Conoscere l’ABC della diversificazione per andare in goal col portafoglio

E' considerata l'unico "pasto gratuito" negli investimenti. Ma cosa vuol dire diversificare? E come farlo in modo corretto?

Fabrizio Guidoni 17/10/2022 | 10:11
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Uno dei concetti fondamentali dell’educazione finanziaria è la diversificazione. Tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta. E anche se nell’ultimo anno la sua efficacia è stata messa in difficoltà da un calo generalizzato di molti mercati, resta senza dubbio il primo passo alla base della costruzione di ogni buon portafoglio. Non a caso viene definita l'unico “pasto gratuito” negli investimenti, cioè l’unico approccio agli investimenti che genera valore (“il pasto”) abbassando il rischio, se non quasi eliminandolo nel lungo periodo. Certo, diversificare può essere difficile da attuare. Per questo è indispensabile sapere bene cosa vuol dire e come farlo in pratica.

Cosa vuol dire diversificare?
Il punto di partenza è la definizione di diversificazione. Diversificare un portafoglio significa investire possedendo non una sola ma più attività finanziarie. In sostanza, si prende il proprio capitale lo si investe creando un portafoglio costituito da diversi tipi di attività finanziarie, evitando di concentrarlo solo su una particolare strategia, uno specifico strumento, mercato, area geografica o settore.

Spesso per spiegare i vantaggi della diversificazione viene usato l’esempio delle uova nel paniere: “se mettiamo tutte le uova in un paniere corriamo il rischio che, cadendo, si rompano tutte”. Quindi meglio mettere le uova, che rappresentano i soldi da investire, distribuite su più panieri. Se ne dovesse cadere uno, le uova negli altri panieri rimarrebbero integre.

In realtà, investire su più attività o più titoli non è sufficiente per garantire una diversificazione attuata in maniera corretta senza applicare ulteriori criteri di selezione.

Come diversificare in maniera corretta
Per una corretta diversificazione è necessario che vengano rispettate almeno due condizioni.

La prima è che le attività finanziarie in portafoglio abbiano rendimenti che si muovano il meno possibile in maniera collegata tra loro. Si parla di bassa correlazione tra le varie attività. Dunque, la diversificazione deve essere fatta conoscendo il grado di correlazione tra gli investimenti. Per questo viene usato il coefficiente di correlazione, misura del modo in cui la performance di uno strumento influenza l’andamento di un altro, che varia tra -1 e +1. Un coefficiente pari a 0 indica che non vi è alcuna correlazione tra i due attività finanziarie.

La seconda condizione da rispettare è che le attività in portafoglio siano caratterizzate da gradi di rischio differenti. Si va dalla liquidità, a rischio bassissimo, alle azioni, dalla volatilità elevata.

Questa impostazione basata su una diversificazione del portafoglio che tenga conto di una bassa correlazione tre le attività e differenti gradi di rischio porta a una riduzione della rischiosità del rendimento complessivo del portafoglio.

Dunque, diversificando il portafoglio in diverse classi di attività seguendo queste condizioni, gli investitori riducono l'esposizione ai rischi caratteristici di ogni singola asset class. In questo modo, se un crollo delle Borse trascina con sé le quotazioni delle azioni, altri strumenti non correlati potrebbero non perdere valore nello stesso momento, garantendo una maggiore stabilità del portafoglio nel suo complesso.

Tra quali investimenti scegliere?
In generale, è possibile affermare che un portafoglio composto da azioni e obbligazioni abbassi il grado di rischio del portafoglio stesso. In pratica, la diversificazione è un approccio che si sviluppa su molti fronti. Ci sono diverse altre asset class, oltre a azioni e obbligazioni. Si pensi alle materie prime e alle valute.

Inoltre, ogni asset class può essere suddivisa a sua volta per sottocategorie. La suddivisione può avvenire in base al tipo di emittente di un titolo o di un’attività, ad esempio se sia uno Stato sovrano o un’azienda, e di conseguenza in base al loro rating.

Ma può avvenire anche in base geografica. O ancora, per stile di investimento, scegliendo ad esempio tra azioni value o growth.

Un esempio per capire le basi
A questo punto è chiaro che usare l’esempio di evitare di mettere tutte le uova in un unico paniere per spiegare cosa vuol dire diversificare e perché sia importante farlo, risulta troppo limitativo. Un esempio più calzante potrebbe essere quello di pensare a un portafoglio ben diversificato come alla costruzione di una squadra di calcio vincente.

Ogni giocatore può essere considerato come un’attività finanziaria da scegliere. E queste devono essere scelte differenziate con equilibrio tra quattro macro aree di asset class: portiere, difensori, centrocampisti e attaccanti. Ognuna delle quali caratterizzata da un proprio grado di rischio e rendimento potenziale. Vediamo di capirlo ruolo per ruolo, usando solo le asset class basi, come liquidità, obbligazioni e azioni.

Il portiere ha il compito di evitare le perdite, i goal subiti, ed è il ruolo giocato dalla liquidità del portafoglio. La sua presenza non porta rendimento ma almeno non espone il portafoglio, se messa nel posto giusto, a fluttuazioni di valore o a perdite.

Poi vanno inseriti in squadra, ovvero in portafoglio, i difensori. Sono investimenti a bassa volatilità e a rendimenti contenuti. La difesa possiamo pensarla costituita da asset obbligazionari di qualità, o almeno di rating investment grade. Non portano tanti goal, ovvero rendimenti al portafoglio, ma difendono il portafoglio stesso da rischi di subire perdite eccessive.

Al centrocampo vanno schierate le asset class con rendimenti potenziali più elevati rispetto alle obbligazioni di qualità ma senza correre i rischi di sbilanciarsi a subire una volatilità come quella delle azioni più dinamiche. Alcuni centrocampisti avranno caratteristiche di incontristi o mediani, più votati a proteggere la difesa a livello di volatilità che puntare a rendimenti elevati come quelli azionari più spinti. Rispettano questo ruolo le obbligazioni di rating più basso, gli high yield, o i bond corporate e sovrani dei Paesi emergenti in valuta locale o forte.

I centrocampisti che vanno all’attacco, poco correlati agli altri asset di pari ruolo, sono invece rappresentati da asset azionari a volatilità contenuta, come le azioni value o quelle che garantiscano elevate cedole nel lungo periodo (azioni high dividend).

Infine, in attacco troviamo le attività finanziarie più votate a generare i goal, ovvero i rendimenti alla squadra (portafoglio). Sono investimenti azionari più dinamici, che spaziano ad esempio dai titoli growth alle small cap, ma anche alle azioni dei Paesi emergenti.

A questo punto la lezione dovrebbe essere chiara. Diversificare vuol dire saper costruire un portafoglio in cui tutti le attività finanziarie sono scelte in maniera ben equilibrata tra rischiosità, rendimenti potenziali e correlazioni.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Fabrizio Guidoni  collabora con Morningstar come data journalist. Ha una lunga esperienza sul mercato azionario italiano e sulla finanza sostenibile.

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