dibattiti che ci sono stati, che cosa ha deciso la Commissione europea su questo punto? E visto il risultato potremmo dire “tanto rumore per nulla”?

Scolari: No, direi assolutamente no. Le decisioni sono importanti perché in primo luogo la Commissione europea ha proposto di eliminare ogni forma di retrocessione, laddove l'intermediario, attraverso servizi cosiddetti esecutivi, cioè raccolta ordini esecutivi, laddove non c'è consulenza, non ci possono essere neppure inducements, che sono la remunerazione della consulenza. In più, la Commissione europea ha anche detto se queste iniziative non fossero sufficienti a raggiungere gli obiettivi che ci si propone dopo tre anni dall'entrata in vigore della nuova direttiva, le decisioni potrebbero essere cambiate nel senso di un'abolizione totale del sistema delle retrocessioni. E naturalmente questo è un elemento molto importante che cambierà già da subito l'attività degli intermediari, che saranno appunto soggetti a queste nuove regole.

Baselli: Ma poi, alla fine, con questo nuovo set di regole, chi ci guadagna e chi ci perde rispetto a prima?

Scolari: L’intendimento della proposta della Commissione è quello che chi deve guadagnarci di più sono gli investitori che probabilmente dovranno essere maggiormente protetti e dovrebbero poter accedere, diciamo, a un set di prodotti e strumenti finanziari con commissioni più ragionevoli. Naturalmente gli operatori che seguiranno questa strada e daranno la possibilità di creare dei prodotti finanziari a condizioni più ragionevoli e compatibili, chiaramente saranno gli operatori che avranno maggiormente da guadagnarci. Parlo naturalmente degli emittenti di ETF e di fondi passivi, ma anche di tutti quei prodotti finanziari che adotteranno dei criteri di costo, dei requisiti di costo, compatibili.

Baselli: Per chiudere, l’Italia è il mercato più caro d’Europa in termini proprio di costi, commissioni, legati ai fondi comuni d’investimento. La Retail Investment Strategy non sembra in grado di modificare sostanzialmente tale situazione. Si poteva osare di più? E che cosa invece si dovrebbe fare per allineare il mercato italiano alla media europea in termini di costi?

Scolari: Ci deve essere maggiore concorrenza. Ci deve essere la possibilità che il cliente che decida di investire, per esempio, in fondi di investimento, utilizzando i servizi quali execution only o raccolta ordini, nei quali saranno vietate le retrocessioni, possa pagare delle commissioni inferiori, cioè che dalle commissioni dei prodotti venga eliminata quella componente che va a remunerare la consulenza, laddove la consulenza non c’è. Quindi credo che questo non risolverà il problema del mercato italiano, ma potrebbe aiutare.

Baselli: Chiarissimo. Grazie come sempre a Massimo Scolari. Per Morningstar, Valerio Baselli, alla prossima.   

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Valerio Baselli

Valerio Baselli  è Giornalista di Morningstar.

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