Chi può aiutare i mercati di frontiera

Avere una popolazione giovane e più resistente al Covid-19 permetterà ai paesi non ancora emergenti di riprendersi dagli effetti della pandemia. Fmi e G20, intanto, hanno annunciato di voler dare una mano.

Marco Caprotti 28/05/2020 | 10:23
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I fattori demografici e l’aiuto dei paesi più sviluppati possono giocare a favore dei mercati di frontiera nel far fronte alla crisi creata dalla pandemia di Coronavirus. Il primo elemento è legato all’età delle persone che abitano nelle aree non ancora emergenti. “La percentuale della popolazione di età superiore ai 65 anni (la categoria con un alto tasso di mortalità causata dalla pandemia) è significativamente più bassa nelle aree di frontiera e nei piccoli paesi emergenti rispetto ai mercati sviluppati: il 5% contro il 20%”, spiega Emre Akcakmak, Portfolio advisor di East Capital. Questo elemento dovrebbe contribuire ad alleggerire la pressione sui sistemi sanitari, oltre a limitare la necessità di severe misure di blocco che incidano in maniera pesante sull’attività economica come accaduto nelle aree developed.

“I paesi da tenere d’occhio in questa prospettiva sono quelli con una popolazione numerosa, giovane e in aumento, come Bangladesh, Vietnam, Filippine, Kenya ed Egitto”, dice Akcakmak. “Questi mercati dovrebbero poter riprendere da dove si erano fermati quando l’economia globale si stabilizzerà dopo la crisi sanitaria globale”.

Nella tabella in basso sono elencati (in ordine alfabetico) i fondi della categoria Morningstar Global Frontier markets con la loro esposizione netta all’azionario di Bangladesh, Vietnam, Filippine, Kenya ed Egitto.

I fondi Global Frontier markets e l’esposizione ai paesi più giovani
frontmaggio

Gli aiuti dall’esterno
Per quanto riguarda gli aiuti che possono arrivare dall’esterno, si guarda al Fondo monetario internazionale (Fmi) e ai paesi più sviluppati.

Il Fmi ha fatto sapere di essere disposto a fornire la liquidità necessaria ai mercati di frontiera per far fronte alle conseguenze economiche create dalla pandemia di Coronavirus e ha annunciato fino a 100 miliardi di dollari di finanziamenti nel breve termine. l paesi del G20, intanto, hanno recentemente annunciato la sospensione di ogni pagamento sul debito per un gruppo di mercati di frontiera fino a un importo di circa 19 miliardi di dollari.

Nel frattempo gli investitori che guardano ai mercati non ancora emergenti tirano un sospiro di sollievo. La categoria Morningstar Global Frontier markets in un mese (fino al 27 maggio e calcolata in euro) ha guadagnato il 3,26%, portando a -21,9% la performance da inizio anno (+11,4% nel 2019).

Categoria Global Frontier markets da inizio anno
graficofront
Dati in euro aggiornati al 27 maggio 220
Fonte: Morningstar Direct

Un andamento che non è molto lontano dal +3,5% (in un mese) messo a segno dal segmento dedicato agli strumenti che puntano ai paesi emergenti, a cui spesso i frontier vengono accostati quando si parla di asset rischiosi.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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