Un'altra crisi bancaria, un'altra opportunità per Buffett

Berkshire Hathaway potrebbe iniettare nuovo capitale in alcune banche regionali statunitensi in cambio di azioni privilegiate con una cedola generosa e warrant per l'acquisto di azioni ordinarie.

Greggory Warren 20/03/2023 | 15:47
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Buffett Holding Cards

Negli ultimi dieci giorni, abbiamo visto le autorità di regolamentazione statunitensi intervenire e sostenere i depositi di due banche in fallimento, la Silicon Valley Bank e la Signature Bank, il governo svizzero dare sostegno a Credit Suisse (CS) e le autorità di regolamentazione statunitensi lavorare con 11 banche, tra cui JPMorgan Chase (JPM), per sostenere la liquidità di First Republic Bank.

Nonostante questo, First Republic ha perso un altro 33% venerdì 17 marzo, portando a oltre 80% le perdite accumulate da inizio anno, e gli ETF esposti al settore bancario o finanziario in generale hanno registrato perdite molto importanti nelle ultime settimane. Le notizie secondo cui l'amministrazione Biden e le autorità di regolamentazione statunitensi stiano cercando tutti i mezzi possibili per sostenere le banche e calmare i mercati non dovrebbero quindi sorprenderci. 

Cosa ci guadagna Buffett nel salvataggio delle banche
Per quanto riguarda Buffett, e Berkshire Hathaway in particolare, negli ultimi due decenni abbiamo visto in più occasioni delle aziende chiedere il loro soccorso sotto forma di nuovo capitale, nella convinzione che quel "Sigillo di approvazione di Buffett" avrebbe ridotto la pressione a cui erano sottoposte sui mercati finanziari.

Ciò è stato più evidente durante la crisi finanziaria del 2008-2009, quando Berkshire ha sfruttato la forza del suo bilancio, la sua liquidità di cassa e il valore che le aziende in difficoltà (e i loro investitori) attribuivano al suo “marchio di approvazione”, per concludere vantaggiosi affari. 

I casi Goldman Sachs e Bank of America
Due esempi famosi del famoso “marchio di approvazione” di Buffett sono quelli di Goldman Sachs (GS) e Bank of America (BAC).

Due giorni dopo che Goldman Sachs era diventata una holding bancaria nel settembre 2008, ha annunciato un'offerta privata a Berkshire Hathaway in base alla quale la holding avrebbe acquistato 5 miliardi di dollari di azioni privilegiate perpetue al 10% emesse da Goldman (con la banca d'investimento che conservava l'opzione di riacquistare le azioni privilegiate per 5 miliardi di dollari più un dividendo una tantum di 500 milioni di dollari). Come parte dell'accordo, inoltre, Berkshire aveva anche ricevuto dei warrant (con scadenza nel 2013) per l'acquisto di 43,5 milioni di azioni ordinarie di Goldman per 5 miliardi di dollari. Questa è stata una forte dimostrazione di sostegno per Goldman in un momento in cui i mercati erano nel caos. Tanto più che Buffett aveva sempre evitato di investire nelle banche di investimento dopo la brutta esperienza con Salomon Brothers, tormentata dagli scandali nei primi anni '90.

All'inizio di settembre 2011, Bank of America era afflitta dall'aumento delle spese legali derivanti dalla crisi finanziaria del 2008-2009 e dai dubbi sulla solidità del capitale che avevano fatto precipitare il prezzo delle sue azioni. In quell’occasione la holding di Buffett aveva investito 5 miliardi di dollari in azioni privilegiate perpetue al 6%, oltre a ricevere warrant per l'acquisto di 700 milioni di azioni ordinarie per un valore di 5 miliardi di dollari. Questo intervento è stato visto come un enorme voto di fiducia a favore di Bank of America. Nel corso degli anni, Berkshire Hathaway ha aiutato a risollevare le quotazioni azionarie di altre banche americane che avevano accusato la debolezza del mercato azionario, i timori di un rallentamento dell'economia statunitense e le preoccupazioni per la loro esposizione alla crisi del debito sovrano europeo. 

Buffett non comprerà una banca
Tenendo presente tutto ciò, ci potremmo aspettare che qualsiasi azione da parte di Warren Buffett nel breve termine nei confronti delle banche regionali statunitensi comporti lo stesso tipo di iniezione di capitale (il cosiddetto marchio di approvazione), in cambio di azioni privilegiate con cedola (che è più efficiente dal punto di vista fiscale per Berkshire) e warrants per l’acquisto di azioni ordinarie nel caso ce ne fosse bisogno. L’ancora di salvataggio offerta da Buffett, dunque, non è certo economica per coloro che sono costretti a scegliere questa strada. Quello che invece tenderemmo ad escludere è che Berkshire Hathaway intervenga per acquisire un istituto di credito. La holding non ha mostrato alcun interesse a detenere una quota superiore al 10%-15% in una banca statunitense principalmente perché la proprietà al di sopra di tale soglia comporta requisiti di segnalazione e supervisione da parte delle autorità di regolamentazione a cui Berkshire non è interessata ad aderire.

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Greggory Warren  CFA, è financial services sector strategist di Morningstar.

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