Conviene investire nello spazio?

Il settore, dicono le analisi, è destinato a crescere, anche grazie all’ingresso di nuovi player. Con il tempo, però, il vantaggio competitivo delle aziende tenderà a diminuire.

Marco Caprotti 18/05/2021 | 12:28
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Lo spazio è la prossima frontiera, anche nel settore degli investimenti. Certo, il settore dei viaggi fuori dalla Terra è ancora piccolo rispetto ad altre parti dell'economia. Ma di recente sono emerse numerose società private e quotate di alto profilo, con un'attenzione allo spazio sia per il settore pubblico che per i consumatori. Tra queste ci sono SpaceX di Elon Musk, Blue Origin di Jeff Bezos e Virgin Galactic, fondata da Richard Branson.

Lo spazio piace anche ai grandi nomi del settore aereo. Boeing, ad esempio, sta collaborando con la NASA e il governo degli Stati Uniti per rendere più accessibili, anche in ottica commerciale, i viaggi fuori dall’atmosfera terreste ed è fra i partner del progetto Artemis che mira a far atterrare le prossime persone sulla Luna entro il 2024.

L’economia spaziale
Secondo le stime di Bank of America, le revenue generate dall'industria spaziale globale raggiungeranno 1,4 mila miliardi di dollari entro il 2030, dai 414 miliardi di dollari nel 2018.

Il crescente interesse per il mondo delle eplorazioni spaziali è dimostrato dal lancio, nel 2020, della Space economy initiative (SEI), una piattaforma creata dalle Nazioni Unite e pensata per raccogliere le società emergenti del settore e i paesi che al momento sono fuori dalla corsa verso altri pianeti per fare i modo che anche loro possano approfittare della cosiddetta “economia dello spazio”.

Con questo termine si intende l'intera gamma di attività e l'uso delle risorse che creano valore e benefici per gli esseri umani nel corso di esplorazione, ricerca, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio. Ma include anche servizi e prodotti in altri campi connessi alla tecnologia satellitare e servizi quali agricoltura, protezione ambientale, gestione delle risorse naturali e trasporti.

L’abbassamento dei costi, dovuto anche ai progressi tecnologici, ha consentito a nuovi paesi di entrare nel settore e di sviluppare le loro economie spaziali. A livello globale, secondo i dati SEI , più di 80 paesi hanno oggi almeno un satellite in orbita, rispetto ai 15 di inizio anni ‘80.

Attenti al moat
Dal punto di vista operativo, i titoli dello spazio vanno trattati con prudenza, soprattutto quando non si ha a che fare con i grandi nomi del settore che ci lavorano da quando l’industria era agli albori.

L’elemento a cui bisogna fare più attenzione è il vantaggio competitivo. “Quello dell’industria spaziale è un settore nel quale, all’interno dello stesso progetto, possono lavorare diverse aziende”, spiega Burkett Huey, Equity analyst di Morningstar. “Gli investimenti e i tempi che richiedono progetti di questo tipo, insieme ai costi che le società devono sopportare in caso di fallimento, in questo momento danno un vantaggio competitivo ampio a chi ci lavora. Ma in futuro e con l’arrivo di nuove società, questo tenderà a diminuire. Il processo è già in corso. Space X, nata per sviluppare i viaggi commerciali nello spazio, ultimamente sta testando un sistema per fornire sistemi di comunicazione Internet criptati ai velivoli militari, un segmento di solito riservato a poche grandi aziende”.

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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