Juve fuori da Champions, titolo in calo a Milano

Continua a prendere peso l’ipotesi di un possibile delisting.

Alliance News 29/05/2023 | 15:29
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Foto di Maria Bobrova su Unsplash

La Juventus non parteciperà alla prossima Champions League, con mancati introiti per EUR80 milioni. Il titolo oggi in Borsa è negativo e di questo passo continua a prendere peso l'ipotesi di un possibile delisting, per risanare il club al riparo da tutti gli adempimenti di Borsa e dalle sentenze della giustizia sportiva e penale.

Con la sconfitta interna di ieri sera allo Stadium, proprio contro gli avversari diretti del Milan, la Juventus è al settimo posto e a una giornata dal termine di campionato è matematicamente esclusa dal quarto posto, ultimo piazzamento utile per qualificarsi alla competizione europea più importante e ricca di sponsor, contributi e diritti televisivi. Si tratta di oltre EUR80 milioni a stagione, che rappresentano circa un quarto del fatturato annuo del club bianconero.

Oggi a Milano il titolo Juve si è subito portato in territorio negativo e nel primo pomeriggio è un po' risalito e cede lo 0,7% a EUR0,29. Per avere un'idea di come è sceso in questi mesi travagliati, anche dopo la cessione di Cristiano Ronaldo, basta pensare che tre anni fa il titolo era a EUR0,74, ovvero valeva ben più del doppio di oggi.

Il 27 novembre del 2021, quando con le perquisizioni nella sede della società è emersa la gravità dell'inchiesta penale della Procura di Torino, il titolo era sceso a EUR0,46. Il 28 novembre scorso, con le dimissioni di Andrea Agnelli e dei vecchi vertici, grazie alle quali la Juve ha sventato il rischio di un possibile commissariamento giudiziario, le azioni della Juventus sono scese a EUR0,27.

Ai prezzi di oggi, tenendo presente che la cassaforte olandese degli Agnelli Exor ha il 63,8% delle azioni, un delisting costerebbe circa EUR270 milioni, al netto di eventuali premi agli azionisti.

La società bianconera viene da un bilancio 2021/2022 chiuso con EUR238 milioni di perdite e un aumento di capitale da EUR400 milioni. La semestrale al 31 dicembre scorso ha registrato un rosso di EUR29,5 milioni, in miglioramento rispetto agli EUR112,1 milioni del medesimo semestre dell'anno precedente.

Tuttavia c'è da fare attenzione al fatto che il patrimonio è di EUR135,2 milioni, in calo rispetto agli EUR164,7 milioni del semestre precedente. Mentre l'indebitamento finanziario ha toccato quota EUR330 milioni, contro gli EUR153 milioni del 30 giugno.

Alla Juventus sono stati già tolti 10 punti in classifica per il caso "plusvalenze", ma la condanna sportiva più pesante può arrivare il 15 giugno sul filone "manovra stipendi". Anche qui le prove in mano alla Fgci sono quelle che arrivano dall'inchiesta "Prisma" della Procura di Torino, il cui processo è fermo in Cassazione e potrebbe approdare a Milano.

Contro la Juventus ci sono una serie di documenti, trovati anche in alcuni studi legali esterni, e le ammissioni di ex tesserati come Paul Dybala e lo stesso Ronaldo. In questo secondo processo sportivo, la società rischia una penalizzazione di punti anche maggiore, o addirittura la retrocessione in B.

Nel corso dell'estate arriverà anche la sentenza dell'Uefa sulla correttezza delle informazioni finanziarie fornite dalla Juve, con il rischio di un'esclusione dalle coppe europee per una o due stagioni.

Insomma, la società più scudettata d'Italia rischia di star fuori dal calcio che conta per una o due stagioni, con danni assai pesanti dal punto di vista economico. Anche per questo i suoi legali stanno vagliando l'ipotesi del patteggiamento, al quale si potrebbe accedere fino a tre giorni prima dell'udienza del 15 giugno, per provare a ridurre i danni di un terzo.

Il patteggiamento sarebbe molto indicato nel caso aiutasse a sventare una possibile retrocessione, che solo in termini di mancati introiti da diritti televisivi varrebbe altri EUR75 milioni.

C'è poi sempre in circolazione il famoso "Ronaldo bond", ovvero un prestito obbligazionario non convertibile da EUR175 milioni che scade il 19 febbraio 2024 e paga una cedola fissa annua del 3,375%. Infine, con la mancata partecipazione alla Champions diventa difficilmente giustificabile di fronte agli azionisti un monte stipendi da EUR160 milioni, il che significa che la nuova dirigenza bianconera dovrà intervenire pesantemente sulla rosa.

Di Francesco Bonazzi, Alliance News columnist

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