America contro Huawei, gli effetti sui produttori di microchip

Le nuove restrizioni per la spedizione di semiconduttori contenenti tecnologia statunitense in Cina, spiegano gli analisti di Morningstar, potrebbero favorire alcune aziende di Taiwan. Ma, aggiungono, Pechino è pronta a rispondere.

Holly Black 29/09/2020 | 11:18
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Holly Black: Benvenuti a Morningstar. Sono Holly Black. Con me c’è Kaz Ito, analista azionario di Morningstar a Singapore. Benvenuto.

Kazunori Ito: Ciao, Holly

Black: Allora, Kaz, hai analizzato il mercato dei produttori di semiconduttori e chip per computer. E suppongo che la grande notizia, o il tema che al momento condiziona questo settore, sia il giro di vite degli Stati Uniti su Huawei. Puoi dirci cosa sta succedendo e quali sarebbero le implicazioni di questo divieto?

Ito: Dal 15 settembre gli Stati Uniti hanno ordinato nuove restrizioni per la spedizione di semiconduttori contenenti la tecnologia statunitense. Alcune notizie dicono che Intel e AMD hanno appena ottenuto un permesso speciale dal governo. Noi supponiamo che si voglia impedire a Huawei di acquistare chip, principalmente per le telecomunicazioni con smartphone e per le stazioni telefoniche. Huawei è uno dei principali marchi di smartphone con una quota di mercato di circa il 20% ed è anche uno dei principali fornitori di stazioni telefoniche a operatori globali con una quota di mercato superiore al 30%. Quindi [la decisione] potrebbe essere davvero fondamentale per l'industria cinese dei semiconduttori.

Black: Non è esattamente così? E questo non riguarda solo Huawei, vero? Quali sono le implicazioni per l'industria in generale e per le catene di approvvigionamento a Pechino, ad esempio?

Ito: Di recente, Reuters e altri media hanno riferito che il governo degli Stati Uniti potrebbe concedere permessi speciali alle società statunitensi per effettuare transazioni con SMIC. SMIC è il più grande produttore di semiconduttori della Cina ed è considerata un fornitore chiave per Boeing dopo che TSMC ha smesso di fare affari con lei. Se questo divieto si concretizzerà, la capacità di SMIC di introdurre sistemi di produzione più avanzati sarà compromessa a seguito del divieto, visto che la maggioranza delle apparecchiature per la produzione di semiconduttori proviene da società statunitensi, oltre che giapponesi ed europee.

Black: Quando ci sono grandi cambiamenti in un settore come questo, penso che ci siano sempre vincitori e vinti. Quindi, secondo te, chi beneficerà sia a breve che a lungo termine, di questo divieto?

Ito: Se questo divieto si concretizzerà, ovviamente avrà un impatto negativo sulle quotazioni di SMIC. Il prezzo delle azioni di SMIC è più che triplicato dall'inizio di quest'anno perché il mercato si aspettava che diventasse il fornitore principale di Huawei. Le restrizioni più severe e le notizie secondo cui il governo degli Stati Uniti ha vietato a SMIC di procurarsi i chip statunitensi e le apparecchiature statunitensi, hanno ovviamente un impatto negativo per SMIC.

 Gli altri player, ad esempio altre aziende taiwanesi, ne beneficieranno. Se SMIC non sarà in grado di spostarsi su prodotti avanzati, allora gli ordini in futuro andranno a concorrenti come UMC o VIS, che si trovano a Taiwan.

Il punto fondamentale di questo potenziale divieto sono le apparecchiature di produzione di semiconduttori. Un segmento in cui le aziende statunitensi, giapponesi ed europee detengono la maggioranza del mercato. Ma ci sono alcuni fornitori locali di apparecchiature per la produzione di chip come AMEC e NAURA, che lavorano per i cinesi. Potrebbero essere i vincitori a lungo termine perché questo potenziale divieto dovrebbe accelerare l'intenzione del governo cinese di localizzare la sua produzione di semiconduttori. Attualmente è vietato dagli Stati Uniti, ma questo attrito ovviamente accelererà una decisione della Cina in questo senso.

Black: Kaz, grazie mille per il tuo tempo. Da Morningstar, sono Holly Black.

 

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Holly Black  is Senior Editor, Morningstar.co.uk

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